Anestesisti in protesta, stop agli straordinari: «Vogliamo risposte dall'Azienda»

Mercoledì 7 Dicembre 2022 di Camilla De Mori
Ospedale Udine, scatta protesta degli anestesisti

UDINE - Annunciata già il 25 ottobre, la protesta di anestesisti e rianimatori dell'AsuFc è entrata nel vivo. I camici bianchi che hanno aderito alla mobilitazione hanno attuato lo stop degli straordinari e da lunedì svolgono le 38 ore contrattuali, in attesa di avere le risposte richieste dall'Azienda. Sul tappeto, tanti temi, dall'applicazione dell'accordo di maggio sul regolamento degli orari, che prevede il pagamento degli straordinari entro i 2 mesi successivi, alla distribuzione degli incarichi. «Le contrattazioni stanno andando avanti in modo incalzante - spiega Fernanda Campora (Aaroi Emac) -.

Faremo un'altra assemblea a stretto giro per analizzare le soluzioni proposte. Intanto il personale ha deciso che è il momento di fermarsi (cioè di lavorare secondo le ore contrattuali) per fare una profonda analisi delle risorse in essere, per poter ottimizzare l'attività lavorativa al meglio e per offrire ai cittadini un servizio più sicuro nel percorso di cure». La svolta potrebbe avvenire all'assemblea di venerdì, quando i medici decideranno se far rientrare o meno la protesta. «Da lunedì abbiamo iniziato a lavorare secondo le ore previste dal contratto - prosegue Campora -. Col direttore generale c'è una buona intesa e con lui stiamo lavorando per mettere le basi per una nuova riorganizzazione del lavoro degli anestesisti rianimatori. Certo sono progetti allo stato ancora embrionale ma prevedono un sicuro miglioramento della qualità del lavoro e della sicurezza per il paziente». A preoccuparsi è anche la consigliera regionale Simona Liguori (Cittadini) che annuncia un'interrogazione dopo le «segnalazioni in merito alla riduzione dell'attività chirurgica programmata all'ospedale di Udine. La situazione lavorativa dei medici anestesisti va chiarita al più presto».


L'ACCORDO
Ieri anche Aaroi Emac, assieme alle altre sigle, ha firmato l'accordo per le risorse aggiuntive regionali, un tesoretto da 3,012 milioni (per pagare 42.900 ore), di cui 438mila a garanzia della copertura dei turni notturni in Pronto soccorso e Medicina d'urgenza e 2,574 milioni per altri progetti. La tariffa è stata fissata a 60 euro l'ora. «Rimane in sospeso l'accordo per l'uso dei fondi che prevede ulteriori chiarimenti», spiega Campora. Una partita, quella dei fondi, che vale oltre 30 milioni (24,5 milioni per gli incarichi, 4,835 per le condizioni di lavoro e 4,987 per la retribuzione di risultato). «Dall'accordo è stata scorporata la parte dei fondi, per cui rimandiamo la firma a un altro incontro per capirne meglio l'utilizzo - le fa eco Stefano Bressan (Uil Fpl) -. Abbiamo chiesto e ottenuto che l'azienda in tempi brevi ci presenti un regolamento sugli incarichi. Chiediamo attenzione ai cosiddetti beginner». «Ci chiediamo come l'Azienda possa fare importanti miglioramenti sul piano strategico se prima non affida chiari e retribuiti incarichi ai medici», dice Giovanni Frezza (Cisl Fp).


LE LETTERE
Secondo l'Anaao l'impalcatura su cui sono stati costruiti i fondi «di per sé va bene - spiega Riccardo Lucis -. Siamo passati da un utilizzo anche del 20% del fondo di risultato dei medici per pagare le ore del fondo strategico (un salvadanaio in mano al direttore ndr) all'attuale utilizzo del 5% dopo aver chiesto alla Regione di poter utilizzare più di 1,9 milioni per pagare oltre 32mila ore richieste dalle varie strutture come prestazioni aggiuntive». «Dobbiamo cercare di rendere il lavoro in ospedale attrattivo, pensando a possibili incentivi per i neoassunti: ci sono una dozzina di concorsi in atto o appena conclusi. Una possibilità che abbiamo è quella di aumentare il compenso per gli incarichi base». Per spiegare la propria posizione su fondi e Rar, Anaao nei giorni scorsi ha indirizzato ai 1.350 dirigenti medici e sanitari di AsuFc una lettera, a cui ha risposto, con una contro-missiva Giulio Andolfato (Cimo Fesmed), lamentando - fra le altre cose - la mancata applicazione dell'accordo di maggio sull'orario di lavoro e il fatto che «dopo 11 anni l'Azienda non è ancora in grado di erogare gli incarichi», oltre a togliersi una serie di sassolini dalle scarpe. Nel mirino di Andolfato, per motivi diversi, l'Anaao e l'Aaroi Emac. In quella lunga missiva Andolfato sostiene che avrebbe chiesto ad Aaroi Emac «di fare assemblea assieme ai colleghi anestesisti il 9, ma ha rifiutato». La Cimo Fesmed farà la sua assemblea il 12 dicembre. «Le dichiarazioni del dottor Andolfato non meritano nessuna replica», commenta Campora.
 

Ultimo aggiornamento: 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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