Morbillo, senza vaccino niente concorsi,
Erasmus a rischio e lo sport protesta

Venerdì 8 Marzo 2019 di Lisa Zancaner
Morbillo, senza vaccino niente concorsi, Erasmus a rischio e lo sport protesta
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TRIESTE - Stop al morbillo. La ministra alla salute, Giulia Grillo sfodera l'artiglieria pesante, ma il nuovo Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2019-2023 appena inviato alle Regioni per l'Intesa cade come un fulmine a ciel sereno in terra friulana, terra di studenti universitari e di sportivi. Il perché è presto detto. Non essere vaccinati contro il morbillo sarà criterio di esclusione dalla partecipazione al programma di formazione universitaria all'estero Erasmus e dalle associazioni sportive, oltre che dalle forze dell'ordine e dal corpo dei vigili del fuoco. Non proprio una novità per il mondo dello sport e dei pompieri, ma nel mondo accademico, la novità viene accolta con una lunga serie di punti interrogativi. 

LA COPERTURA «La copertura vaccinale è importante e fa bene il ministero a riflettere su questo commenta Rossana Vermiglio, delegata del rettore alla mobilità internazionale dell'università di Udine ma perché solo gli studenti Erasmus? Ci sono programmi di mobilità studentesca anche extraeuropea». Ci si chiede pure se sia questa la fascia di popolazione meno coperta dai vaccini. «Bisogna capire se c'è una reciprocità spiega ancora se uno studente Erasmus parte dall'Italia vaccinato, altrettanto sarà obbligatorio per gli studenti stranieri in entrata?». La questione è delicata. Da una parte c'è la tutela della salute, dall'altra il diritto allo studio e la novità arriva mentre l'ateneo udinese sta stilando la graduatoria degli studenti Erasmus, circa 400. Chissà se sono tutti vaccinati...

GLI SPORTIVI Anche il mondo dello sport non la prende molto sportivamente. «Con tutti i problemi che ha la sanità, la ministra doveva pensare proprio a questo?» commenta il presidente del Coni Fvg, Giorgio Brandolin che pensa soprattutto ai problemi, a suo dire già tanti, delle società sportive. «Ci mancava solo che ci aggiungessero questo. Cercerò di tranquillizzare le società perché si creerà della confusione. Aspettiamo che ci sia chiarezza sulle modalità di controllo e ne prenderemo atto». L'obbligo, in realtà, non è nuovo,. «È dagli anni 60 che chi si iscrive deve dichiarare di essersi vaccinato». Ma finora si andava in parola. Stando al nuovo piano, invece, le associazioni sportive dovranno chiedere contezza dell'avvenuta vaccinazione, pena l'esclusione dalle associazioni sportive. «Se dovremo fare delle verifiche le faremo aggiunge Brandolin ma gli sportivi sono una fascia ben coperta con le vaccinazioni».
I POMPIERIStesso dicasi per i vigili del fuoco. Anche per loro la normativa non è una novità. «Noi abbiamo un protocollo che va ben al di là di questo afferma il comandante, Alberto Maiolo se diventa legge va seguita». Tra perplessità e semplici prese d'atto, il nuovo Piano sembra incontra diverse perplessità, ma l'obiettivo è raggiungere l'immunità di gregge al 95%, un dato da cui in effetti il Friuli Venezia Giulia si discosta e nella bozza del piano ministeriale la nostra regione viene additata tra quelle con una copertura inferiore al 90%. Tra le novità del Piano anche l'obbligo per i sanitari di segnalare entro 12 ore i casi sospetti all'Asl o a isolare immediatamente il paziente a rischio che arriva in ospedale. Inoltre, entrerà in tutti i corsi di laurea di area sanitaria una nuova materia: la vaccinologia. Naturalmente, prima di vedere la luce, il piano necessita di parecchi protocolli da siglare tra Protezione civile, Conferenza dei rettori, Ufficio per lo sport e Federazione per lo sport. Rimane da capire se la Regione si sobbarcherà, senza battere ciglio, anche quest'onere tra costi dei vaccini, organizzazione dei servizi e campagne di comunicazione.

 
Ultimo aggiornamento: 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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