Ottavo e 3° Reggimento alpini: via
le caserme Francescatto e Cantore

Sabato 29 Ottobre 2016 di Paola Treppo
Addio alla Francescatto

CIVIDALE DEL FRIULI, VENZONE e TOLMEZZO (Udine) - Ha chiuso caserma degli alpini, la “Francescatto” di Cividale del Friuli in seno alla riunificazione dell’8° Reggimento Alpini nella sede di Venzone. Questa mattina di ieri, venerdì 28 ottobre, alla presenza di autorità civili, religiose e militari, e sulle note della Fanfara della Brigata Alpina “Julia", alla caserma “Francescatto” di Cividale del Friuli, si è tenuta la cerimonia di commiato della Bandiera di Guerra dell’8° Reggimento Alpini. La Bandiera, insignita di numerose e importati onorificenze, è stata salutata con i massimi onori da tutto il personale del Reggimento, che si trasferisce alla Caserma “Feruglio” di Venzone. Lo spostamento della Bandiera sancisce formalmente la riunificazione del Reggimento presso l’unica sede di Venzone.

Le reazioni a Cividale
«Eccoci arrivati all’atto all’atto finale: l’8° Reggimento Alpini lascia Cividale, nonostante i molteplici tentativi che sono stati fatti per cercare di mantenere la sede e gli uomini nella città ducale» dice il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli. «Può ben gioire il sindaco di Venzone che, correttamente, si rende disponibile ad attivare tutta una serie di servizi per gli oltre 200 alpini che da Cividale vengono trasferiti alla caserma Feruglio, e che sottolinea come nel corso degli anni, molti militari che operano a Venzone hanno trovato casa in paesi o in località limitrofe. A Cividale, a parte le vuote parole di circostanza, rimarrà il danno che non sarà sanabile né in termini affettivi e di attaccamento della Città al suo Reggimento, né in termini economici». «Non mi si venga a dire - conclude Novelli - che all'interno dell'area abbandonata si faranno cose mirabolanti. Me lo auguro davvero, ma per ora constato che la difficile partita politica che doveva essere portata avanti in squadra per andare fino in fondo nel difficile ma non impossibile tentativo di fare rimanere l'8° a Cividale, è stata giocata in proprio da qualcuno che, probabilmente, aveva già in testa strategie future diverse dalla presenza degli uomini degli alpini».

Chiude anche la Cantore di Tolmezzo, è polemica 
«La chiusura della caserma Cantore rappresenta un altro duro colpo per la Carnia destinata a un impoverimento irreversibile. Del tutto inesistente e inefficace l’azione della Regione a difesa della montagna che, dopo la perdita del tribunale, ora sconta un'altra grave penalizzazione con contraccolpi molto negativi in termini sociali, economici e anche di sicurezza»; è molto preoccupato il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, per le conseguenze che il trasferimento degli alpini del Terzo reggimento da Tolmezzo a Remanzacco produrrà per la Carnia con tante famiglie in partenza verso la nuova destinazione, paesi che continueranno a svuotarsi, scuole con numero di alunni in continua flessione, servizi via via ridimensionati e un’economia in crescente sofferenza. Segnali inequivocabili di un declino senza speranza.

«Un trasloco senza logica se non quella di depotenziare un territorio già in grave difficoltà come quello della nostra montagna, e di sradicare intere famiglie da comunità già piccole impoverendole ulteriormente» commenta Fontanini manifestando forte disapprovazione anche per il trasferimento dell’8°Alpini da Cividale alla Feruglio di Venzone. «Inevitabile sarà che, data la carenza di spazi e gli elevati numeri di extracomunitari in arrivo – continua il presidente –, le strutture lasciate vuote dai militari vengano utilizzate per l’accoglienza dei profughi.  Altra batosta per una zona, quella della montagna, praticamente lasciata a se stessa e che, giustamente, in questi giorni ha manifestato la sua contrarietà sull’utilizzo degli immobili per i migranti. Un attacco che va rivolto alla Regione e in particolare alla Serracchiani che detiene la delega alle politiche per la montagna. Assolutamente inefficace l’azione per difendere il Tribunale e anche per mantenere aperta la Cantore. La montagna è stata abbandonata nelle sue difficoltà. I segnali per una ripartenza sono purtroppo davvero troppo pochi e isolati contro uno spopolamento e una deriva ormai inarrestabili. Anche la forte tempra della gente di montagna da sola non basta per superare questa ennesima dura prova dopo le tante già patite dal territorio tra cui la pesante vicenda della crisi CoopCa».


 

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