Misteri e maledizioni dell'antico monastero dove visse la medium

Domenica 11 Marzo 2018 di Paola Treppo
La medium Angelina Paron e il casolare friulano dove è nata e cresciuta, a Rivignano

RIVIGNANO TEOR (Udine) - C’è un luogo magico e sconosciuto nel cuore del Friuli. Si chiama Iesernich e sorge nel comune di Rivignano Teor. Racconta di misteri, regine, tesori e luoghi sacri la cui storia è avvolta ancora nelle nebbie che lo inghiottono nella stagione fredda. Iesernich, oggi Isernico, narra di medium e di soprannaturale. In quello che ora è un agriturismo aperto due anni fa dopo un meticoloso lavoro di recupero edile da ciò che restava di un vecchio convento, è nata Angelina Paron, compagna di vita di Guido Torre, agente teatrale di Pirandello.

La medium 
Angelina trascorre la fanciullezza e l’adolescenza in questo casolare, in una stanza che è stata perfettamente ristrutturata dai gestori dal b&b La Regina del Bosco, Gianfranco Bernardi e suo figlio Cristian, un appassionato di storia locale che aiuta il padre come collaboratore. La Paron era una medium, come raccontano le cronache del tempo: «Danza dormendo sul filo dell’ipnosi - scriveva una nota rivista scientifica del 1958, “Scienze e Vita”, che la immortala nei momenti di estasi insieme al suo compagno, Guido Torre -. Sembra muoversi come guidata da fili invisibili. Il suo è uno sconcertante caso di estasi magnetica. È come trasportata in un altro mondo e, mentre danza, il suo partner la sorveglia senza fare alcun commento».

Nella terra delle Risorgive
Oggi il paesino dove è nata la medium, che non è facile da trovare, è segnato da una fitta rete da corsi d’acqua, puntellato da olle e coccolato dai boschi; in passato ha avuto una sua centuriazione, con un tracciato rivolto a un cippo millenario. «La cosa che più affascina - spiegano i gestori - sono le antiche documentazioni che rievocano la presenza di strutture religiose arcaiche, sorte su un incrocio protostorico, dove, al centro, svetta proprio questo cippo, equidistante da chiese antiche».

Il mistero del triangolo isoscele 
Iesernich e il suo reticolo misterioso creano in Friuli Venezia Giulia un perfetto triangolo isoscele che lega la dimora medievale de La Regina del Bosco al duomo di Cividale del Friuli e alla basilica di Aquileia. Nel periodo romano, da Forum Iulii partivano due strategiche vie, una per Iesernich e una per Aquileia: per imboccare l’importante via fluviale, quindi, oppure quella marina, le distanze erano uguali. Commerci e credo religiosi si evolsero attorno al cuore di questo cippo e di quest’antico luogo di cui si è persa la memoria.

Il fiume Anaxum
La vicina località, il Bosco, si compone di strutture edificare fin dal tardo medioevo. Il sito, strategico, posto ai margini del fiume Stella, esisteva però già in epoca romana: era una zona ricca di insediamenti e a favorire il loro sviluppo furono le caratteristiche ambientali e l’antica via Anaxum, nome del fiume Stella in epoca romana. Il cippo si trova di fronte al casolare medievale. Da qui partivano tre strade: due erano rivolte verso Flambro e Flumignano, quindi dirette a Forum Iulii, l’odierna Cividale del Friuli. La terza per Quadruvium, Codroipo, passando ai margini di una antica rotonda fluviale romana, a 200 metri dal cippo, in uno dei punti più a nord della Pianura Padana; la rotonda d’acqua, che si vede anche oggi, permetteva a piccole imbarcazioni di girarsi per discendere il corso dello Stella, con le merci.

L’antica via Postumia 
Cividale è la punta di questo misterioso triangolo isoscele e porta nel centro storico di Marano Lagunare, ponendosi sulla direttrice dell’antica chiesa di mare, a una distanza uguale da quella dalla basilica di Aquileia. La forma geometrica che crea questo triangolo isoscele fa meditare sull’antico sviluppo storico del Friuli: sul lato est Cividale e Marano, coi paesini rivolti verso Aquileia. Sul lato ovest l’inizio della Napoleonica, l’antica via Postumia romana, sulla linea delle Risorgive, diretta verso Codroipo per oltrepassare il fiume Tagliamento. Qui partivano le strade protostoriche che portavano sull’incrocio di Isernico, dove si trova il cippo.

Terra dei conti dui Gorizia nei possedimenti di Venezia 
Il bosco di Iesernich è stato per secoli un’“isola” dei conti di Gorizia, fino all’inizio del 1500 quando l’ultimo discendente nobile goriziano morì senza alcun erede e lasciò, con un testamento, il possedimento in eredità all’Impero Austro-ungarico: una importantissima isola imperiale all’interno di un territorio conquistato dalla Serenissima.

Il misterioso cippo
Nacquero allora discussioni e tensioni legate ai confini. Dopo molti secoli di dispute si giunse al 1753, anno in cui le due potenze raggiunsero un accordo, “tracciando” i confini, tra Impero e Serenissima: fu esposto allora, sul casolare, un leone alato, simbolo della condizione di pace della Repubblica di Venezia. Da allora, a perpetuare una misteriosa e remota leggenda, che avvolge il casolare medievale di Isernico, col suo grosso cippo millenario, furono le ultime persone che vissero nell’antica struttura medievale; tra coloro Angelina Paron. Sui muri del casolare si intravedono anche antichi resti romani; non a caso, negli anni, alcuni scavi archeologici eseguiti in zona hanno portato alla luce reperti di un passato romano.

​La leggenda  
Il casolare acquisì il nome dalla signora Regina, una delle ultime persone che visse nella struttura e che tramandò l’antica leggenda che avvolge il luogo. La leggenda risale al V secolo, quando la pianura friulana venne devastata dall’invasione degli Unni, condotti da Attila. Quest’ultimo, ferito, si isolò a Isernico per salvarsi la vita. Si narra che durante queste invasioni, i romani nascosero ori e preziosi per evitare i saccheggi.

​Il tesoro e la maledizione 
Nei primi anni del XX secolo arando la campagna, nei “Prats di Albìn”, nei prati di Albino, i contadini trovarono anfore ricolme d’oro: nascosto il tesoro rientrarono a casa a festeggiare ma quando, il giorno dopo, tornarono per prendere il bottino non trovarono più nulla. Probabilmente qualche cacciatore aveva anticipato i campagnoli. O forse i contadini nascosero il tesoro che la Regina curò e protesse con amore e dedizione: si dice ancora adesso che chiunque osi mettere le mani sugli ori di Iesernich sarà maledetto e farà crollare tutti i casolari di Isernico.
 

 

Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 15:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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