Lavoro nero, piaga sociale ed economica che in Friuli Venezia Giulia ha un'incidenza - così stima la Cgia di Mestre - del 3,9 sul valore aggiunto regionale.
I CONTROLLI
La lotta al fenomeno è ardua, anche se gli strumenti legislativi stanno aiutando coloro che sono chiamati a vigilare e prevedono sanzioni severissime, con sanzioni per partono da 1800 euro per ogni lavoratore in nero e che possono comportare anche la sospensione dell'attività quando gli invisibili superano il 10% dei dipendenti. L'Ispettorato territoriale del lavoro di Udine e Pordenone, al cui interno operano anche le due sezioni provinciali dei carabinieri del Nil, generalmente si muove su segnalazione, centrando pertanto nella maggior parte dei casi l'obiettivo. C'è poi la Guardia di finanza, che tra le due province mette in campo le Compagnie e le varie Tenenze deputate al controllo del territorio. Un'azione efficace, che sta dando molti frutti.
NELL'UDINESE
Lo scorso anno, ad esempio, nel Friuli Orientale sono stati scovati 117 irregolari. Quest'anno - fino al 13 luglio - gli uomini del colonnello Enrico Spanò ne hanno individuati ben 132, di cui 67 irregolari (ad esempio con orari di lavoro diversi rispetto al contratto o con parte dello stipendio fuori busta) e altri 65 in nero. Di questi 132 soggetti, 61 lavoravano per alberghi, ristoranti o bar e sono tutti italiani; 33 nel settore dell'agricoltura e silvicoltura (soprattutto vigneti e campi della Bassa friulana, dove vengono impiegati romeni, pakistani e indiani); 20 nei trasporti e magazzinaggio. Altre irregolarità sono state riscontrate nelle costruzioni.
NEL PORDENONESE
Il colonnello Davide Cardia, comandante delle Fiamme Gialle pordenonesi, parla di un «fenomeno inquietante per una provincia, come quella di Pordenone, così civile». Un fenomeno arginabile soltanto con «azioni militari», come quella dello scorso maggio, quando i 23 lavoratori in nero di quattro aziende agricole tra San Vito al Tagliamento e Morsano sono stati individuati con l'aiuto di un drone. In questo caso, oltre alle sanzioni, le aziende sono state sospese per 5 giorni. Tra i bengalesi, pakistani e indiani controllati c'erano anche tre immigrati irregolari o profughi, condizione che ha comportato una denuncia penale. Il bilancio dei primi sette mesi di controlli non si discosta molto dalla realtà del Friuli Orientale. I datori di lavoro verbalizzati sono stati 18 e al 10 luglio il bilancio era di 52 lavoratori in nero, privi di qualsiasi contratto, e di 48 irregolari, quindi con una copertura parziale. I 52 invisibili sono distribuiti nei seguenti settori: bar (4), metalmeccanica (1), ristorazione (15), volantinaggio (3), ambulanti (2), tabacchi (1), agricoltura (23), massaggi (2), trasporti per conto terzi (1). Gli irregolari sono stati travati nei bar (2), negozi di frutta e verdura (2), parrucchieri (1), edilizia (43, in questo caso sono posizioni ricostruite in seguito a un'indagine).