UDINE - La scorsa notte a Roma in via Salaria, sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dell'Ambasciata d'Egitto, è apparsa l'ultima opera della street artist Laika che ritrae Giulio Regeni che abbraccia lo studente arrestato in Egitto Patrick Zaki, con indosso una divisa da carcerato. Davanti alle due figure campeggia la parola «Libertà» scritta in lingua araba. Nell'opera, Regeni rassicura Zaki, dicendogli: «Stavolta andrà tutto bene». Poi la scritta.
Il giovane dottorando friulano dell'università di Cambridge, ucciso all'inizio del 2016, si rivolge con queste parole a Patrick George Zaki, ricercatore dell'Alma Mater di Bologna, noto per il suo impegno nel campo dei diritti umani e Lgbt, arrestato venerdì scorso mentre si trovava in Egitto e, stando a quanto riferito dal suo avvocato, «sottoposto a torture da parte della polizia egiziana».
Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 09:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il giovane dottorando friulano dell'università di Cambridge, ucciso all'inizio del 2016, si rivolge con queste parole a Patrick George Zaki, ricercatore dell'Alma Mater di Bologna, noto per il suo impegno nel campo dei diritti umani e Lgbt, arrestato venerdì scorso mentre si trovava in Egitto e, stando a quanto riferito dal suo avvocato, «sottoposto a torture da parte della polizia egiziana».