Medici di base, stop ai sostituti: in migliaia rischiano di restare senza assistenza

Domenica 22 Gennaio 2023 di Camilla De Mori
Medici di base, stop ai sostituti: in migliaia rischiano di restare senza assistenza

Migliaia di persone, da domani, rischiano di restare senza medico di base in Friuli Venezia Giulia. Il motivo è presto detto: ai corsisti Ceformed (il corso di formazione specifica in medicina generale), che finora avevano tamponato i buchi dell'assistenza territoriale coprendo incarichi provvisori, sostituzioni e turni di guardia medica, queste attività non verranno più riconosciute nel monte ore formativo previsto, come accadeva sinora in virtù delle norme emergenziali, visto che il decreto legge del 17 marzo 2020 non è stato prorogato.

Così, anche chi già segue un ambulatorio (per esempio in sostituzione di un titolare, oppure con incarico provvisorio, oppure in un'Asap, come a Sacile) con tutti gli oneri che questo comporta, dovrebbe comunque farsi le sue 25 ore settimanali di tirocinio (23 effettive e 2 di autoapprendimento), quindi almeno 4 o 5 al giorno, in un ospedale o in un distretto. E visto che le ore in una giornata sono solo 24 e i medici in formazione non hanno il dono dell'ubiquità, la quadra sembra difficile. Molti dei corsisti che avevano scelto di fare un'attività alternativa al tirocinio (secondo una stima spannometrica degli addetti ai lavori, potrebbero essere quasi l'80% dei circa 140 corsisti Ceformed in Fvg, ossia quasi un centinaio), che fossero le guardie mediche o le sostituzioni, sembrano tentati dal rinunciare agli incarichi. Altri, per protesta, avrebbero già minacciato di chiudere gli studi. Una bomba, in una situazione in cui già mancano un centinaio di dottori di famiglia e altri 70 andranno in pensione entro il 2025.


LA LETTERA
Dopo settimane di sollecitazioni (la deroga prevista dalla legge emergenziale è scaduta il 31 dicembre 2022) da parte dei corsisti, solo venerdì è arrivata agli iscritti Ceformed una nota del direttore del Centro regionale formazione di Arcs Simonetta Degano, in cui si comunicava «come da indicazioni della Direzione centrale salute» che, in assenza di una proroga del decreto legge 18 del 2020, «si rientra nella situazione precedente al periodo emergenziale Covid», per cui le Aziende possono continuare a conferire incarichi provvisori e di sostituzione, «ma senza che le ore di attività svolte dai medici assegnatari» «possano essere considerate a tutti gli effetti quali attività pratiche, da computare nel monte ore». L'unica scappatoia (prorogata fino al 24 dicembre 2024) riguarda gli incarichi temporanei (fino ad un massimo di mille assistiti, però, mentre per sostituzioni e incarichi provvisori si arriva anche ben oltre i 1.500) per cui le ore vanno «considerate a tutti gli effetti quali attività pratiche».
«Da lunedì in poi - paventa Stefano Vignando (Snami Fvg) - non saranno più considerate nel monte ore obbligatorio le ore di assistenza ai cittadini che i corsisti svolgono in particolare negli studi di medicina generale come sostituti o con incarico provvisorio. Ci saranno anche problemi con i turni di guardia medica, ma anche nei centri Asap (gli ambulatori sperimentali in cui i corsisti Ceformed suppliscono alla carenza di medici ndr), per esempio a Sacile e Monfalcone. L'unica deroga rimasta riguarda gli incarichi temporanei. Ma lo switch, se uno volesse cambiare, non è automatico: servono almeno 30 giorni. Inoltre, c'è un tetto di mille assistiti. E tutti gli altri? Migliaia di pazienti rischiano adesso di restare senza medico di base». Vignando resta basito dai tempi di reazione. «Che la legge non sarebbe stata prorogata si sapeva da tempo, ma nessuno è intervenuto». Il vicino Veneto, con delibera adottata già a fine 2022, è riuscito ad aggirare l'ostacolo immaginando un percorso di formazione-lavoro per i corsisti che ricoprono incarichi di medicina generale (circa un quarto del totale), per cui vengono computate 20 ore settimanali per chi ha da mille a 1.500 assistiti e 13 ore per chi ne ha da 800 a mille. Ferdinando Agrusti (Fimmg) ha lanciato un appello alla Regione Fvg «di far valere il giusto principio per cui svolgere attività di medicina generale durante gli studi sia riconosciuto nel piano formativo dei giovani medici». E l'assessore Riccardo Riccardi lo ha raccolto, rilanciando la palla a Roma: «Chiederemo al Governo che intervenga con misure coerenti».
 

Ultimo aggiornamento: 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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