CHIONS - È la nonna più anziana di Chions, ma anche una delle donne più longeve di tutta la provincia di Pordenone.
IL SEGRETO
Il suo elisir di lunga vita è un mix fatto di fede, semplicità, amore per la propria famiglia, una sana e parca alimentazione, intervallata spesso da un digiuno da dolci e farine, avere degli interessi, leggere, viaggiare, giocare a carte e passeggiare. Poi, senza dubbio, c’è anche una predisposizione genetica. Gelmira è nata a Chions l’11 maggio del 1915, ed è scampata all’influenza spagnola, a due guerre mondiali, ha superato il Covid. L’unica farmaco che prende è una pastiglia per la protezione dello stomaco, per il resto la pressione è in ordine, così come il cuore, ha solo qualche dolore alla schiena e alle ginocchia. Un traguardo importante, raggiunto in buona salute fisica e mentale: «Ringrazio il Signore per avermi concesso questo privilegio - dice lei - di cui gli sono grata». Gelmira ha una sorella più giovane, in Canada, si chiama Teresa, ma tutti la chiamano Gina e a marzo di quest’anno ha compiuto 100 anni, e oltre a Mario ha altri due figli, Ezio e Rosella, quest’ultima molto conosciuta per l’attività teatrale condotta con il marito Aldo Presot.
IL TRESETTE
Racconta la figlia Rosella, molto vicina alla mamma: «Per il compleanno della sorella voleva partire per il Canada, ma il passaporto era scaduto e comunque le abbiamo fatto capire che sarebbe stato un viaggio impegnativo. Ma è già pronta per le vacanze, in montagna, nel Tarvisiano, e poi al mare, a Caorle. Certo – spiega la figlia – seppur autosufficiente, è sempre seguita, a casa e fuori. E se stare tra i fornelli le è sempre piaciuto, ora le abbiamo detto stop, però pulisce le verdure, piega la biancheria, pulisce e mette in ordine, fa dei piccoli lavori senza affaticarsi troppo. Una delle cose che ama di più è giocare a carte e vince quasi sempre lei – afferma – il suo gioco preferito è il tresette, un passatempo che continua ad apprezzare e coltivare quasi tutte le sere. Con chi? Con la sottoscritta. Verso le 20.30 sono da lei e si gioca, è solo che, a una certa ora, a me viene sonno, mentre lei vorrebbe continuare. Il tresette in particolare, richiede una buona concentrazione e lucidità ed è un esercizio utile per tenere allenata la mente. Lei in questo è imbattibile. Poi sa fare i conti con la mente, è davvero unica. Questa è la sua giornata: si alza alle 7, si veste e si lava, poi prepara il caffè per tutti e, per lei, l’orzo. Consuma uno yogurt, pane e marmellata. Poi si fa un’oretta di cyclette e prega, solitamente sono 4 rosari, legge i quotidiani e alcune riviste e quando ne ha necessità l’accompagno all’ufficio postale, come l’altra mattina, perché doveva riscuotere dei soldi per fare i regali ai nipoti e per la solidarietà. Altre volte l’accompagno a salutare alcune anziane che vivono nel comune».
Gelmira, ricorda che, da poco compiuti i vent’anni, perse il padre Geremia, che aveva solo 48 anni. Fu allora che prese in mano le redini della famiglia, trovò lavoro come commessa alla cooperativa del paese e conobbe il marito Fiorello. Una felicità che durò poco: lui partì per la guerra in Grecia, fu fatto prigioniero a Dresda e tornò a casa dopo tre anni. Rimasto infermo, lei lo accudì fino alla morte, avvenuta oltre 20 anni fa. E, ripercorrendo i tanti episodi tristi della sua esistenza, pensa ancora a un figlio perso a pochi giorni dalla nascita.