Addio Giuseppe Zamberletti, fu l'inventore del "modello Friuli"

Lunedì 28 Gennaio 2019 di David Zanirato
Giuseppe Zamberletti
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GEMONA «Non immaginavo proprio potesse essere ripristinato così». Era compiaciuto come un bambino nel maggio 2015 quando lo portarono a visitare il ricostruito Castello di Gemona. «Gemona senza Castello sarebbe stata un'altra cosa, tra gli edifici crollati era una delle rovine che colpivano di più al cuore», spiegava poi, fiero per essere riuscito a mantenere una promessa fatta ad una donna nel 1976, la quale sfollata a Lignano, regalò all'onorevole un tappeto con ricamato su proprio quel castello crollato con le scosse dell'Orcolat, temendo di non poterlo più rivedere in piedi. «Vedrà signora le rispose l'onorevole che ricostruiremo anche quello».
E fu così. Era uno degli aneddoti che amava raccontare a chi lo ammirava come un Maestro. Così come ricordava le riunioni fiume nelle sale dell'Astoria di Udine, l'allora suo quartier generale, per gestire l'emergenza, o ancora le dolorose ordinanze di requisizione delle case delle località turistiche della costa per gli sfollati, passando per le ardue richieste delle roulotte «che i friulani poi riconsegnarono immacolate, con addirittura i fiori al proprio interno», narrava orgoglioso.
Quell'onorevole era Giuseppe Zamberletti. Un nome e un cognome sinonimo di garanzia, concretezza, operatività, lungimiranza, semplicità. A piangerlo ora tutto il Friuli e tutta l'Italia. E Gemona ha proclamato il lutto cittadino sino a domani.
UNA TELEFONATASe n'è andato, malato da tempo, nella sua Varese, all'età di 85 anni. Domani, sarà omaggiato con i funerali di Stato, alle 10.30, nella Basilica di San Vittore, e in tanti partiranno dal Friuli per portargli l'ultimo saluto. Da quello stesso Friuli in cui lui lasciò parte del suo cuore, da quando ci arrivò, in veste di sottosegretario agli Interni con delega alla Polizia e ai Vigili del fuoco all'indomani di quel drammatico 6 maggio 1976. Lo spedirono sul posto, con una telefonata, il ministro degli Interni Cossiga e il presidente del Consiglio Aldo Moro. «Arrivo all'aeroporto di Rivolto e assumo subito la direzione delle operazioni in un contesto che non era ben disegnato. Bisognava improvvisare - ricordava Zamberletti -. Occorreva mettere in moto una macchina molto efficiente e molto tempestiva. Tantissimi feriti si trovavano ancora sotto le macerie». Per quella tragedia il Governo poi lo nominò Commissario straordinario per l'Emergenza ed è grazie anche a lui se la Ricostruzione di questa terra si è concretizzata.
«Un amico, un maestro, una guida», lo ha ricordato ieri Angelo Borrelli, attuale capo di quella Protezione civile che Zamberletti fece nascere proprio dal Modello Friuli. L'onorevole fu talmente efficace in quel contesto che il Governo si ricordò di lui anche nelle successive emergenze. «Un grande uomo di Stato», lo ricorda affranto Franceschino Barazzutti, presidente onorario dell'Associazione dei sindaci del Terremoto e della ricostruzione: «Era arrivato da noi come commissario straordinario del governo per l'emergenza, vuol dire con pieni poteri. Eppure non ha mai assunto una decisione su un comune senza averla concordata con il sindaco. Punto. Da qui sono discese poi le scelte delle casette. Nelle zone di montagna il modello dei mezzi tronchi. Perché, ripeteva sempre, alloggi provvisori sì, ma di-gni-to-si».
LEGAME INDISSOLUBILE«È con profonda commozione e nello stesso tempo gratitudine che salutiamo il nostro concittadino onorario on. Giuseppe Zamberletti, compianto commissario straordinario del governo per il terremoto del Friuli scrive l'attuale sindaco di Gemona, Roberto Revelant -. È stato e resterà nella storia della nostra città, della nostra comunità, dei nostri cuori, ed ha contribuito in maniera fondamentale a scrivere le più belle pagine della ricostruzione. A lui si deve molto, anche la nascita della Protezione civile diventata da allora un riferimento per la gestione delle emergenze. Un esempio, un politico da emulare, che ha saputo farsi amare dalla nostra gente come pochi altri. L'ultimo incontro qui a Gemona è avvenuto lo scorso 5 maggio 2018 e lo ricordo con grande lucidità, a cena assieme al vicesindaco Loris Cargnelutti, all'assessore regionale Barbara Zilli, a Giuseppe Varisco e all'amico Luigi Rigo che lo accompagnava in ogni occasione; dopo averci raccontato moltissimi aneddoti sull'esperienza del 76 ricorda Revelant - abbiamo parlato delle criticità del patrimonio immobiliare e del rischio idrogeologico presente in gran parte delle regioni d'Italia. Guardava ancora al futuro, con l'entusiasmo di un giovane ma l'esperienza di una persona saggia e preparata. L'Italia perde un grande uomo ... Ti ricordo così, con l'ammirazione e riconoscenza per tutto ciò che hai fatto per la rinascita di Gemona e del Friuli intero. Noi, figli della ricostruzione, Te ne saremo sempre grati. Mandi on. Giuseppe Zamberletti».

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