Riemerge dai fondali del mare il vecchio relitto armato fino ai denti

Lunedì 26 Febbraio 2018 di Paola Treppo
Il recupero del relitto della prima guerra mondiale al largo di Grado
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GRADO (Gorizia) - Riemerge dai fondali del mare il vecchio relitto armato fino ai denti affondato 100 anni fa al largo di Grado. Sono stati individuati fino a oggi, da inizio febbraio, proietti da 104 per cannone Fieldhowityzer M1899 prodotto tra il 1916 e il 1917 dall’arsenale di Stato di Vienna, con spoletta a doppio effetto; proietti da 76,5 per cannone da 8 centimetri FeldKanone M.5 prodotto nel 1916 con spoletta a doppio effetto; proietti 8 per 50 R per moschetto M1895 prodotto nel 1917 dalla Manfred Weiss nello stabilimento magiaro di Budapest.

Il recupero durerà mesi 
Il relitto si trova a una profondità di 9 metri, è lungo 10 metri e mezzo e largo 5 e mezzo; i palombari della Marina militare che si sono immersi per recuperare l'armamento del relitto hanno lavorato con una visibilità di tre metri, con una temperatura media dell’acqua di 12 gradi e di 5 dell’aria. Sono visibili parti dello scafo in legno che emergono dal fondale. Le opere di bonifica continueranno per mesi e al momento sono state sospese a causa delle pessime condizioni meteo, per il freddo e il forte vento. 

I primi risultati dell'intervento di bonifica
I primi risultati dell'intervento di bonifica sono stati presentati questa mattina di lunedì 26 febbraio nella sede della Prefettura di Gorizia alla presenza del prefetto Massimo Marchesiello e dei rappresentanti del Gruppo operativo subacquei del Comando subacquei e incursori della Marina militare, il Comsubin. Sono state descritte le operazione di bonifica subacquea di ordigni esplosivi rinvenuti sul relitto austro-ungarico della prima guerra mondiale, nelle acque prospicienti il porto di Grado.
 
​Scoperto pochi mesi fa 

Il relitto, che si trova immerso a circa 2,5 miglia nautiche dal porto di Grado, è stato scoperto nel dicembre 2017 durante un’immersione scientifica e, a seguito di un sopralluogo condotto da parte dei sommozzatori della polizia di Stato, la Prefettura di Gorizia ha richiesto al Comsubin di eseguire un intervento di bonifica d’urgenza con l’impiego degli assetti del Gruppo operativo subacquei, il Gos, per rimuovere dal relitto i numerosi ordigni esplosivi della prima guerra.

Operazioni ad alto rischio 
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i reparti subacquei della Marina militare conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne del Paese, come ribadito dal decreto del Ministero della difesa del 28 febbraio 2017, attraverso lo svolgimento di operazioni subacquee ad alto rischio che hanno come finalità il ripristino delle condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
 
A margine della presentazione di oggi anche l’intervento del personale dell’Ufficio storico della Marina militare che ha illustrato gli aspetti storici della vicenda inquadrata nella difesa di Venezia a opera della Regia Marina durante la Grande Guerra.  
 

 


La storia del relitto 
Il relitto è quanto rimane di una delle piccole unità litoranee appartenenti alla Flottiglia lagunare della Marina Austro-Ungarica, la Kaiserliche un Köningliche Lagunenflottille. La Flottiglia, basata a Trieste, operava sotto il nome in codice di Aquädukt, cioè acquedotto, e nacque nel dicembre del 1915 su proposta del comandante marittimo di Trieste, ammiraglio Alfred von Kaudelka.

I rifornimenti via mare alle truppe
Era destinata ad alleggerire la rete ferroviaria nella zona lagunare del Golfo di Trieste effettuando rifornimenti via mare alle truppe e alle località situate tra la ferrovia e la costa. La flottiglia era composta di cannoniere, rimorchiatori, batterie costiere e reparti di vigilanza costiera. Le cannoniere della Flottiglia effettuarono anche il servizio di difesa e sbarramento del porto di Trieste, mentre i rimorchiatori furono spesso utilizzati per il servizio di dragaggio delle mine.
 
Le operazioni offensive degli austriaci
A partire dalla metà del 1917 la Flottiglia lagunare fu incaricata anche del trasporto di truppe verso il fronte e la sua attività divenne frenetica durante le operazioni offensive degli austriaci del novembre 1917, violentemente contrastate dall’azione italiana che poteva avvalersi, sul lato a mare, delle micidiali artiglierie installate sui numerosi pontoni armati schierati dalla Regia Marina italiana.

I compiti della Flottiglia lagunare
Poiché le truppe italiane avevano distrutto alle loro spalle i ponti e le ferrovie nel corso del ripiegamento verso il Piave, gran parte dei rifornimenti necessari all’esercito austro-ungarico in avanzata furono trasportati dai mezzi della Flottiglia lagunare. Al comandante della Flottiglia furono assegnati per questo anche i piroscafi Adria, Kvarnez, Risano, Valona, Monfalcone e Bilinski.

Furono requisiti, inoltre, circa 40 trabaccoli che aumentarono le capacità di trasporto di derrate e rifornimenti lungo la rete di canali interni verso il fronte. Alla Flottiglia della laguna fu affidato anche il servizio di manovalanza per trasbordare i rifornimenti dai convogli ferroviari in arrivo nel porto di Trieste ai natanti, nonché il compito di costituire e scortare i convogli di imbarcazioni da carico rimorchiate utilizzati quali vettori per il traffico di approvvigionamenti. 
 
Nell’ambito della difesa di Venezia
Nell’ambito della difesa di Venezia, tra la fine del 1917 e il giugno del 1918, le forze aeronavali italiane svolsero un’intensissima attività di interdizione del traffico costiero avversario. Molte barche austro-ungariche furono distrutte o messe fuori combattimento, principalmente a opera dell’aviazione navale, così come con la guerra di mine.

Le imbarcazioni affondate 
Ci furono anche altre cause di perdite, come i fortunali autunnali: il 10 novembre 1917, ad esempio, la Flottiglia lagunare austriaca registrò la perdita di due barconi che facevano parte di un convoglio trainato dal rimorchiatore Kvarner. Una delle imbarcazioni, verosimilmente un trabaccolo, tipica imbarcazione da lavoro in uso nell’alto Adriatico, si capovolse e affondò davanti a Grado, trascinando con sé il cannone da 150 mm che trasportava verso il fronte, con le relative munizioni, senza peraltro che venissero registrate perdite umane: è questo il mezzo che sta recuperando la Marina con i suoi polombari. 

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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