È ormai evidente che molti no green pass, oltre ad avercela col certificato verde, ce l’hanno anche con i giornalisti. Durante le manifestazioni, che pur si sono svolte in modo pacifico e ordinato, gli unici attimi di tensione si sono registrati verso gli operatori dell’informazione, accusati di essere “venduti”. L’ultimo caso è stato registrato venerdì: Valentina Bearzi, giornalista di Udinese Tv, è infatti stata vittima di un cosiddetto “shitstorm”, un’ondata di critiche e insulti dai toni che hanno trasceso i limiti, dopo la messa in onda della sua intervista effettuata al porto di Trieste, dove era inviata per seguire la protesta, al senatore Gianluigi Paragone, già conduttore televisivo, ex Movimento 5 Stelle ed esponente di Italexit.
Nel corso dell’intervista, incentrata sull’obbligo del green pass, il politico, a Trieste per sostenere la manifestazione, ha spiegato che i portuali sono contrari al tampone gratuito perché lo stesso trattamento non è garantito anche agli altri lavoratori. «Spiegatemi il motivo – ha detto - per cui i portuali avrebbero dovuto accettare questa cosa e insegnanti, maestri e professori non devono avere il tampone gratuito».
BOTTA E RISPOSTA
Bearzi ha fatto osservare che si tratta comunque di tamponi non a carico del Governo, ma delle imprese che gestiscono il porto (come riportato sulla circolare del Ministero degli Interni che cita “nella riunione si è raccomandato di sollecitare le stesse imprese acché valutino di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici gratuiti”).
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Il video, pubblicato sui social della tv, ha dato il via a una serie di commenti offensivi nei confronti della giornalista (da “torna a fare la calzetta”, a “corrotta”, per citare i più educati). In sua difesa sono intervenuti i colleghi e la redazione di Udinese Tv ha espresso solidarietà alla collega, condannando senza mezzi termini gli insulti di cui è stata destinataria solo per aver fatto il suo dovere, «ossia controllare le fonti e replicare ad affermazioni non veritiere. Dimostrando la professionalità richiesta in un giornalismo che il signor Paragone sostiene di conoscere meglio di lei. I vari commentatori si fossero almeno presi la briga di controllare la circolare in questione». Il testo si è concluso allegando il link al documento del Viminale, ma i commenti, seppur moderati, sono rimasti sul tono accusatorio verso il “giornalismo strumentalizzato” e “giornalisti provocatori”. Poco dopo, è arrivata anche la solidarietà della società Udinese Calcio, seguita da quella di Ordine dei giornalisti e Assostampa Fvg a tutti i colleghi insultati in questi giorni.