Lo strazio di Noura, la ragazza col velo che studiava con Giulio a Cambridge

Venerdì 5 Febbraio 2016
Giulio Regeni
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IL CAIRO - Il composto dolore di una madre con le mani sul cadavere di un figlio, il cui volto è coperto da un sudario perché deturpato dalle torture; la commozione evidente di un'amica che non riusciva a trattenere le lacrime. Sono questi due immagini trapelate all'esterno da un incontro di preghiera svoltosi a porte chiuse nell'ospedale italiano del Cairo in suffragio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana. Secondo quanto si è appreso, la chiesetta dell'ospedale Umberto I era gremita da meno di cento persone, quasi tutti funzionari d'ambasciata, dipendenti della struttura e una decina di amici.

La salma, completamente coperta da un lenzuolo bianco su cui erano stati adagiati dei fiori, è rimasta nell'obitorio adiacente dove la madre di Regeni, Paola Deffendi, ci ha tenuto a lungo le mani sopra. Il dolore dei genitori, ha precisato un testimone, era «compostissimo». Visibilmente commossa è stata invece descritta Noura Wahby, la ragazza velata che su Facebook ha definito Giulio «il mio migliore amico», con cui ha studiato a Cambridge e condiviso tanti ricordi, come il tiramisù che ha imparato a preparare «per la sua ragazza». Accanto ai genitori, al primo dei banchi della chiesa, c'erano l'ambasciatore d'Italia al Cairo, Maurizio Massari, con la consorte. Il diplomatico ha pronunciato un breve discorso in cui fra l'altro ha affermato «Siamo tutti Giulio» Regeni. La salma era coperta fin sopra il volto perché, come rivelato da media egiziani citando più o meno direttamente la prima perizia medico-legale, a Regeni sarebbe stato tagliato il naso e una parte di orecchio. E sarebbe poi deceduto per uno o più colpi che gli hanno fracassato il cranio. Sul corpo del giovane, trasferito in serata all'aeroporto del Cairo in vista del ritorno in Italia nelle prossime ore, ci sono poi tracce di sevizie, fra cui presunte bruciature di sigarette. Nonostante il fermo di due persone appena annunciato, gli aguzzini di Regeni restano nell'ombra.

«La Ue è al fianco dell'Italia per cercare di far si che la massima collaborazione sia garantita dalle autorità egiziane e si faccia la massima chiarezza sulle responsabilità e la dinamica» dell'omicidio, ha dichiarato l'Alto rappresentante per la Politica estera europea, Federica Mogherini. «Confidiamo che collaborino perché questo è l'impegno che è stato preso ieri sia dal presidente Sisi che dal ministro degli esteri», ha commentato il capo della Farnesina, Paolo Gentiloni.
Da parte egiziana sono subito arrivate conferme interessate: «È importante non dare a certi 'nemici' l'opportunità di strumentalizzare la morte» di Regeni e «minare» così «i rapporti stabili e eccellenti fra i nostri Paesi», ha sottolineato l'ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, ribadendo «che le indagini saranno svolte con la massima trasparenza e collaborazione». Di simile tenore dichiarazione fatte dal portavoce del ministero degli Esteri al Cairo.
Ultimo aggiornamento: 21:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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