I 1700 ghanesi del Friuli insieme
per costruire un ospedale in Africa

Martedì 4 Ottobre 2016 di Paola Treppo
Kofi Bonsu con i sindaci di Pirano e di Trivignano Udinese
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TRIVIGNANO UDINESE (Udine) - Sono oltre 1700 i cittadini di nazionalità ghanese che vivono in Friuli Venezia Giulia, un numero che dopo albanesi e romeni, è quello più elevato in regione sul fronte stranieri immigrati.

La comunità ghanese è concentrata perlopiù nella zona del Cividalese, in provincia di Udine, e nel Monfalconese, in provincia di Gorizia, per la maggiore disponibilità di posti di lavoro nell’area della cantieristica, ma non mancano gruppi numerosi anche nelle province di Trieste e Pordenone. Dal 2012, 1500 di questi cittadini africani sono iscritti a un’associazione fondata da Kofi Bonsu, 30 anni, da 17 in Italia, che vive a Trivignano Udinese, a sud di Udine; oggi cittadino italiano, figlio di immigrati, Kofi è arrivato in Italia da bambino, ed è sempre vissuto in Friuli; è diventato presidente della Ghana National’s Association di Udine.

«Siamo la comunità africana più numerosa in Friuli Venezia Giulia e siamo bene integrati – spiega -; tuttavia, adesso, negli anni della recessione, molto connazionali stanno cominciando ed andare via dalla regione perché manca il lavoro. Chi non parte ha scelto di aiutare chi è rimasto in Ghana, attraverso la onlus “Proffer Aid International” che promuove e organizza eventi a favore della popolazione che soffre. Di recente, con la collaborazione del sindaco di Trivignano Udinese, Roberto Fedele, e con il primo cittadino di Pirano, nella vicina Slovenia, Peter Bossman, anche lui ghanese e primo sindaco di colore dei Paesi della ex Jugoslavia, stiamo organizzando un evento fissato per il 18 febbraio 2017. In quella occasione, benefica, si raccoglieranno fondi per costruire un ospedale in Ghana, dove la mortalità della madri in gravidanza è alta per le lunghe distanze da percorrere quando arriva il momento del parto. Parteciperanno all’evento il sindaco di Pirano, il ministro della sanità sloveno, quello italiano, quello del Ghana e anche l’ambasciatrice ghanese». 
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