La grande fuga degli infermieri, l'allarme dei sindacati: «Manca personale, ospedali al collasso»

Domenica 3 Ottobre 2021 di Camilla De Mori
Carenza di infermieri negli ospedali
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UDINE - Servizi sanitari di Asufc «a rischio collasso». Perché non c’è abbastanza personale e perché nei primi sei mesi di quest’anno c’è stata «un’emorragia di personale infermieristico, emorragia o fuga certificata nel rendiconto del primo semestre 2021 dall’azienda stessa». E il quadro potrebbe peggiorare dopo le sospensioni dei non vaccinati (per ora ne sono state fatte 12, a quanto detto dalla direzione).

A sostenerlo sono i dirigenti sanitari Cisl Fp dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Massimo Vidotto, Giuseppe Pennino, Fabrizio Oco, Nicola Cannarsa, che, dopo aver più volte segnalato problemi puntuali, hanno sottoscritto un documento in cui esprimono, dati alla mano, la loro profonda preoccupazione per la tenuta del sistema. Ma della “fuga” degli infermieri aveva parlato anche Afrim Caslli (Nursind), che, di fronte all’annuncio delle quasi 200 assunzioni aveva ricordato i circa «140 che in un anno si sono dimessi, si sono spostati altrove o sono confluiti nella libera professione». Preoccupazione era stata espressa in proposito anche da Andrea Traunero della Cgil Fp. 

LA CISL
La preoccupazione della Cisl Fp «nasce dall’analisi dei dati del rendiconto dei primi 6 mesi 2021 e dall’aggiornamento del Pal 2021 datato 20 agosto, non tralasciando le conseguenze della sospensione del personale non vaccinato». I sindacalisti fanno i conti: se al 31 dicembre 2018 la somma delle Aziende confluite in AsuFc «era di 8.939 dipendenti», il 30 giugno 2021 «l’azienda certifica 8.632 dipendenti (dotazione organica istituzionale), 201 dipendenti straordinari di “dotazione covid” (159 comparto e 42 dirigenza) per un totale di 8.833 unità. In 2 anni e mezzo le Aziende Sanitarie confluite in Asufc hanno perso 307 dipendenti (239 comparto e 68 dirigenti), situazione surreale iniziata con una drastica riduzione durante la fase commissariale (anno 2019) e che continua a tutt’oggi, nonostante l’emergenza sanitaria che perdura da 20 mesi», scrivono, parlando di «emorragia o fuga» del personale nel primo semestre. «Il delta negativo tra immissioni in servizio e cessazioni è da brivido, sono usciti dal sistema 67 colleghi del profilo infermieri-ostetrici, dati in continuo peggioramento viste le continue cessazioni di infermieri». Ma il fenomeno sta interessando anche gli oss, che lamentano «oltre alla mancata valorizzazione economica, una totale mancanza di rispetto e considerazione per l’attività svolta». Una forma di «malessere organizzativo».

LE ASSUNZIONI
La Cisl poi mette i puntini sulle “i” anche sulla quota di 200 assunzioni di infermieri che «va drasticamente ridimensionata; 76 infermieri sono già in servizio a tempo determinato, altri 46 lavorano nelle case di riposo, quindi solamente 77 rappresentano le nuove “risorse” fresche per il sistema salute e molti rinunciano». Il sindacato sollecita «una sana trasparenza che latita sempre di più» sui numeri degli infermieri cessati, sulle effettive assunzioni rispetto ai dichiarati vincitori, sulle assegnazioni. «Se questi dati venissero comunicati avremmo una chiara immagine del progressivo livello di “tenuta” del sistema salute». Invece, «da anni a prescindere dai governi regionali e dalla composizione delle direzioni aziendali assistiamo solamente ad annunci mediatici di assunzioni quando nei fatti il personale è sempre meno e i documenti aziendali lo attestano». Infine i sindacalisti Cisl sottolineano quella che secondo loro è «la più incredibile e vera delle contraddizioni: la riduzione del limite della spesa sul personale di 371 milioni nel 2021 rispetto ai 374,8 milioni del 2020 ossia 3,5 milioni in meno. Fortunatamente i vertici aziendali, nel rendiconto del secondo trimestre 2021 ritengono “imprescindibile confermare almeno un incremento del limite di spesa sul personale pari almeno al 2020”». 

LA CGIL
Anche Andrea Traunero (Cgil Fp) non nasconde la sua preoccupazione che, dice, il suo sindacato ha espresso a più riprese. «Già a gennaio, quando c’era Braganti alla direzione, avevamo inviato delle note per la dotazione organica. Mai avuto risposte. Ad agosto abbiamo chiesto l’avvio delle trattative e sollecitato incontri anche in merito alle sospensioni dei non vaccinati. Un problema, questo, molto scottante: sin da tempi lontani abbiamo iniziato a chiedere risposte ufficiali ma non le abbiamo mai avute. La prossima settimana è in programma un incontro in cui parleremo dei fondi 2020, del regolamento della mobilità e delle linee 2021. Anche sulla riduzione dei centri di salute mentale da 10 a 6 non abbiamo avuto grandi risposte»

LA DIREZIONE
Il direttore generale Denis Caporale vuole rassicurare i sindacalisti: «La Direzione come già delineato nel documento è al corrente dei numeri e sta lavorando per assicurare le funzioni sanitarie come espressamente esposte nel Pal. Servirà una riorganizzazione dei servizi, senza tagliarne nessuno. Anche la mobilità del personale tra servizi sarà necessaria e spero che il sindacato sia maturo da capire questa necessità e allo stesso tempo in grado di capire che bisognerà riprogrammare i numeri dei professionisti sanitari che escono dall’università e non solo. Programmazione che per anni non ha tenuto conto dei numeri di medici, infermieri e oss annualmente in uscita». Sulla trasparenza, aggiunge, «se il sindacato ha estrapolato i dati devo dire che siamo molto trasparenti, se è stato in grado di rappresentarli nel comunicato. Allo stesso sindacato chiedo di lavorare a nostro fianco per riorganizzare un sistema che ha bisogno di una trasformazione».
 

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