Profughi dall'Ucraina e Covid, hub unico per tamponi, vaccini e visite a Udine

Mercoledì 16 Marzo 2022 di Marco Agrusti
Profughi dall'Ucraina e Covid, hub unico per tamponi, vaccini e visite a Udine

Cambia ancora l'architettura dell'accoglienza dei profughi ucraini in Friuli Venezia Giulia. E lo fa in special modo per quanto riguarda l'aspetto della sorveglianza sanitaria, necessaria soprattutto visto il nuovo aumento dei contagi Covid. Sarà infatti istituito un hub unico per i tamponi, i vaccini e le visite: sarà a Udine, alla Fiera di Martignacco. Un altro mini-polo sarà realizzato a Fernetti (Trieste), al confine con la Slovenia. Ma il punto principale sarà quello Udinese. Lo si è deciso ieri mattina durante il vertice tra la Regione (presenti il presidente Fedriga, il vice Riccardi e l'assessore Roberti) e i prefetti dei quattro capoluoghi del Friuli Venezia Giulia.
IL FILTROSi è deciso così: i profughi ucraini che dopo la fuga dalla guerra hanno manifestato l'intenzione di rimanere in Friuli Venezia Giulia saranno tutti convogliati verso l'ente Fiera di Martignacco, alle porte di Udine. Lì effettueranno il tampone per il Covid ed eventualmente - se lo vorranno - i vaccini. Sempre in quella sede saranno registrati all'anagrafe sanitaria. Un altro mini-punto di filtro sarà a Fernetti, ma quello principale sarà a Udine. Niente hub sparsi nelle varie province. Chi invece proseguirà verso altre zone d'Italia si registrerà nelle altre regioni. «Durante la riunione con i prefetti si è parlato anche del coinvolgimento della Croce rossa italiana per l'effettuazione dei tamponi, della presenza di mediatori linguistici e psicologi e del personale Unhcr, dell'organizzazione dei trasporti verso l'hub di Udine, del trasferimento delle persone positive nei Covid hotel e della distribuzione di materiale informativo in lingua ucraina alle persone che intendono fermarsi nella nostra Regione», ha specificato Riccardi.
L'OSPITALITÀAi prefetti è stata chiesta una nuova ricognizione a proposito dei posti letto disponibili nelle quattro province. Sono quasi 1400 infatti le persone che, a partire dallo scorso 27 febbraio, si sono già fermate in Friuli Venezia Giulia a fronte di un flusso che sfiora i 25mila profughi identificati e diretti in altre aree del Paese. Dati destinati a salire nelle prossime ore. «Per quanto concerne la prima accoglienza in questo momento - spiega il vicegovernatore Riccardi - abbiamo già allestito due presidi vicini ai confini di Ugovizza a Tarvisio e di Fernetti a Trieste che dobbiamo necessariamente ampliare visto che i flussi si stanno intensificando. Questi devono continuare ad erogare generi di prima necessità e servono per iniziare le procedure di identificazione di queste persone in fuga dalla guerra».
LA STRATEGIACome anticipato nel corso della riunione, il governatore della Regione, nel suo ruolo di commissario delegato per l'emergenza Ucraina, intanto istituirà a breve l'Unità di crisi, composta da Regione Friuli Venezia Giulia, prefetture, Anci e il Tribunale dei minori. In caso di specifiche necessità il tavolo sarà allargato anche all'Ufficio scolastico regionale. Tra gli obiettivi del Piano anche l'identificazione dei minori non accompagnati.
LA LITESpazio anche per una polemica scatenata dal Consorzio italiano di solidarietà che ha definito il Fvg una delle peggiori regioni quanto a programmi di accoglienza. «È una mancanza di rispetto - ha tagliato corto l'assessore Roberti -.

L'aiuto a chi scappa non è un business».

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