No vax, ecco come l'ospedale punta a convincere i sanitari a vaccinarsi

Martedì 25 Maggio 2021 di Camilla De Mori
Una consegna di vaccini
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UDINE - No vax, piano ferie, ripresa delle attività ordinarie, soldi per pagare il personale impegnato nella campagna di vaccinazione.

Tutto questo è finito sul tavolo del confronto sindacale con il neodirettore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale Denis Caporale, che ha fatto seguito ad una precisa richiesta delle varie sigle (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi-Usae) e delle Rsu, con il segretario Massimo Vidotto.


IL DIRETTORE
Caporale dopo la riunione fiume parla di «un incontro proficuo con le organizzazioni sindacali. C’è stata la presentazione della direzione e abbiamo iniziato un tavolo di concertazione su vari temi. Gli argomenti di discussione sono tanti. Ho trovato un sindacato aperto e disponibile a trattare». Rispetto al dato dei 1.347 fra medici, infermieri e oss ancora non vaccinati in AsuFc (fornito il 19 maggio scorso dall’assessore Riccardo Riccardi in consiglio regionale), Caporale ha parlato di 1.326 sanitari non ancora immunizzati. La differenza, spiega, è dovuta al fatto che «si stanno vaccinando. Sono cittadini e se si vaccinano risultano vaccinati. Stiamo monitorando la situazione. Più si vaccinano, meglio è». Ma l’AsuFc non intende usare il pugno di ferro, che peraltro altrove ha dimostrato di non funzionare. «Puntiamo sulla moral suasion. Le agende sono aperte. Chiunque voglia vaccinarsi ha spazi vaccinali. Assieme ai responsabili vogliamo capire poi se c’è spazio per offrire agende dedicate al personale sanitario».


I SINDACATI
Fra i temi più caldi quello delle ferie («Hanno presentato il piano, le faranno», assicura Caporale) e della contestuale necessità di riorganizzare i servizi. «Volevamo capire se al personale verranno garantite le ferie estive. Loro ci hanno illustrato la riduzione delle attività - spiega Giuseppe Pennino (Cisl Fp) -, che a voce sembra conciliabile, comunicandoci già che non verrà riaperto prima di settembre il Punto di primo intervento e la Medicina di Cividale. A Palmanova lasceranno comunque dei posti letto covid, una scelta di buon senso per non farsi trovare impreparati. In settimana ci hanno promesso un documento». Sulle ferie, dice, il personale ha bisogno di certezze: «È comprensibile che si stiano riorganizzando dopo l’onda d’urto della pandemia, ma bisogna dire ai dipendenti se le loro ferie sono autorizzate o no. Faremo formalizzare ai lavoratori le richieste finché non otterranno risposta». L’incontro a Pennino ha offerto l’occasione «per dire a Caporale che bisogna dare un’accelerata sulla necessità di uniformare le regole: oggi in AsuFc esistono dipendenti della stessa azienda con regole diverse per orario di lavoro, mensa, incarichi di funzione, mobilità. Tutti temi per la Cisl non più rinviabili». L’altra richiesta forte riguardava le ore extra lavorate per i vaccini che «si sono impegnati a rendicontare a breve». Troppi ancora i sanitari non vaccinati: «Ci hanno detto che sono 1.326. L’Azienda farà un altro invito alla vaccinazione: ricontatteranno le persone e faranno una seduta». «L’85% del personale è vaccinato. Rimangono fuori questi, che non sono tutti sanitari - gli fa eco Andrea Traunero (Cgil) -. Caporale vuole fare opera di convincimento ulteriore, dando loro ancora una possibilità. Cercheranno di chiamarli ancora una volta e faranno un’apertura ad hoc per farli vaccinare. Secondo me è la posizione migliore. Condivido quanto ha detto il direttore: in altre regioni hanno cercato di fare prove di forza, ma non ha funzionato. Il decreto c’è ed è chiaro». La Cgil ha anche chiesto «sicurezza rispetto alle stabilizzazioni. Ci forniranno i numeri e il quadro e partiranno anche con dei bandi». Anche Traunero condivide la necessità di «ricompattare» le modalità di gestione del personale delle 3 ex Aziende di provenienza: «Non abbiamo mai avuto la possibilià di sottoscrivere criteri che uniformassero le ferie e le mobilità. Abbiamo chiesto di stilare una base di partenza per fare un piano ferie uniforme per dare riposo al personale che da un anno non ha requie. Le riaperture devono essere eque». Per la Cgilm comunque, «il nuovo impianto della direzione strategica ci è sembrato più operativo rispetto agli anni precedenti».


VACCINI
Non sono passate inosservate le parole di Giulio Andolfato (Cimo), che pur sostenendo con forza «l’obbligo morale» per i sanitari di vaccinarsi, aveva espresso una sua personale opinione sulla campagna massiva rivolta ai giovani. Davide Durí (Aaroi Emac), Massimiliano Tosto (Anaao Assomed), Antonio Miotti (Anpo Ascoti Fials), Nicola Cannarsa (Cisl medici), Stefano Smania (Fassid), Calogero Anzallo (Fp Cgil) e Roberto Cesanelli (Fvm) in una nota (in cui peraltro rivolgono un plauso ai colleghi che si sono spesi per la campagna vaccinale) sottolineano «che le linee guida vengono fornite nel nostro Paese da un Cts alla luce delle attuali conoscenze. In attesa di evidenze sulla vaccinazione dei più giovani meglio sarebbe che opinioni squisitamente personali su come raggiungere l’immunità di gregge rimanessero nella testa di chi le formula e non finissero sulla stampa quando si parla di vaccinazione dei sanitari. Battute sulla immunità raggiunta in discoteca rischiano di far passare il messaggio sbagliato che il discorso vaccini non riguardi figli e fasce di età più giovani, ipotesi che al momento non si possono escludere». Abbozza Andolfato, autore della battuta sull’immunità di gregge e la discoteca: «Pensavo di dire una cosa spiritosa. È stata presa troppo seriamente».

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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