L'addio al pilota Ghersi. La bara avvolta nel Tricolore e lo straziante urlo della figlia di due anni: «Papà, papà»

Venerdì 12 Maggio 2023
Alessio Ghersi

UDINE - "Papà, papà, papino, papino!". Nel silenzio struggente del piazzale della Cattedrale di Udine è la voce squillante della figlia più piccola del maggiore Alessio Ghersi a stagliarsi tra le lacrime di familiari, commilitoni e amici. Momenti toccanti quelli vissuti ieri mattina, durante il funerale del capitano pilota delle Frecce tricolori morto lo scorso 29 aprile nell'incidente aereo tragicamente consumatosi nella catena montuosa dei Musi, in comune di Lusevera, che ha visto l'ufficiale perdere la vita a bordo dell'ultraleggero che stava pilotando, assieme al manager milanese Sante Ciaccia, cognato dell'ufficiale dell'Aeronautica.

IL RICORDO DELLA MOGLIE
Mentre il feretro veniva caricato sul carro funebre, la bimba, di soli due anni, ha invocato a lungo ad alta voce il padre, continuando a chiamarlo "papino". All'uscita dalla chiesa, la bimba si è avvicinata al mezzo ed è stata raggiunta dalla mamma Jenny, la quale, durante la celebrazione eucaristica, commossa, aveva ricordate il marito, dal pulpito della chiesa, con parole strazianti: «È difficile per me stare qui, mi sento incredibilmente vuota. Con le tue tante passioni, dal volo alla musica, dalle moto al barbecue, hai vissuto tre vite; eppure non ci hai mai fatto mancare nulla, eri sempre presente; ci lascerai un vuoto immenso, sei stato un marito e un padre fantastico, rimarrai l'amore grande della mia vita. Ora veglia su di noi, ciao Alessio, ciao Papà».
Accanto a lei per tutta la funzione, i due figlioletti, il più grande di 4 anni con addosso la mini-divisa da pilota delle Frecce Tricolori, sulla quale campeggiava il nome del papà; la più piccola, invece, con il giacchettino da biker e gli stivaletti camperos.

Sono stati sempre abbracciati per tutta la mattinata, sorretti nel dolore da parenti e colleghi di Ghersi.

IL PICCHETTO D'ONORE
Il feretro era stato accolto da un picchetto d'onore, schierato sotto la pioggia in piazza Duomo; ad accompagnarlo alla cattedrale un corteo di amici motociclisti. Quindi la bara, avvolta nel Tricolore, è stata portata in chiesa, a spalle, dagli altri piloti delle Pattuglia Acrobatica Nazionale, attorniati dai vertici dell'Aeronautica Militare e da diverse autorità, tra cui il Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, il questore Alfredo D'Agostino, il vicesindaco Alessandro Venanzi. Intensa la commozione nel Duomo gremito, dove amici commilitoni e molti comuni cittadini si sono stretti attorno ai familiari. «Ai giovani Alessio ci teneva moltissimo, tanto che aveva voluto incontrare gli allievi del suo ex liceo a Domodossola, sua città d'origine, e li aveva invitati a perseguire con impegno e spirito di sacrificio i propri obiettivi, accogliendo la vita come un dono grandissimo», così si è espresso don Stefano Aita, cappellano militare del 2/o Stormo, durante l'omelia. «L'umiltà, il dono di sé e la perseveranza nel raggiungere gli obiettivi sono i valori che consegniamo ai giovani, a tutta le comunità e a uomini e donne della Aeronautica militare, affinché se ne facciano continuatori e interpreti», ha poi proseguito. «Dignità dell'altro, Alessio vi ha invitato a seguire i sogni con concretezza - ha proseguito il presule - accogliendo vittorie e sconfitte e, se prima volava in un tempo e spazio determinato, ora ci sorvolerà sopra lo spazio, in cieli azzurri senza limiti e confini. A voi donne e uomini dell'Aeronautica spetterà contemplare l'amore per il prossimo e la Patria».

I COMPAGNI DELLA PAN
È quindi toccato al capitano Leonardo Leo, il Pony 3, collega di Alessio Ghersi nelle Frecce Tricolori, a tracciarne il ritratto, sottolineando l'intelligenza, la curiosità, l'amore per la vita, il lavoro e la famiglia, l'ironia e l'apertura al dialogo. «Hai lasciato un vuoto incolmabile - ha detto dal pulpito - eri un esempio da seguire come uomo, amico e pilota. Avevi intelligenza, una parlantina fuori dal comune, hai lasciato amici in tutto il mondo; sapevi farti seguire, eri un leader autorevole e riconosciuto. Ti avremmo seguito ovunque. Sarà assordante il tuo silenzio».
L'uscita del feretro dal Duomo è poi coincisa con il saluto, il rombo dei motori delle Harley del gruppo Friuli Chapter Italy, che unisce gli appassionati delle due ruote. La salma del maggiore Ghersi poi, da Udine, ha preso la strada di Domodossola, sua città natale, dove sarà sepolto.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 13:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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