Preso per il collo, colpito con pugni e minacciato: medico in ospedale

Mercoledì 1 Agosto 2018 di Paola Treppo
L'ambulanza fuori dal carcere di Udine
UDINE - Un medico psichiatra è stato aggredito nell'infermeria del carcere di Udine da un detenuto friulano di 28 anni ieri, martedì 31 luglio, intorno alle 12.30; è stato colpito con pugni, afferrato per il collo, minacciato con una arma impropria con la volontà del recluso di colpirlo al viso.

Durante una visita medica
Tutto è accaduto durante una visita medica di controllo al recluso da parte del professionista. L'agente di polizia penitenziaria che sorvegliava le attività nel reparto è intervenuto subito e il suo operato è stato determinante per immobilizzare l’esagitato, mettendo in sicurezza sia la struttura che tutto il personale sanitario. Alcuni agenti sono stati costretti a usare degli estintori e quindi sono poi stati accolti in ospedale anche loro per un controllo legato a eventuali intossicazioni. 

Tanti i casi di aggressione
«Purtroppo, nella casa circondariale di Udine questi episodi non sono nuovi da parte di detenuti con problemi di natura psichiatrica, persone che non possono essere gestite come detenuti comuni. La Fns Cisl del Friuli Venezia Giulia ha più volte fatto notare le difficoltà oggettive nel gestire detenuti con disturbi psichici all'interno di un penitenziario» dice il segretario regionale Fvg della Fns Cisl, Vito Romaniello, che fa eco a Leonardo Angiulli, segretario generale del Triveneto della Uil Pa Polizia Penitenziaria.

Gli ospedali psichiatrici giudiziari
«Le aggressioni avvengono più frequentemente da quando è stata decisa la soppressione degli ospedali psichiatrici giudiziari. La riforma prevede che queste persone vadano gestite in percorsi prevalentemente terapeutici ma le strutture alternative, le Rems, non paiono riuscire a gestire queste persone, che sono troppe - spiega Romaniello -. Per la gestione di questi tipo di detenuti servirebbe investire in formazione del personale per conoscere gli elementi basilari delle modalità gestionali, per comprendere i comportamenti e le loro diverse forme di patologie psichiatriche».

Minacce, resistenza e lesioni
«Il detenuto sicuramente sarà ulteriormente denunciato per minacce, resistenza e lesioni nei confronti dei pubblici ufficiali. Ma pesa il dubbio sulla sua effettiva imputabilità. La sua capacità di intendere e volere è molto compromessa ed è questa la domanda che le istituzioni devono porsi per trovare soluzioni urgenti e radicali, per consentire a tutto il personale di operare in sicurezza».

L'appello
Nell’esprimere vicinanza al personale rimasto coinvolto, la Fns Cisl, rivolge un appello a Francesco Basentini, nuovo capo dell’amministrazione penitenziaria, appena insediatosi a Roma, e al ministro della giustizia Alfonso Bonafede, di mettere mano alla riforma penitenziaria: «Ci appelliamo a loro affinché attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria si possa offrire un supporto tangibile a colleghi e colleghe».
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