«Andiamo a trovare i malati» e rubavano costosi apparecchi

Martedì 24 Luglio 2018 di Paola Treppo
«Andiamo a trovare i malati» e rubavano costosi apparecchi
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PALMANOVA e NORDEST - Si fingevano pazienti o visitatori negli ospedali, poi avuto accesso nei reparti rubavano costosissime apparecchiature per visite endoscopiche: catturati.

Si è conclusa in questi giorni l’indagine “Take-away probe” sviluppata dal Norm della Compagnia Carabinieri di Palmanova, comandato dal luogotenente Alessandro Maggio, che ha portato all’arresto di 3 cittadini colombiani e all’emissione di ulteriori 4 mandati di arresto europeo. L’operazione ha permesso di contrastare un sodalizio criminale dedito al furto e alla successiva spedizione in Colombia di apparecchiature endoscopiche.

Il via all’attività investigativa: il furto all’ospedale di Palmanova
L’attività investigativa ha inizio in seguito al furto di 7 sonde endoscopiche e di 2 sistemi televisivi per endoscopia del valore di quasi 300.000 euro, avvenuto il 27 agosto 2016 presso il reparto di gastroenterologia dell’ospedale di Palmanova (Udine).

Le indagini, svolte e protrattesi per quasi due anni, hanno consentito sia attraverso le tradizionali metodologie investigative sia grazie al successivo ricorso a mezzi tecnici, di giungere all’individuazione dei responsabili del furto successo nel nosocomio della città stellata, identificati in 4 cittadini colombiani (2 uomini e 2 donne), che avevano la loro base operativa in provincia di Milano, dove potevano contare sull’appoggio logistico garantito da altri loro connazionali residenti nel capoluogo lombardo.

L’organigramma del sodalizio colombiano e il loro modus operandi
Il gruppo che è composto da soggetti incensurati in Italia e specializzati nel furto di apparecchiature endoscopiche, per muoversi sul territorio nazionale si è servito di auto a noleggio ed è entrato in azione generalmente nei fine settimana, allorquando le strutture sanitarie sono notoriamente meno presidiate anche a causa della sospensione degli esami diagnostici cui le sonde sono normalmente destinate.

Una volta raggiunti gli ospedali designati e individuato il reparto e, o, i locali all’interno dei quali sono custodite le costose apparecchiature, hanno iniziato un sopralluogo che gli ha permesso di monitorare gli spostamenti del personale medico e infermieristico, scegliendo il momento più propizio per entrare in azione. Una volta commesso il furto le apparecchiature sanitarie che sono di ingombro ridotto, sono state nascoste all’interno di borsoni o trolley e portate all’esterno dell’ospedale.

Anche la composizione eterogenea del gruppo non è casuale e ha la finalità di scongiurare controlli più approfonditi da parte delle forze di polizia in quanto, all’apparenza, i criminali, sono assimilabili a padre e figlia o marito e moglie. Inoltre le donne, durante l’azione criminosa fanno da “palo” sia all’interno del reparto che all’esterno dello stesso e  hanno il compito di intrattenere, con la simulata richiesta di informazioni, eventuali soggetti arrivati mentre è in corso il furto, consentendo così ai complici di portarlo a termine o di garantirsi la fuga.

Il furto messo a segno all’ospedale di Pinerolo (Torino)
L’attività investigativa e gli elementi probatori raccolti, hanno permesso di appurare che, in data 27 novembre 2016, la banda, con lo stesso modus operandi, si è resa anche protagonista di un furto di apparecchiature endoscopiche presso l’ospedale Edoardo Agnelli di Pinerolo (Torino) per un valore complessivo di 472.000 euro. In questo caso i carabinieri della compagnia di Palmanova, comandata dal capitano Stefano Bortone oltre a individuare i responsabili, tutti di nazionalità colombiana, sono riusciti a recuperare tutta la refurtiva, già spedita alla volta della Colombia, intercettandola presso l’ufficio postale di Cernusco sul Naviglio (Milano).  I pacchi sono stati radiografati con apposite apparecchiature presso l’aeroporto di Malpensa ed analizzati da personale del RIS dei carabinieri di Parma al fine di rilevare eventuali impronte dei ladri.

Le catture 
Il 19 giugno 2016 il Tribunale di Udine ha emesso 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere e i corrispondenti Mae nei confronti di Sanchez Nieto Luis Alejandro, Castaneda Sanchez Cindy Johana, Casas Jose Joaquin e Castillo Garcia Claudia Patricia.

Nel mese di ottobre 2017 le autorità spagnole, presso l’aeroporto internazionale di Madrid, dando corso al Mae, hanno arrestato Casas Jose Joaquin, successivamente estradato in Italia.

Nel mese di marzo 2018 la Polizia di Frontiera del Traforo del Monte Bianco (Aosta) ha arrestato Castaneda Sanchez Cindy Johana sul confine italiano, in ingresso dalla Francia, Infine, ad aprile di quest’anno le autorità francesi, nel centro di Parigi, dando corso al Mae  procedevano all’arresto di Sanchez Nieto Luis Alejandro, poi estradato in Italia.

Gli sviluppi investigativi che li incastrano anche per il furto al Cattinara di Trieste e a Pola in Croazia
Gli elementi investigativi sin a quel momento raccolti hanno consentito di attribuire al gruppo anche il furto di apparecchiature endoscopiche verificatosi in data 14 agosto 2016 presso l’ospedale di Cattinara (Trieste) dove hanno rubato 15 video-endoscopi del valore totale 345.000 euro nonché il furto di sonde endoscopiche per un valore di 750.000 Kune (circa 100.000 euro) verificatosi in data 22 agosto 2016 presso l’ospedale di Pola (Croazia).

Le ultime misure eseguite e la ricerca dei latitanti
Il 22 giugno 2018 il Gip di Torino, vagliato il materiale probatorio e concordando totalmente con gli elementi indiziari raccolti dai militari del Norm di Palmanova, ha emesso, in relazione al furto perpetrato presso l’ospedale Edoardo Agnelli di Pinerolo (Torino), 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Sanchez Nieto Luis Alejandro, Castaneda Sanchez Cindy Johanna, Corredor Fuentes William David, Garcia Rodriguez Johanna Paola E Guerrero Montezuma Cristian David.

I primi 2 provvedimenti cautelari nei confronti Sanchez Nieto Luis Alejandro, Castaneda Sanchez Cindy Johanna, venivano eseguiti all’inizio di luglio presso la casa circondariale di Trieste, ove risultano ancora detenuti.

Sono tutt’ora in corso attive ricerche per localizzare e rintracciare i restanti componenti del sodalizio criminoso che, a conti fatti, utilizzando sempre lo stesso modus operandi, si è reso responsabile, a più riprese, di una serie di furti sia in Patria che all’estero per un valore totale che supera il milione e 200mila euro.
Ultimo aggiornamento: 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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