​Rastrellamenti e fosse comuni:
dall'anagrafe i nomi di 21 morti

Domenica 20 Marzo 2016 di Paola Treppo
Il nuovo documento
2

PREMARIACCO (Udine) - Arriva da Premariacco, firmato dal vecchio sindaco, in carica nel 1946, un atto ufficiale che potrebbe rivelarsi fondamentale per la ricerca della verità sulla vicenda recentemente messa in luce sulla presenza di foibe o fosse comuni nella zona tra Manzano, Corno di Rosazzo, Premariacco e il Goriziano. Fosse comuni o singole in cui sarebbero stati gettati tra i 200 e gli 800 corpi. A consegnarla al sindaco Roberto Trentin una persona che vuole restare anonima. Il documento è datato 20 agosto 1946 ed è un verbale di ricognizione di cadavere firmato dal primo cittadino e dal segretario comunale di allora. Si legge che, su richiesta della moglie, il corpo di un uomo ucciso il 20 settembre del 1944, quindi 2 anni prima, è stato esumato nalla località di Rocca Bernarda.
 


I figli della persona assassinata andarono al tempo in questa frazione di Premariacco, con alcuni testimoni che gli indicarono il luogo della sepoltura del padre e, alla presenza dell’ufficiale sanitario di Premariacco, procedettero all’esumazione della salma. Il verbale non indica il luogo esatto in cui era stata seppellita ma spiegano che si trovava a un metro e 70 centimetri sotto terra - una profondità notevole - e come poi la salma sia stata messa in una bara di legno e tumulata nel cimitero di Ipplis, sempre a Premariacco.

È uno dei tanti uomini che furono vittime di rastrellamenti e di uccisioni di cui parla il documento trovato dal presidente della Lega Nazionale di Gorizia, Luca Urizio? Potrebbe. Il verbale di ricognizione porta il numero 19 e questo ha indotto il sindaco Trentin, che è ufficiale di anagrafe, a cercare nel registro degli atti di morte eventuali altri decessi del genere. Ne sono emersi, al momento, altri 16, morti in data “imprecisata”, tutti seppelliti nel settembre del 1944 a Rocca Bernarda, tutti giovani, tra i 23 e i 28 anni, molti di Remanzacco; di questi 16 non si sa se ci sia stata esumazione o se siano ancora lì. Tutti sono stati registrati in anagrafe nel registro dei morti due anni dopo. Ci sono, poi, altri 4 atti simili di persone non di Premariacco la cui morte rispetta lo stesso "copione" che risultano sepolti al tempo nel cimitero di Leproso, dei cui resti non c’è traccia: forse furono uccisi nel camposanto. Sul caso indagano i carabinieri che ieri hanno visionato gli atti in municipio col sindaco. L'indagine è coordinata dalla Procura di Udine. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci