A Martignacco e Gemona la notte "prima degli esami" dedicata al vaccino

Giovedì 10 Giugno 2021 di Camilla De Mori
I ragazzi festeggiano la fine della scuola

UDINE La carica dei maturandi si prepara al vaccino. Anzi, qualcuno l’ha anche già fatto, appena ne ha avuto l’opportunità. E anche i loro compagni più piccoli. Se ancora troppi sessantenni nicchiano di fronte al siero anticovid, tanti adolescenti sembrano non vedere l’ora. Lo dimostrano le cifre, incoraggianti, delle prime giornate utili dall’apertura delle agende anche per i giovanissimi. Ma lo provano soprattutto le voci dei teenager. Che, in tre casi su quattro dicono convinti: non lo faccio per andare in vacanza o in discoteca, lo faccio perché credo nella scienza.
 

I NUMERI
Dal 3 giugno scorso nel territorio dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, nella fascia fra i 16 e i 20 anni si sono già vaccinati con almeno una dose quasi un migliaio di ragazzi. E si contano anche 649 prenotati. Per assicurare il siero anti-coronavirus soprattutto a chi si appresta a sostenere l’inedita maturità di quest’anno, la seconda dell’era covid, l’Azienda ha deciso di rendere disponibili dei posti extra fra oggi e domani, nei due hub della provincia, all’Ente Fiera di Udine, a Torreano di Martignacco, e nel polo allestito al centro Le Manifatture di Gemona. Due sessioni (per la fascia di età fra i 17 e i 25 anni) in orario serale, come già sperimentato in altri territori con successo: 100 posti oggi dalle 20 alle 21 al quartiere fieristico udinese e altri cento posti domani dalle 19 alle 20 all’hub di Gemona. Le prenotazioni saranno possibili, come sempre, attraverso call center regionale, farmacie, Cup locali e internet, gettonatissimo fra i più giovani. 
 

LE TESTIMONIANZE
Francesco Milocco, 18 anni compiuti a maggio e un sorriso contagioso, ieri al parco Moretti con altri compagni per festeggiare gli ultimi giorni di scuola, non ha avuto dubbi. «Ho già fatto la prima dose di Pfizer a Gemona. Ho preso il primo posto libero prenotando on line - racconta lo studente del Marinelli, che ha appena concluso il quarto anno -. L’ho fatto perché credo nella scienza. Non credo alle dicerie del 5G, dei microchip o storie varie. A casa siamo tutti vaccinati. Anche mio fratello di 23 anni e mia sorella di 26». Si dice che i giovani lo facciano per poter andare in discoteca e viaggiare. «Io non sono un grande discotecaro. Lo faccio perché ci credo, innanzitutto. Non vedo un’altra via di uscita da questa situazione: è l’unico sistema che abbiamo», racconta Francesco, che pensa di proseguire gli studi dopo il liceo nel settore economico, con declinazione matematica («Mi piacciono le materie scientifiche»). «Compagni dubbiosi? Sono più i loro genitori, non tanto i compagni. I ragazzi non vogliono andare contro i familiari». Per lui il siero anticovid è una protezione utile: «Il vaccino mi permette di affrontare la vita in modo più leggero». 
 

«NOI CI CREDIAMO»
Anche Lara, 17 anni, di Pasian di Prato, ha fatto la prima dose di Pfizer. «Cosa direi a un sessantenne per convincerlo? Che se hanno studiato questi vaccini, non saranno qualcosa che può farci male.

Se vogliamo uscire da questa situazione bisogna collaborare per il futuro di tutti. Nella mia famiglia siamo tutti convinti. Ma anche nessuno dei miei compagni mi ha mai detto “non faccio il vaccino”». Anche lei, che si immagina in futuro o medico o insegnante, si è fatta inoculare il siero con convinzione. «Mi sono vaccinata perché ci credo». Stessa risposta da Jade, 16 anni, che dovrà aspettare tre mesi perché «ho avuto il covid, seppur da asintomatica»: «Vorrei fare il vaccino subito, ma purtroppo devo attendere il periodo previsto: mi prenoterò a luglio. Non ho mai avuto dubbi. In casa sono tutti pro-vaccino. Io non lo faccio per viaggiare e in discoteca non ci vado. Voglio vaccinarmi perché sono convinta che serva», racconta la sedicenne, che si sogna guida turistica. Quindici anni e una cascata di capelli biondi, Sveva, di Martignacco, doveva prenotarlo proprio ieri. «Lo faccio perché devo andare via quest’estate ed è più sicuro per andare a ballare - confida al cronista -. Sono fiduciosa. Se non ci si vaccina, si va avanti così, con tanta didattica a distanza per altri tre anni. Ai sessantenni che non si sono ancora immunizzati dico che si vaccinino perché devo andare in discoteca e non posso aspettare loro».

Ultimo aggiornamento: 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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