Gli ospedali si riempiono, a Palmanova 50 nuovi posti Covid 19

Venerdì 30 Ottobre 2020 di R.U.
L'ospedale di Palmanova

La situazione dei contagi da coronavirus in Friuli Venezia Giulia diventa sempre più allarmante e per far fronte ai ricoveri di futuri pazienti, l’Azienda sanitario universitaria del Friuli Centrale ha comunicato questa sera che, in base ai dati e alle previsioni effettuate (solo oggi 505 nuovi contagi e e sette decessi da Covid-19, con 35 pazienti in cura in terapia intensiva e a 161 i ricoverati in altri reparti della regione), si stima un possibile aumento della curva epidemiologica nelle prossime settimane. «A tal fine - si spiega in una nota dell'Asufc - si è reso necessario reperire non solo spazi, già individuati, da dedicare all’emergenza ma anche risorse umane specializzate da destinare a tali strutture per garantire la necessaria assistenza a tutti i soggetti che possano aver bisogno di ricoveri presso le strutture Covid.

Si è pertanto individuato nel personale di alcune sezioni mediche gli operatori da disporre presso tali strutture, senza modificare l’attività chirurgica e la ripresa pressoché totale che Asufc ha garantito finora».


In particolare, è stato individuato l’ospedale di Palmanova come struttura dedicata dove le sezioni mediche sono state convertite e dove sono stati già predisposti 55 posti letto in grado di garantire assistenza specializzata.
«L’emergenza in atto comporta la riconversione di alcune strutture territoriali che la Direzione aziendale sta attuando per far fronte ai bisogni assistenziali della popolazione».

LA RICERCA DI ALBERGHI

Così come avvenuto in altre province italiane, alla luce dell’aumento esponenziale dei casi di contagio, anche l’Azienda sanitaria Friuli Centrale ha pubblicato un avviso per la manifestazione di interesse finalizzata all’individuazione di operatori economici interessati alla messa a disposizione e gestione di una struttura residenziale per l’accoglimento di ospiti COVID-19 positivi, il così detto “Hotel Covid”. Gli operatori economici interessati dovranno far pervenire la loro proposta entro le ore 12.00 del 4 novembre prossimo.

LE CARATTERISTICHE

La struttura, secondo quanto specificato nell’avviso, deve possedere l’autorizzazione all’esercizio di servizi residenziali per anziani non autosufficienti di terzo livello, può essere organizzata su più moduli, e localizzata preferibilmente, ma non esclusivamente, nell’Area Udinese; deve garantire la non promiscuità rispetto al contesto abitativo civile e deve garantire altresì il completo isolamento rispetto alle altre eventuali attività residenziali/semiresidenziali già in essere, nonché la massima attenzione logistico-organizzativa per la gestione in sicurezza dei percorsi, dei servizi e degli approvvigionamenti.
Viene richiesta la messa a disposizione e gestione di almeno 60 posti letto, di cui tre da destinare a Residenza per Anziani non autosufficienti e Rsa per l’accoglienza di ospiti Covid positivi o sospetti Covid. Ai proprietari/gestori della/e struttura/e in possesso dei requisiti sopra delineati, si richiede la messa a disposizione di personale sanitario e sociosanitario secondo la normativa regionale vigente. L’Asufc da parte sua garantirà l’assistenza medica con presenza attiva nella struttura adeguata al numero di posti letto occupati. La disponibilità della struttura dovrà essere garantita infine sino al 31 gennaio 2021, eventualmente prorogabile in base all’andamento dello stato di emergenza epidemiologica.


PROTESTE DAL TERRITORIO

La decisione dei giorni scorsi di riconvertire i reparti di alcuni ospedali territoriali tra cui Gemona e Cividale per garantire la continuità dell’assistenza ai pazienti che non necessitano più delle cure tipiche della fase acuta, sta generando diverse proteste. Nella cittadina pedemontana, con personale trasferito a dare man forte a Udine, è stata lanciata una petizione per dire No alla chiusura del Punto di Primo Intervento del “San Michele”. L’hanno firmata una quarantina di persone, ma altre se ne stanno aggiungendo dopo che il documento è stato reso di pubblico dominio. “L’ennesimo affronto che il nostro territorio subisce da scelte “puramente politiche” che non vengono pianificate su dati concreti ma che in un momento difficile di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo lo condannano ulteriormente ad un isolamento sociale ed economico rispetto al resto della regione” attaccano i promotori. Stessi concetti espressi nel cividalese, il cui personale medico è stato trasferito al reparto Covid di Palmanova, con la consigliera regionale Simona Liguori (Cittadini) che denuncia: “La chiusura nelle prossime ore del reparto di Medicina, che comporterà le dimissioni o la collocazione fra Rsa e altre strutture delle persone attualmente ricoverate, l’abbiano letta dalla stampa, dal vicegovernatore Riccardi nemmeno una parola in consiglio regionale. Siamo seriamente preoccupati per il sistema sanitario territoriale della città ducale e delle Valli del Natisone”.

IL CASO CONCORSO

Aspiranti collaboratori amministrativi della Regione chiamati a partecipare ad un concorso negli stessi spazi del nuovo Centro tamponi alla Fiera di Martignacco. Il pericoloso incrocio, secondo quanto denunciato dal consigliere regionale del M5S, Cristian Sergo, si è registrato ieri mattina. “Le prove scritte pratiche per 250 partecipanti del concorso dell’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute si sono tenute all’ente fieristico - spiega Sergo - avevamo segnalato alla Direzione Salute una situazione analoga nelle settimane scorse a Monfalcone, augurandoci che non si ripetesse e infatti li son stati presi i dovuti accorgimenti ma a Martignacco a quanto pare non è stato così”.

Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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