Il lupo si spinge vicino alle case, si sfama nelle piane dove gli ungulati trovano le foraggere e viene avvistato anche vicino alle scuole.
NEL TARVISIANO
Il caso non è isolato. A Tarvisio, località Sant’Antonio-Oltreacqua, e a Malborghetto a creare scompiglio è la presenza del branco a cui appartiene il presunto ibrido nero monitorato dai Carabinieri per la biodiversità e dalla Regione Fvg assieme a Paolo Molinari (Progetto Lince). Il sindaco Boris Preschern lunedì sera ha pubblicato su Facebook un intervento pieno di rabbia, accompagnato dalla foto di un ungulato sbranato. Una foto simile a quelle che da settimane girano sui telefonini degli abitanti di Malborghetto. «Immagini come queste sono purtroppo quotidiane attorno ai nostri paesi. Non passa giorno che non me ne arrivi una - tuona -. È in atto una vera e propria carneficina degli ungulati da parte di altri animali selvatici, i lupi, che non hanno nessuna colpa».
Preschern annuncia che in questi giorni andrà negli uffici regionali «facendomi ben sentire». E rivolgendosi ancora ai suoi compaesani afferma: «Non possiamo pensare di avere nei prossimi anni centinaia di lupi attorno ai nostri paesi. Occorrono soluzioni rapide, rispettose per la natura, ma anche per gli esseri umani». Chiede poi a “tutto il popolo facebook della Valcanale” di inviargli foto di avvistamenti di lupi o di predazioni, così da realizzare una banca dati.
I CACCIATORI
Alla banca dati del sindaco può contribuire anche Adriano Buzzi, per trent’anni capocaccia della Riserva di Malborghetto-Valbruna. La scorsa settimana aveva documentato nove predazioni nella zona n. 1 del Distretto di Tarvisio: via Strachizza, vicino alla fermata delle corriere, al vecchio municipio e al centro sportivo. Sono tutte corredate da foto, orme dei lupi comprese. «Abbiamo trovato nove cervi - afferma -. Noi non siamo contro il lupo, non ci interessa cacciarlo e sterminarlo, ci interessa capire come gestirlo. E ci preme capire se il branco è formato da ibridi. Il lupo resti lupo. Se la natura vuole che si cibi di cervi, 9 o 90 predazioni poco importa. Qui il problema sono gli ibridi: possono diventare pericolosi per l’uomo?».
IL DOSSIER
Nel dossier di Buzzi ci sono le foto degli ungulati: sono stati attaccati all’altezza della pancia e non sono stati consumati interamente. «Ho trovato anche le impronte - spiega il cacciatore -. Misurano 10x8 centimetri, appartengono a un animale che pesa tra i 50/55 chilogrammi».
IL BIOLOGO
I lupi, grazie alla protezione della specie, hanno avuto un’espansione che non poteva ignorare il Tarvisiano, corridoio naturale tra Alpi ed Est Europa. Gli esperti guardano con attenzione al branco a cui appartiene il presunto ibrido nero. Il biologo Renato Semenzato, ad esempio, ne ha parlato recentemente a Geo&Geo su Raitre. Chiamato in causa dopo l’aggressione di Santa Caterina, per la quale la Procura di Udine ha aperto un fascicolo contro ignoti dopo la denuncia di Federcaccia, ha ricordato che gli attacchi nei confronti dei cani domestici sono frequenti (Patrick Buzzi quella sera difese il suo cane da caccia dall’aggressione).
«La predazione dei cani domestici - ha detto - rende possibile quello che è successo a Malborghetto. In quell’area - ha aggiunto - c’è un branco di ibridi. Il primo sulle Alpi. È un fatto piuttosto negativo. La coppia con un ibrido era stata segnalata dagli sloveni. Era necessario intervenire, in quel momento lo sforzo sarebbe stato contenuto, invece adesso ci troviamo otto ibridi». Semenzato sollecita a non sottovalutare la questione: «È un problema serio, che la Regione Fvg dovrebbe affrontare, perché visto che siamo vicini al periodo dell’amore, che è tra febbraio e marzo, c’è il rischio di avere ulteriori cucciolate».
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