Vittorio Cumin, il decano dei piloti vola a quota 90

Domenica 17 Marzo 2019 di Paolo Cautero
Vittorio Cumin, il decano dei piloti vola a quota 90
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UDINE - Sale a quota novanta, Vittorio Cumin, che oggi festeggia un super-compleanno. Un passaggio impegnativo, più dei tanti della sua lunga carriera di aviatore. Questo isontino di Romans, classe 1929, vanta un tale curriculum da pilota d'aereo da essere una sorta di icona per i patiti del volo. E pensare che, in gioventù, il suo destino sembrava dovesse essere calcistico, quando si distingueva come mediano nella Pro Romans, tanto da essere ingaggiato dalla Pro Gorizia (il fratello minore, Luigino, giocava invece da difensore, con un'estemporanea presenza in serie A nell'Udinese a fine anni Cinquanta). Poi non gli è girata per il verso giusto. In disaccordo con l'allenatore ha preferito iscriversi ad Ingegneria all'Università di Trieste. Ma un bando dell'Aeronautica Militare gli ha suggerito una scelta diversa.
LA SVOLTAEccolo allora, era il 1952, al corso allievi ufficiali di complemento a Gioia del Colle e quindi spostarsi fra Lecce, Brindisi, Amendola, Grottaglie. Infine Ghedi presso Brescia, schierato nella pattuglia acrobatica di quel reparto: i mitici Diavoli Rossi (rivali in bravura di Cavallino Rampante, Getti Tonanti, Lancieri neri) capeggiati dal padovano Mario Squarcina. E quando all'inizio degli anni Sessanta quest'ultimo ricevette dallo Stato Maggiore dell'Arma azzurra il compito di creare - con base a Rivolto - un'unica Pattuglia acrobatica nazionale, chiamò anche Cumin, che, delle Frecce Tricolori, è stato componente dal 1962 al 1969 comandandole nel biennio finale. In missione per un paio d'anni al quartier generale Nato a Bruxelles, è rientrato in Friuli nel 1972 dapprima per dirigere il Poligono di tiro di Maniago e, dal 1975 al 1981, con la responsabilità primaria dell'aeroporto di Campoformido. Congedatosi dall'Aeronautica con il grado di colonnello, s'è calato nel periodo africano collaborando con la Siai Marchetti, costruttrice italiana di velivoli: sei anni in Libia, istruendo quei piloti, uno nel Burkina Faso per fondare la locale forza aerea. Rientrato in patria ha chiuso la stagione di pilota con la pattuglia acrobatica civile Alpi Eagles e prestando servizi privati. Difficile stabilire le ore complessive di volo all'attivo: forse addirittura ventimila. Quando era di stanza a Ghedi, si sposò nel 1959 con Angiolina Telò, bresciana, già campionessa italiana di pattinaggio artistico, che fu una presenza costante al suo fianco, fino alla scomparsa nel 2013. Adesso che l'età gli vieta le discese sugli sci per le amate piste di San Candido in Val Pusteria e le pedalate in bici nella pineta di Lignano Sabbiadoro, dove ha una casa, a lui ci pensa l'unica figlia Antonella, titolare di una scuola di ballo con l'hobby della pittura ed efficiente governante del generale, l'attuale grado di Vittorio Cumin da Romans d'Isonzo, ormai udinese d'adozione. Cumin è il decano di quanti, nei quasi sessant'anni di storia della Pattuglia acrobatica nazionale, hanno fatto parte a vario titolo delle Frecce Tricolori. Per lui, volare nel cielo blu, è stata la ragione stessa di una vita dai tanti capitoli.
Paolo Cautero 
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