​Impennata di precari, in Friuli Venezia Giulia due giovani su tre hanno un contratto a termine

L’anno scorso 80mila under 30 hanno visto cessare l’impiego dopo 12 mesi.

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di Marco Agrusti
Impennata di precari, in Friuli Venezia Giulia due giovani su tre hanno un contratto a termine

C’è un mondo, dietro ai dati inequivocabilmente buoni (nessuno si sognerebbe mai di contestarli) del Friuli Venezia Giulia, che parla di diritti negati, libertà sospese, crescite dimezzate e opportunità enormemente dispari rispetto a quelle offerte alla stessa categoria anagrafica in altre parti del mondo. È un esercito che continua a crescere e che contribuisce in maniera purtroppo determinante a formare proprio quei numeri che vedono la nostra regione ai vertici nazionali per occupazione: si parla del precariato, con numeri da record.

E non è una buona notizia, soprattutto perché la categoria più colpita dal lavoro a tempo è quella che va dai 15 ai 24 anni e successivamente dai 24 ai 30 anni.

I NUMERI
Secondo l’osservatorio sul lavoro dell’Ocse, in Friuli Venezia Giulia sono stati assunti, tra contratti a tempo determinato e impieghi somministrati, più di 100mila lavoratori. Meno di 20mila, invece, le persone ingaggiate a tempo indeterminato, a cui si devono aggiungere le trasformazioni da determinato a indeterminato di altre 10mila persone circa. Ne deriva il fatto che in media due lavoratori su tre hanno sì trovato un impiego, ma precario. Il 37,1% dei nuovi contratti attivati nei primi nove mesi del 2022 in provincia di Pordenone risulta essere a termine. La provincia di Pordenone è quella dove sono più frequenti i rapporti di lavoro in somministrazione (28,7% del totale contro il 20% regionale), a causa della notevole specializzazione manifatturiera. Anche l’incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato è la più alta in regione (19,2% del totale contro una media del 14,6%). Trieste e Gorizia, invece, sentono ancora di più il fenomeno dal punto di vista generale, con il 48 e il 45 per cento dei contratti risultati a termine nei primi nove mesi dell’anno scorso. Dal 2019 al 2022, l’aumento dei lavoratori a tempo determinato ha toccato il 20 per cento. Sono in calo invece i tirocini, che scendono dell’11 per cento in Friuli Venezia Giulia. 

I RAGAZZI
Nella prima parte dell’anno, spinte dall’andamento economico figlio della crescita registrata nel 2021 all’uscita dalla pandemia, sono continuate a lievitare anche le assunzioni di giovani e giovanissimi: circa 35mila tra i 15 e i 24 anni, più di 40mila tra i 25 e i 30 anni. Ma nell’ultima parte dell’anno sono stati proprio i giovani a subire il contraccolpo più importante. Secondo i dati sindacali, infatti, si è registrato un primo calo dell’8 per cento rispetto alle assunzioni (di qualsiasi tipo) fatte segnare nel 2019, l’ultimo anno prima della pandemia. 

DIMISSIONI
Le dimissioni dei lavoratori sono sempre più frequenti e costituiscono la motivazione di gran lunga principale della conclusione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Nel 2014 le dimissioni davano conto di poco meno della metà di tutte le cessazioni a tempo indeterminato (il 45,8% in provincia di Pordenone), a partire dal 2019 la loro incidenza supera il 70% (nei primi nove mesi del 2022 è stata pari all’80,7%), il valore più elevato in regione. C’è infine un ultimo numero che sta a testimoniare la volatilità dei rapporti di lavoro a tempo determinato. Nel corso del 2022, secondo l’Osce, in Friuli Venezia Giulia circa 80mila persone hanno visto cessare il proprio rapporto di lavoro a termine. Un numero in rialzo dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. E ancora una volta, la maggior parte di queste persone è costituita da giovani. 

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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