Colpo di pistola, morto il giovane: l'accusa per i due arrestati ora è di omicidio

Mercoledì 10 Giugno 2020
Foto di repertorio

MORTEGLIANO - Ha cessato di battere nella tarda serata di lunedì il cuore di Rahimi Zazai, il 24 anni afghano rimasto colpito da un proiettile al volto nel corso di quella che oramai è stata accertata come rapina finita male. E alla luce di tutto ciò si aggrava ulteriormente la posizione delle due persone arrestate dai carabinieri quali presunti colpevoli dell'atto criminale: Raimondo Raiola, 44 anni, residente a Tricesimo e Wilfredo Fernandez Jeorge, honduregno di 30 anni, residente a Udine, sono ora accusati di omicidio aggravato in concorso e rapina aggravata.

IL DECESSO
Zazai, ferito gravemente tra la tempia e l'orecchio dal colpo di pistola sparato da Raiola nella mattinata di sabato tra i campi di Mortegliano, era stato soccorso immediatamente dai sanitari del 118, dopo che l'amico connazionale che si trovava con lui lo ha visto cadere al suolo in una pozza di sangue. Quindi trasferito d'urgenza nel reparto di terapia intensiva del Santa Maria della Misericordia, i medici si erano riservati la prognosi, consci delle condizioni critiche in cui si trovava. Nonostante i disperati tentativi di salvargli la vita, l'afghano è deceduto nella tarda serata di lunedì dopo tre giorni di agonia.

LA CONVALIDA
Il Gip del Tribunale di Udine ha convalidato ieri l'arresto di Raiola e Fernandez Jeorge, disponendo per entrambi la misura della custodia cautelare in carcere. Una decisione assunta nel corso dell'udienza di convalida, tenutasi in mattinata, prima che arrivasse la comunicazione ufficiale della Procura rispetto al decesso di Zazai e per questo il Giudice si è espresso soltanto per l'accusa di tentato omicidio. «Adesso le imputazioni nei confronti delle due persone in carcere diventano di omicidio aggravato - ha precisato il procuratore di Udine Antonio De Nicolo - in quanto il delitto è avvenuto in concomitanza con un altro reato come la rapina».

LA RICOSTRUZIONE
Secondo ulteriori dettagli emersi rispetto alla ricostruzione dei Carabinieri, effettuata sulla scorta dell'incrocio delle dichiarazioni dei due arrestati e del 23enne connazionale della vittima che si trovava assieme a loro (considerato come testimone oculare), i due cittadini afghani stavano organizzando un viaggio in Piemonte, a Torino, per fare rifornimento di droga, nello specifico di hashish. All'incontro preparatorio nelle campagne di Mortegliano i due cittadini afghani avevano portato il denaro contante - circa 8 mila euro recuperati dai militari dell'Arma durante gli accertamenti sul posto della sparatoria - mentre Raiola e Fernandez Jeorge avrebbero dovuto fornire la macchina, la Bmw station wagon a bordo della quale hanno raggiunto via Tomadini, oltre al supporto logistico e i contatti con i fornitori della droga da spacciare poi sulla piazza udinese. Zazai è stato minacciato da Raiola per indurlo a consegnare i soldi in suo possesso ma probabilmente avendo opposto resistenza, il 44enne ha prima sparato un colpo intimidatorio al suolo, poi un secondo sparo che ha raggiunto la vittima alla testa, ferendolo alla testa.

GLI SVILUPPI
«Le indagini non si fermano - ha aggiunto il procuratore De Nicolo - gli investigatori coordinati dalla collega Torresin disporranno ora l'attività di autopsia sul corpo dell'afghano per accertare la causa della morte e pensiamo anche di richiedere un accertamento balistico sull'arma utilizzata (una pistola Beretta, legalmente detenuta a fini sportivi da Raiola, ndr) per corredare l'indagine preliminare con tutti gli elementi possibili così da combinarli assieme alle ricostruzioni effettuate tramite le testimonianze».

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