UDINE/PORDENONE - «Il 15% degli albergatori della montagna chiuderà le proprie strutture nella stagione invernale».
Pure Pordenone, con il presidente locale Gianpiero Zanolin, è preoccupata: «Anche da noi qualche collega ha annunciato una possibile sospensione dell'attività da novembre a primavera». La questione è quella del caro bollette dell'energia, con importi fino a quattro - cinque volte superiori a quelli degli anni precedenti. Di qui il fenomeno delle chiusure temporanee annunciato dai responsabili territoriali di Confcommercio Federalberghi.
«Una situazione insostenibile, che ha conseguenze anche sull'acquisto di beni, a partire da quelli alimentari, e servizi sottolinea Schneider assieme a Lanci, Zanolin e alla presidente di Gorizia, Chiara Canzoneri , in presenza di altri costi fissi.
Ovviamente non si possono caricare nell'immediato sulla clientela i rincari delle bollette e quindi è evidente l'impasse in cui si trova la categoria, costretta suo malgrado a ragionare sull'interruzione del lavoro, visti in particolare i rincari di una delle risorse chiave per fornire un servizio all'altezza. Tutto questo determinerà effetti purtroppo negativi pure sull'obiettivo destagionalizzazione condiviso con Promoturismo Fvg, e sull'occupazione».
La situazione non è diversa nelle località balneari, con albergatori penalizzati dal punto di vista energetico dall'estate estremamente calda, con costi per il condizionamento mediamente quadruplicati». Del resto, che il contesto fosse complicato, è emerso anche dalla partecipazione all'iniziativa di Confcommercio bollette in vetrina. Una via d'uscita? Secondo Federalberghi Fvg quella fornita dalla recente legge sulle comunità energetiche, un'opportunità per gli alberghi che, mettendosi insieme, potrebbero risparmiare sui costi.