Sanità, la cabina di regia del soccorso di nuovo nel caos: infermieri pronti allo sciopero

Domenica 5 Febbraio 2023 di Camilla De Mori
Un infermiere Sores

UDINE - Infermieri verso lo sciopero in Sores.

Nursind Udine e Uil Fpl annunciano che manderanno al direttore di Arcs Joseph Polimeni (da cui la centrale di Palmanova dipende) una richiesta di incontro urgente per avere risposte, «altrimenti faremo uno stato di agitazione fortissimo», assicura Afrim Caslli, segretario del sindacato degli infermieri. Stefano Bressan (Uil) non esclude di arrivare «allo sciopero, se non ci daranno garanzie».

L'ORGANICO
I nodi sul tappeto sono molti e partono dalla carenza di organico nella centrale che coordina i soccorsi in Fvg, già lamentata a più riprese dai sindacati. L'avviso di mobilità volontaria per infermieri di altre Aziende, indetto il 16 novembre 2022, alla scadenza del 16 dicembre scorso è andato deserto. Nelle more della procedura concorsuale in atto (che vale per tutte le Aziende e che presumibilmente dovrebbe arrivare a compimento a maggio), pochi giorni fa Polimeni ha indetto un nuovo avviso di mobilità. «Non ci sono state candidature al primo avviso - ragiona Bressan - perché senza garanzie gli infermieri non si spostano». «Non stupisce che il bando di mobilità sia andato deserto - aggiunge Caslli - perché sono rimasti su carta quei punti di attrattività di cui avevamo discusso con il direttore: la gestione dell'elisoccorso, l'applicazione del Piano emergenza urgenza (Peu), la formazione. Ma, soprattutto, un quarto punto: gli infermieri di Sores devono avere la possibilità di lavorare in interscambio con colleghi che operano negli ospedali maggiori, in modo da non fare esclusivamente lavoro di centrale, ma di fare il loro mestiere in reparto per almeno 4 mesi l'anno».

GLI INNESTI
Latitano i rincalzi e il malumore sale. «Siamo arrivati a febbraio e tutto ciò che ci è stato promesso non si è avverato. È arrivata solo un'unità da AsuFc a fare qualche turno e del Peu non abbiamo notizie - spiega Caslli -. Eravamo d'accordo con Polimeni di applicare il richiamo di colleghi esperti da pagare con prestazioni aggiuntive a 35 euro l'ora, sulla base della convenzione fra Arcs, Asfo, AsuFc e Asugi. Cinque colleghi di Trieste hanno dato disponibilità a fare qualche turno in Sores e ci sono state disponibilità anche da Pordenone, ma non riescono a muoversi, perché Arcs non li chiama, nonostante l'accordo firmato a suo tempo».

Il concorso è in itinere: «Per Arcs ci sono 19 domande (contro le 119 per Asfo e Cro, le 482 per Asugi e Burlo e le 346 di AsuFc ndr), che dimostrano che per Sores c'è comunque un interesse. Ma la procedura è in corso». E così si fa difficoltà a coprire i turni, tanto che «c'è chi si fa anche quattro notti in una settimana», rileva Caslli. Poi c'è il tema dei pagamenti mancati. «Dei colleghi lamentano che le prestazioni degli infermieri Sores che hanno partecipato con l'unità mobile a Friuli Doc a Udine e Gusti di frontiera a Gorizia non sono ancora state pagate». «Siamo molto preoccupati. Da tantissimo tempo chiediamo l'applicazione della bozza del Peu che è stato approvato da tutti i componenti dei professionisti della sanità, ma resta chiusa nei cassetti. Quel piano potrebbe risolvere il 70-80 per cento dei problemi dell'emergenza urgenza territoriale - secondo Caslli - stabilendo in modo chiaro da chi viene erogato il servizio. Questo darebbe la spinta ai colleghi esterni ad Arcs di partecipare anche ai bandi di mobilità per andare a lavorare in Sores. Invece, oggi non c'è nessun elemento di attrattività: in queste condizioni, con questa organizzazione, la Sores e Arcs non potranno mai avere nessuna domanda di mobilità».
 

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