Insetticida tra i prosciutti marchiati Dop, il no del Tar all'azienda che chiedeva di essere risarcita

Martedì 7 Febbraio 2023 di Cristina Antonutti
Insetticida tra i prosciutti marchiati Dop, il no del Tar all'azienda che chiedeva di essere risarcita

UDINE - Chiuse le indagini sui trattamenti disinfestanti che sarebbero stati fatti tra i prosciutti in fase di stagionatura e destinati a essere marchiati con il simbolo del San Daniele. A scoperchiare il caso, tra il 2021 e il 2022, sono stati i carabinieri del Nas di Udine, la cui attività ha portato la Procura di Udine a contestare il reato di frode in commercio, nella forma aggravata che riguarda i prodotti tutelati dal marchio Dop.

Prosciutti trattati con disinfestanti, le aziende coinvolte

Due sono le aziende che nei mesi scorsi hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini: la Selva Alimentare Spa che ha sede legale a Felino (Parma) e la A&B Prosciutti Spa di San Daniele.

Quest'ultima si è tutelata anche davanti al Tar di Trieste con un ricorso contro l'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, tutelata dall'avvocato Luca De Pauli. Un ricorso finalizzato ad ottenere l'annullamento di tutti provvedimenti presi nei confronti dell'azienda, compresi quelli relativi al blocco dei prosciutti da parte del Nas, agli esiti dei campionamenti e ai pareri dell'Istituto superiore della Sanità. Era stato chiesto un risarcimento del danno pari a 1,5 milioni di euro, ma il Tribunale amministrativo regionale non ha accolto le rimostranze del prosciuttificio.


Prosciutti inadatti al consumo umano


L'Azienda sanitaria aveva disposto che i prosciutti appartenenti a lotti risultati positivi agli antiparassitari nelle parti edibili fossero considerati inadatti al consumo umano; che i lotti in cui fosse stata riscontrata la presenza di sostanze chimiche nella parte superficiale fossero sottoposti a idonea pulizia eliminando cotenna e grasso di rivestimento; di prevedere un piano di analisi in autocontrollo di tutti i lotti da parte del prosciuttificio. L'impossibilità di escludere con certezza la presenza di rischi per la salute dei consumatori aveva indotto i veterinari ad adottare provvedimenti severi, coincisi con lo stop alla commercializzazione di centinaia di cosce Dop. Un danno notevole per la società. Ma per i giudici del Tar i provvedimenti impugnati sono legittimi e le censure sollevate dalla A&B non li intaccato. Il ricorso è stato pertato respinto.


La sospetta frode


Alla A&B la Procura contesta l'illecito amministrativo legato al fatto di non aver adottato modelli organizzativi, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021, che impedissero negli stabilimenti di San Daniele e Ampezzo di effettuare trattamenti antiparassitari non ammessi dal disciplinare di produzione della Dop Prosciutto di San Daniele. Per l'ipotesi di frode in commercio sono stati indagati il legale rappresentante Claudio Aimaretti e il direttore generale Tiziano Chiarandon. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra la disinfestazione del marzo 2018 e quella di settembre 2020 sarebbe stati marchiati e messi in commercio 648mila prosciutti, mentre tra marzo e dicembre 2021, sarebbero stati destinati alla vendita altri 98mila, oltre a 8.500 tra nazionali e guanciali. Nelle fatture si parla di trattamenti contro acari e insetti volanti, trattamenti affidati a una ditta di Parma. Le stesse ipotesi di accusa sono mosse nei confronti della Selva Alimentari e dei due responsabili, il legale rappresentante Emilio Sassi di Colorno (Parma) e il direttore pro tempore del prosciuttificio, il gemonese Uli Gubiani. Secondo i carabinieri del Nas, anche in questo caso sostanze come quelle contenute nell'Etox 5 Me, ad esempio, sarebbero state spruzzate o nebulizzate senza spostare i prosciutti che si trovavano nei saloni destinati alla stagionatura. Per la Selva i periodi contestati vanno dal 2019 al 2021: 277mila prosciutti. In tutti e due i procedimenti la Procura ha indicato come parte offesa il Consorzio del prosciutto di San Daniele.
 

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