La rabbia dei pendolari: «Treni bloccati dai profughi scaricati vicino ai binari»

Domenica 26 Luglio 2020 di Camilla De Mori
Un passaggio a livello
Non solo «la rete colabrodo» con i passaggi a livello che si guastano a ripetizione. Ora, per chi si mette in viaggio in treno (per la verità ancora non moltissimi) in regione c’è anche l’incognita profughi. Già, perché, a detta dei comitati pendolari Fvg, nell’ultimo mese e mezzo si sono verificati almeno tre episodi che avrebbero visto protagonisti (loro malgrado peraltro) degli stranieri, finiti chissà come vicino ai binari, forse nel loro viaggio della disperazione. Secondo Andrea Palese (comitato pendolari Alto Friuli) è probabile che siano «profughi della rotta balcanica, che entrano o da Gorizia o da Trieste». E, se finiscono a ridosso sui binari, «Rfi dispone all’istante il blocco della circolazione e i treni si fermano», a sacrosanta tutela della loro salute, ma con inevitabili disagi anche per i viaggiatori. Nel loro dossier, i comitati pendolari Fvg annoverano «diversi eposodi lungo la linea Trieste-Udine», dove la presenza di «persone estranee lungo i binari è diventata una triste abitudine»: «Giovedì 18 giugno si sono verificati ritardi fino a 30 minuti lungo la tratta Cormons-Gorizia, sabato 18 luglio invece si è bloccato il tratto tra le stazioni di Udine e San Giovanni al Natisone, con treni in ritardo tra i 20 e 55 minuti per effettuare lo sgombero degli estranei». Inoltre, «giovedì 23 luglio tra le ore 8.10 e le 9.20 si è verificata un’anormalità di circolazione tra Cormons e Gorizia per la presenza di persone estranee lungo la linea, alcuni profughi della rotta balcanica, causando ritardi tra i 23 e 38 minuti e un treno sostituito con bus». Secondo i comitati questo fenomeno è «molto pericoloso»: serve «un intervento deciso da parte delle forze dell’ordine che dovrebbero rafforzare la vigilanza». L’invito di Palese è alla Polfer perché potenzi i controlli.
«LA RETE COLABRODO»
Ma la vera croce dei viaggiatori è la «rete colabrodo». Al cantiere di Aurisina (per la frana del 22 giugno), che fino al 21 agosto incide sul traffico fra Monfalcone e Trieste («Con oltre metà treni autosostituiti»), si sommano infatti i disagi causati da guasti e anomalie. I comitati Fvg ne hanno contati quasi una decina nell’ultimo periodo. L’ultimo episodio venerdì, quando «la circolazione lungo la Udine-Trieste è stata interrotta dalle 7.30 alle 9.30 a causa di un incidente che ha coinvolto un passaggio a livello a Fogliano. Per cause ancora da determinare un camion ha abbattuto il passaggio a livello e alcuni pali della linea elettrica di alimentazione determinando il blocco della circolazione. Sono stati coinvolti una dozzina di treni» Risultato: ritardi fino a 77 minuti, convogli limitati, soppressioni. «Trenitalia ha attivato bus sostitutivi tra Monfalcone e Gorizia per assicurare i collegamenti, ripresi con forti ritardi dopo le 9.30 e con circolazione a senso unico alternato. L’unica nota positiva è stata la presenza del Desk con le “giubbe rosse” di Trenitalia a Gorizia, Monfalcone e Cervignano. La Direzione Trenitalia ha garantito in un caso il ristoro delle spese del taxi sostenute da una utente». Ma quello di venerdì è stato solo l’ultimo episodio di una «settimana nera», iniziata mercoledì 22 con un’anormalità fra Pm Vat e Udine per un guasto («sei treni coinvolti, con 2 soppressioni e ritardi tra 10 e 35 minuti) e «un guasto ai sistemi di bordo del treno R20989 che ha causato la soppressione del treno fra Redipuglia-Monfalcone: i viaggiatori sono stati trasbordati nella stazione di Sagrado sul R2451. R20978 è ripartito da Redipuglia con un ritardo di 59 minuti». Il 23 luglio un’altra «anormalità» sulla Trieste-Monfalcone: ritardi per 4 treni «da 10 a 50 minuti». La Udine-Cervignano, poi, mostra sempre più le corde, con problemi a ripetizione sui passaggi a livello: i pendolari hanno evidenziato anomalie il 1. giugno («guasto al passaggio a livello di Risano, ritardi fino a 60 minuti»), il 29 («guasto tecnico con ritardi tra 15 e 45 minuti»), il 10 luglio («passaggio a livello abbattuto da un’auto con ritardi tra 15 e 45 minuti») e l’11 luglio («guasto dovuto ad avverse condizioni meteo»). Secondo Palese «chi abbatte le barriere andrebbe multato: servono le telecamere». I comitati puntano l’indice su Rfi ritenendo il suo operato «non soddisfacente». 
Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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