Dove il tempo s'è fermato e si gioca a bocce la domenica pomeriggio

Martedì 3 Luglio 2018 di Paola Treppo
I giocatori di bocce a Coderno di Sedegliano

SEDEGLIANO (Udine) - In piazza non c’è nessuno, a Coderno di Sedegliano. Perché fa caldo, sono le 2 del pomeriggio e c’è ancora chi sta finendo di pranzare. Come i clienti di “Là di Mariute”, nel complesso di vecchie case contadine dove è nato, da una famiglia poverissima, padre David Maria Turoldo. La grande chiesa del paesino, in questo Friuli di sasso che non ha mai perso il sapore dei borghi friulani di una volta, di “prima del terremoto”, è aperta e si può entrare. Anche lì non c’è nessuno, e il bianco accecante delle pietre del sacrato ti porta a cercare un posto all’ombra, per riposare un momento.

La vecchia osteria 
All’angolo, pochi metri più in là, vicino a un incrocio, c’è un bar. Adesso si chiama pizzeria, e la sala dove si mangia è stata rimessa a nuovo qualche anno fa. Ma basta chiedere dov’è il bagno per scoprire che, oltre a quel vuoto della piazza, oltre ai portoni chiusi dove una volta passavano i trattori, i carri con le vacche, per scoprire che Coderno non è affatto deserto. È un paese che ha la sua vita, nascosta, autentica, divertente e unica.
 

 

I campi di bocce 
Oltre il bar, in realtà una antica osteria, che non si ricorda più nessuno da quando è aperta, ci sono i vecchi campi da bocce. Quelli di 30, forse 50 anni fa. E ci sono i “vecchi” di Coderno, che giocano a bocce. Due tavolini ruggini, un po’ di sedie di plastica. Chi è in “pista”, serissimo, super concentrato, e chi assiste, gli spettatori. Non ci sono tabelloni elettronici per segnare i punti, né il campo è “tirato”: il coperchio di un bidone disegnato a orologio, con i numeri dipinti a mano, è più che sufficiente.

Usciti da una cartolina
L’area da gioco è delimitata solo vecchie travi di legno che il tempo e la pioggia hanno spaccato su tutta la lunghezza. C’è chi fa l’arbitro, il “var”, e chi ce la lancia. Sembrano le scene di un film, invece è quello che va in scena, ogni domenica pomeriggio, nella vecchia osteria di Coderno. Gli anziani del paese arrivano un po’ alla volta, alla spicciolata, con i pantaloni corti, con i mocassini, il cappellino, gli occhiali, con le “bionde”, un portamonete, le chiavi appese alla cinta. Qualcuno passa dal retro, per il cancello secondario.

«Fanciulli, volete altro?»
Si sentono solo le loro voci. E quella della barista che arriva col vassoio delle birre: «Fanciulli, volete altro? Siete tutti a posto?». Qualcuno ordina “un’acqua”. Chi si mangia la coppetta di gelato con il cucchiaino di plastica. «Gioca bene che c’è gente foresta…». C’è gente, cioè, che viene da fuori paese. Bisogna fare bella figura. Le gare si ripetono una dopo l’altra, con la minuziosa misurazione della distanza dal pallino, che si fa con un vecchio ferro, ruggine pure quello, ma assolve bene la sua funzione.

Sullo sfondo il campanile
Le bocce sono belle e pesanti; le mettono dentro a una specie di forziere di metallo, a bordo pista, un contenitore che sembra uscito da un museo. Come sembrano usciti da una cartolina degli anni Cinquanta i giocatori. E con loro la vecchia stalla che si vede dietro ai campi di bocce: una scala di legno appoggiata al muro, i fienili, i portoni di legno, lo stendino. Case una addossata all’altra. Sullo sfondo il campanile. Nel mezzo le vecchie viti che riparano dal sole.

Non serve parlare tanto
È quello che resta dei paesi del Medio Friuli di una volta che, un po’, si assomigliano tutti. Dove ti riconoscono subito se non sei del posto. Ti squadrano, nelle loro camice mai buttate vie ma perfettamente stirate, e poi ti accolgono, se gli garba. E ti raccontano la storia della loro vita.
Di quando erano alpini e facevano il militare, sulle montagne di Musi, di quando erano giovani e i tempi erano diversi, tutti diversi da oggi. Resta, in queste terre silenziose, l’amore per la propria casa, per le tradizioni. L’amore dello stare insieme, anche senza parlare più di tanto. Perché, infondo, per i friulani, oggi come ieri, è più importante “fare” e stare a perdersi tanto in chiacchiere.  

Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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