Emergenza profughi, cartelli anti-bivacchi e controlli sanitari

Domenica 26 Agosto 2018 di Camilla De Mori
Emergenza profughi, cartelli anti-bivacchi e controlli sanitari
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UDINE - Cartelli anti-bivacchi per proibire ai migranti di consumare i pasti all'aperto, nei parchi o nelle aree verdi per strada, e controlli sanitari potenziati. E con l'arrivo dell'autunno, anche i vigilantes, come annunciato, per rafforzare la percezione di sicurezza degli udinesi. È la strategia che sarà messa in campo nelle prossime settimane dall'amministrazione Fontanini in città, così come la illustrano lo stesso sindaco e l'assessore Giovanni Barillari, che per domani ha convocato a Palazzo le autorità sanitarie e la Cri per fare il punto  sullo stato di salute dei migranti. Il tutto nel giorno in cui arriva la notizia tanto attesa del trasferimento fuori regione di «un numero significativo» di profughi oggi ospitati alla Cavarzerani, che ha raggiunto quota 450-460, secondo i conteggi della Croce rossa, cui vanno aggiunti la settantina di migranti alloggiati alla caserma Friuli.
TRASFERIMENTI«Una bella notizia». Così il primo cittadino Pietro Fontanini commenta a caldo l'annuncio dell'operazione della Prefettura, che servirà ad alleggerire la Cavarzerani. «Siamo stati informati che sposteranno queste persone, anche se non sappiamo ancora quante. Avevamo raggiunto i limiti di guardia. È c'è la previsione che nelle prossime settimane arrivino altri profughi. La Cavarzerani dovrebbe ospitare 320-330 persone, secondo il nuovo bando. In quel caso, saremmo nei numeri previsti dall'accordo Anci-Ministero, che prevedeva un tetto fra i 250 e i 300 migranti. Tutti gli altri alloggiati negli appartamenti andranno ad esaurimento». Fontanini ha già annunciato lo stop ad Aura. «Adesso si stanno arrabbiando tutti perché ad alcuni andava bene come si faceva prima, ma a noi no. Ho sempre detto che il numero di profughi in città era troppo alto. È difficile integrare le persone quando non si può dare loro un reddito dignitoso. Quindi, di fronte a questa situazione è illusorio tenere numeri alti», conclude il sindaco.
CARTELLIMa il primo cittadino ha altre frecce al suo arco. «Oltre all'ordinanza che già c'è - spiega - farò preparare dei cartelli in cui, ad esempio, proibirò i bivacchi. Cominceremo a sistemarli in piazzale D'Annunzio, ma anche in altre aree dove mangiano all'aperto, per proibire che i profughi sostino sotto gli alberi a bivaccare. Sono cose che non devono più fare. Fino a prova contraria, mangiano tutti o alla Cavarzerani o in mensa. Non è necessario che vadano a mangiare nei parchi pubblici». Fontanini confida poi che la sorveglianza privata possa essere attivata «per fine settembre o al massimo i primi di ottobre».
SALUTEDomani in commissione Barillari ha fatto convocare i vertici sanitari («Avremo in audizione il direttore del distretto Canciani, la dottoressa Brussi del dipartimento Prevenzione e il direttore della Cri Di Lenardo»). Il suo obiettivo? «Voglio fare il punto della situazione. Ci sono segnali di allarmismo da parte di diversi genitori. A manifestare dei timori, soprattutto le mamme che portano i figli nei parchi, dove usano i giochi che i profughi usano per dormire. Ci chiedono: i nostri figli rischiano qualcosa? Proprio per evitare allarmismi, vogliamo dare delle risposte». E, per farlo, spiega l'assessore, «cominciamo dalla Cavarzerani, l'unico posto dove c'è un punto di sorveglianza attivo. Chiederemo se le malattie sono aumentate fra i profughi, se servono altri presìdi sanitari, quanti ricoveri vengono fatti. Come Comune, chiederemo cosa possiamo fare: solleciteremo l'autorità sanitaria a manifestarci eventuali esigenze. Poi, sulla base dei dati, stabiliremo la strategia da adottare. Il Comune è disponibile: questa è una chiamata all'azione, è chiaro». Perché la domanda che Barillari si pone è un'altra: «Vorrei sapere: ma tutti gli altri profughi in città fuori dalla caserma da chi sono seguiti? Vogliamo capire se è vera la sensazione diffusa in città che chi non è alla Cavarzerani o alla Friuli non sia sottoposto a controlli sanitari. Nelle caserme sono controllati, altrove non lo so: chiederemo al distretto se hanno dei dati. Ci interessa l'incolumità sanitaria dei migranti e ci interessa che non portino malattie. La nostra salute è garantita dalla loro». Anche il sindaco preme per un potenziamento dei controlli. «Vogliamo che siano controllati anche fuori dalla Cavarzerani. Le risorse? Nel caso, penso che dovrebbe essere l'Azienda sanitaria a sobbarcarsi questi oneri e non il Comune».
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