Protesi ortopediche, contro le fughe dei pazienti in Veneto: Palmanova sfida Monastier

Mercoledì 22 Luglio 2020
Protesi ortopediche, contro le fughe dei pazienti in Veneto: Palmanova sfida Monastier

Con quattro protesi ad altrettante anche, ha debuttato ieri all’Ospedale di Palmanova l’attività “in distacco” della Clinica ortopedica del Santa Maria della Misericordia di Udine diretta dal dottor Araldo Causero.
Una giornata simbolo, l’hanno definita il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ed il suo vice Riccardo Riccardi, perchè «di fatto ha preso avvio il raccordo funzionale “hub and spoke” (un modello per cui in sanità l’alta specialistica viene messa al servizio anche delle strutture ospedaliere periferiche, ndr) e un’integrazione ottimale tra ospedale e università, così come previsto dalla riforma sanitaria regionale».

DOPO IL COVID-19
Con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, «ma c’era l’emergenza Covid da affrontare» hanno specificato i vertici della regione, affiancati dal direttore centrale sanità della Regione, Gianna Zamaro, dal direttore generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale Massimo Braganti, dalla direttrice sanitaria Laura Regattin e da tutto lo staff medico che sta portando avanti il progetto, sotto l'egida del professor Araldo Causero, direttore della Clinica ortopedica, che riguarda in particolare anca e ginocchio,. «Ora Monastier di Treviso ha un concorrente - ha aggiunto Riccardi - l’ospedale di Palmanova attiva un percorso protesico che attinge ad avanzate risorse professionali e tecnologiche e offre la rara possibilità di effettuare i trattamenti riabilitativi in regime di ricovero: a un anno esatto dall’incontro con la popolazione, in cui fu delineato un futuro di sviluppo per l’ospedale, l’ortopedia programmata/protesica si presenta come un volano fondamentale per la sanità non solo della Bassa Friulana, ma di tutto il Friuli Venezia Giulia. E’ stato avviato un percorso simile anche per l’oculistica, dimostrando che le decisioni impopolari su Palmanova ora trovano risposta nel mantenimento delle promesse».

AL SERVIZIO DEI PAZIENTI
Gli interventi di artoprotesi e la chirurgia artroscopica che si svilupperanno a Palmanova seguendo un fitto calendario danno risposte che incidono profondamente sulle abilità e quindi sulla qualità della vita dei cittadini. Il nuovo polo permetterà di accorciare le liste di attesa, perché i tempi rapidi, accanto alla qualità dell’intervento, sono un’altra risposta fondamentale da dare. «La legge regionale 9 trova così attuazione – hanno proseguito Fedriga e Riccardi - il tempo non è trascorso invano e la progettualità si è tradotta in promesse mantenute. Infine, la declinazione di una delle vocazioni di Palmanova verso l’ortopedia programmata e il day surgery multidisciplinare rappresenta, nell’ottica di un modello sanitario efficiente, il percorso disegnato con la logica degli ospedali Hub e degli Ospedali Spoke».
I PASSI FUTURI
Una logica che proseguirà, ha fatto sapere Braganti, anche con tutti gli altri nosocomi periferici: da Tolmezzo a Gemona, da San Daniele a Latisana, ognuno per la rispettiva specializzazione.
«La pandemia ha avuto il pregio di farci capire che molte cose cambieranno sui livelli di attività – ha specificato il dottor Causero, illustrando i quattro interventi andanti a buon fine in giornata – e noi facciamo da apripista a un progetto che prevede azioni più ampie. Si tratta di un’idea geniale, di mettere assieme comuni difficoltà per avere un miglioramento delle azioni. A tal proposito qui con Palmanova, grazie ai letti di terapia riabilitativa, si va a sanare l’anello mancante nel percorso completo di recupero del paziente. Continueremo poi a migliorarci grazie anche alle tecnologie computer-assistite per le protesi al ginocchio e il passo successivo sarà il robot per la protesica, che consente di assistere la mano del chirurgo».
BASTA EMIGRARE
Dal canto suo la dottoressa Zamaro ha illustrato le varie percentuali di “fuga” fuori regione, in prevalenza verso il confinante Veneto, rispetto alle necessità di interventi di ortopedia, protesica, chirurgia elettiva e attività ambulatoriale, che variano da un minimo del diciotto a un massimo del trentuno per cento. «Con questa strategia puntiamo a ridurre questi numeri e aumentare al contempo l’alta specializzazione della nostra offerta sanitaria».
In Friuli Venezia Giulia, l'attività privata nella fuga nel 2014 incideva per 24,5 milioni e alla fine del 2018 ha raggiunto quota 29,5 milioni.

Si tratta di una differenza di 5 milioni di euro, che vanno soprattutto in Veneto.

Ultimo aggiornamento: 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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