Infermieri pronti allo sciopero nella cabina di regia dei soccorsi

Martedì 6 Settembre 2022
La centrale operativa Sores di Palmanova

Infermieri sul piede di guerra nella “cabina di regia” che coordina i soccorsi in tutta la regione.

Il Nursind, che rappresenta la categoria, infatti, ha appena inviato ai quattro prefetti di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste, oltre che al direttore generale di Arcs (da cui la Struttura dipende) Joseph Polimeni, la comunicazione della proclamazione dello stato di agitazione degli infermieri impiegati nella centrale Sores di Palmanova, chiedendo, come da prassi, l’incontro di conciliazione. In caso di mancato accordo, avvisa il segretario del sindacato, Afrim Caslli, si potrebbe andare alla «dichiarazione di una o più giornate di sciopero».


GLI INCONTRI
Una decisione sofferta, maturata dopo giorni febbrili di incontri e contatti fra il sindacato delle professioni infermieristiche e il personale, falcidiato dalle “fughe” di tanti colleghi che, nei mesi scorsi, di fronte alla mala parata, hanno preferito lasciare la Struttura operativa regionale di emergenza sanitaria. Allo stato «si contano 4 che si sono licenziati su un organico di 40», ricorda Caslli. Il 10%. Da qui la decisione di intervenire, dopo l’appello già rivolto alla direzione di Arcs a maggio scorso, rimasto lettera morta. «Se siamo giunti a questo punto è perché ci vediamo costretti a farlo», nota Caslli nella missiva inviata ai prefetti e a Polimeni, in cui si allega la lettera inviata il 5 maggio al neodirettore di Arcs Polimeni (oltre che agli altri vertici dell’Azienda “zero”), senza riuscire ad ottenere da allora uno straccio di incontro. Un silenzio che pesa come un macigno, secondo il Nursind, tanto da non far escludere future richieste ancor più tranchant, con un nome e un cognome. «Abbiamo cercato di percorrere tutte le vie istituzionali, di dialogo, di incontro con i vertici aziendali ma non abbiamo ottenuto null’altro che promesse e rinvii e attese disilluse oltre ad un perdurare di un silenzio da parte dei vertici aziendali nonostante la presentazione di una lettera con problematiche impellenti». La dirigenza di Arcs aveva promesso «mesi e mesi orsono un incontro», ma «a oggi nessuna convocazione a tale fine è stata ricevuta dalla nostra segreteria e pertanto ci vediamo costretti a dichiarare lo stato di agitazione».


LE RIVENDICAZIONI
Le richieste degli infermieri erano già inserite nella missiva del 5 maggio inviata al direttore generale e al direttore sanitario di Arcs, oltre che al direttore Sores Amato De Monte (e per conoscenza all’assessore regionale Riccardo Riccardi). In primo piano il nodo della carenza del personale, delle dimissioni e delle richieste di mobilità «che rischiano di mettere nuovamente in ginocchio il sistema di emergenza». «Non possiamo perdere altri colleghi senza provare a cambiare le cose», scriveva a maggio la segreteria del Nursind di Udine, soprattutto visto che i problemi «che portano i colleghi allo stremo a lasciare il campo per dedicarsi ad altro» erano sempre gli stessi «cronicizzati». Nell’elenco, l’impossibilità di mantenere le competenze nell’emergenza sul campo, «data la penuria di turni di ambulanza», l’abbassamento del guadagno medio annuo per «l’impossibilità di fare attività parallele», dalla docenza alla medicina sportiva, nell’azienda di appartenenza, ma anche la «mancanza di una valvola di sfogo rispetto allo stress lavorativo creato dall’ambiente chiuso e tensivo della centrale» e le asserite «strumentalizzazioni politiche» che, a detta del Nursind, sarebbero sfociate in «attacchi mediatici». Problemi di fronte ai quali già a maggio il sindacato riteneva «inaccettabile la passività» della direzione «nell’affrontare il malcontento dei colleghi».
Il Nursind aveva chiesto almeno altre 50 ore di prestazioni extraistituzionali per consentire agli infermieri di aumentare i loro introiti (dall’inizio del lavoro di centrale ne sono state concesse 150), «perché è evidente che un turno al mese non è sufficiente». Inoltre, per il sindacato, l’attività di docenza, rivolta ai cittadini o ai colleghi di altre realtà, che non ha bisogno di un’autorizzazione aziendale, «non deve intaccare il monte ore di possibili attività extra». Fra le richieste più sentite anche «un ufficio stampa che possa far sentire tutelati e protetti i colleghi Sores», incaricato di «fornire versioni ufficiali ai media e ai social media». Sul medio periodo, invece, il Nursind chiede «la copertura di più postazioni da parte di Sores e non ultimo la possibilità di introdurre il sesto infermiere di notte».

Ultimo aggiornamento: 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci