Giro d'Italia: Davide Cimolai e Alessandro De Marchi, due friulani in lizza

Lunedì 9 Maggio 2022 di Nazzareno Loreti
Una bella immagine di Davide Cimolai con la figlia Mia

Chiusa la parentesi ungherese, il Giro d'Italia 2022 giungerà domani in Sicilia con l'Avola - Etna Nicolosi di 172 chilometri.

Un evento globalizzato, lungo 3410 chilometri, con 21 tappe e il traguardo a Verona, domenica 29 maggio. L'unica frazione friulana sarà quella che da Marano Lagunare arriverà a Castelmonte il 27 maggio, nel terzultimo giorno di gara. In gruppo c'è anche un corridore eritreo, Biniam Girmay, 22 anni, il primo africano a vincere una classica del Nord, la Gand Wevelgem in Belgio.

DAL FRIULI ALL'ETNA
Due i friulani in lizza: il vigonovese Davide Cimolai e il bujese Alessandro De Marchi. Una coppia di veterani che potrebbe lasciare il segno in questa edizione numero 105. Domani, dopo la pausa, si tornerà a correre in Italia con una frazione che toccherà il centro del Barocco siciliano a Noto e le zone di Pantalica e Vizzini. L'avvicinamento al vulcano sarà un continuo saliscendi. La salita finale, si concluderà al rifugio Sapienza, affrontando un percorso inedito. L'ascesa all'Etna misurerà 22 chilometri, con un dislivello di 1358 metri, una pendenza media del 5,9% e punte del 14%. La salita partirà da Biancavilla, come nel Giro 2018.

TALENTI
Tra i giovani spicca Aleotti, ex portacolori del Cycling Team Friuli. «Sono convinto che Giovanni saprà mettersi in luce - sostiene il direttore sportivo dei bianconeri Renzo Boscolo -. Lui ha la stoffa per emergere». Oltre allo Scalatore della Bora, ci sono altri corridori che hanno indossato, nel recente passato, la maglietta del Ctf, come lo stesso De Marchi (ora all'Israel), Mattia e Davide Bais, in forza rispettivamente all'Androni e all'Eolo Cometa. «Siamo molto soddisfatti di vedere i nostri ex ragazzi nel gruppo professionisti al Giro - prosegue Boscolo -, in un percorso iniziato nel 2005 che prosegue con successo anche oggi».

VETERANI
C'è voglia di riscatto invece per Cimolai, reduce da una fastidiosa bronchite che non gli ha permesso di esprimersi al meglio in questo scorcio di stagione. «Alla vigilia del Giro era incerto se partecipare o meno alla Corsa rosa - confida lo stesso Davide -. Dopo i malanni subiti nel post Tirreno-Adriatico non ho potuto nemmeno allenarmi a casa come volevo, poiché sono stato dirottato alla Parigi-Roubaix. Per fortuna, un paio di settimane sulle strade di Pordenone e il Gran premio di Francoforte in Germania mi hanno rimesso in sesto». Quale tappa ritiene alla sua portata? «Sicuramente quella con arrivo a Treviso - conclude il campione di Vigonovo - che vorrei dedicare alla mia bambina, Mia, nata un anno fa». E il Rosso di Buja? Neppure l'ex portacolori della Ctf è partito dall'Ungheria nelle migliori condizioni di forma, ma il desiderio di riscatto dopo l'abbandono del 2021, erano più forti di ogni cosa. L'anno scorso De Marchi riuscì a indossare la maglia rosa, nella quarta tappa, a Sestola, ma poi in avvio della 12. frazione fu costretto al ritiro per una brutta caduta che gli causò un trauma toracico e le fratture della clavicola e di due vertebre toraciche. «Sono partito dall'Ungheria con poche corse nelle gambe - racconta -. Ho partecipato alla Liegi-Bastogne-Liegi con sofferenza, ma è stato in ogni caso un buon allenamento. Sto migliorando giorno dopo giorno e sono convinto che potrò dare il meglio nell'ultima settimana». Il sogno nel cassetto? «Poter salire sul podio nell'unica tappa friulana - risponde -, quella con arrivo a Castelmonte». In effetti il segmento numero 27 si adatta bene alle caratteristiche del Rosso, con tante insidie lungo il tracciato, l'arrivo in salita e lo sconfinamento in Slovenia. Dopo le colline moreniche si raggiungono le Prealpi Giulie con le Grotte di Villanova, seguite dal Passo di Tanamea, il Monte Kolovrat, il Passo Solarie, con l'erta finale che porta al Santuario dove è posto l'arrivo.

 

Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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