Divieti e paletti per salvare la laguna di Marano

Lunedì 28 Ottobre 2019
Divieti e paletti per salvare la laguna di Marano
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MARANO - Tre siti di primario interesse ambientale si trasformano in altrettanti fronti di difesa ambientale sui quali il Friuli Venezia Giulia intende rafforzare gli interventi di tutela: si tratta di siti di importanza comunitaria e di particolare pregio, ossia l'area marina di Miramare (già super-tutelata peraltro dalle norme in vigore), le Trezze San Pietro e Bardelli nella Laguna di Grado e Marano e ancora, sempre in Laguna, i Relitti di Posidonia presso Grado. Parte delle misure di conservazione si applicano ai siti della regione biogeografica continentale del Friuli Venezia Giulia e hanno carattere di prevalenza in relazione a disposizioni e provvedimenti regionali e locali sulla medesima materia, a condizione di rivelarsi più restrittive. Questi interventi integrano le misure di salvaguardia e le previsioni normative  stabilite dagli strumenti di pianificazione e regolamentazione preesistenti e danno corpo a una delibera che la Giunta regionale ha approvato su proposta dell'assessore alle risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna Stefano Zannier. 
ANCORE E BOMBEQuanto ai Relitti di Posidonia, la Regione intende procedere innanzitutto a una regolamentazione delle opere costiere, con l'introduzione di un divieto di trasformazione dell'uso del suolo, misure di contrasto alla intrusione umana e ad altre forme di disturbo all'ambiente. Previsto anche un ripascimento delle spiagge fino a una distanza di un chilometro dalle praterie di Posidonia, nonché il divieto di pesca sia professionale che sportiva nell'area sottoposta a tutela al fine di conseguire il mantenimento di un buono stato di conservazione. Sempre per tale area la Regione contempla il divieto di svolgere attività ludico-sportive, ma anche la proibizione di raccolta, asportazione e danneggiamento di formazioni rocciose, minerali, flora e fauna. In generale, la Regione vieta qualsiasi forma di alterazione dell'ambiente geofisico, mentre il prelievo di organismi e campioni è consentito soltanto per scopi scientifici e con autorizzazione. Niente da fare anche per gli ancoraggi sua sulle praterie di Posidonia che sulle formazioni rocciose che affiorano dalla superficie marina. Restrizioni vengono previste per le attività subacquee, mentre dopo l'eventuale individuazione di residuati bellici esplosivi si richiama la necessità di trasferire gli ordigni al di fuori dell'area protetta ovviamente quando possibile prima del brillamento. Una ben visibile perimetrazione dell'area protetta, nonché monitoraggi sia delle specie presenti che dell'habitat e della sedimentazione completano il quadro delle misure da mettere in campo, assieme a un'adeguata opera di informazione e sensibilizzazione dei pescatori in via prioritaria, ma più in generale dei frequentatori a vario titolo della zona. Veniamo alle Trezze (scogli affioranti) San Pietro e Bardelli, sempre in Laguna ma più a ovest: in questo caso le misure regionali confermano la revisione delle opere costiere con divieto di trasformare l'uso del suolo e introducono il divieto di esercitare la pesca professionale con reti da traino ma anche di pesca professionale dei molluschi. Ritroviamo ancora un divieto di esercitare attività sportive o del tempo libero a difesa dell'ecosistema e il divieto di ancoraggio in corrispondenza delle rocce affioranti. Anche in quest'area si procederà a una più evidente perimetrazione, con l'aggiunta di azioni specifiche per evitare che i natanti danneggino o uccidano cetacei e tartarughe marine. L'attività subacquea sarà concentrata in alcune zone con percorsi predefiniti, in modo da meglio tutelare i punti di maggior pregio dalla invasività umana. Anche per le Trezze la Regione prevede vari monitoraggi e opere di informazione-sensibilizzazione.
Maurizio Bait 
Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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