Bufera sulle mangiatrici di banane alla festa degli uomini di Monteprato

Mercoledì 3 Agosto 2022 di C.D.M.
Il manifesto della Festa degli uomini a Monteprato
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NIMIS - «Visto che tanto scalpore ha suscitato la gara di mangiatrici di banane, anche nel Comitato pari opportunità, vorrà dire che il prossimo anno vedremo di organizzare la gara di mangiatori di patate. Per par condicio». La consigliera comunale di Nimis Ivana Di Betta sdrammatizza così il polverone che ha avvolto la Festa degli uomini 2022 di Monteprato, organizzato da Masck (che sta per Monteprato associazione sportiva culturale Karnize).

Anche lei, con altri circa cento volontari, ieri era impegnata per la festa, che in serata prevedeva in programma, per l’appunto, la gara di mangiatrici di banane, con donne inginocchiate e bendate davanti a uomini in piedi, che ha scatenato una bufera sui social ed è finita nel mirino di femministe e politici di diversi schieramenti, con tanto di petizione on line per chiederne la cancellazione.

LA POLEMICA

Solo per restare in casa nostra, se per il deputato forzista Roberto Novelli la gara finirebbe per svilire «la figura della donna oltre il tollerabile», la consigliera comunale del Pd di Udine Cinzia Del Torre ha invitato a sottoscrivere la petizione ritenendo l’iniziativa «una inaccettabile e volgare mancanza di rispetto delle donne» al pari delle dem triestine Maria Luisa Paglia e Caterina Conti. Ma sui social sono comparsi anche diversi commenti di segno opposto. Anche dall’area di centro sinistra, da cui il segretario regionale Psi Andrea Castiglione ha sottolineato che «mi pare che nessuna e nessuno sia costretto a fare nulla che non voglia. Né a partecipare, né ad assistere. Relax. Se non piace non si va, se lo si trova poco dignitoso o svilente lo si dica e si critichi tranquillamente. Ma vietare perché?», si è chiesto. E con lui anche altri e altre. Dopo la polemica mediatica, che ha raggiunto livelli nazionali contribuendo alla popolarità di Monteprato (con qualche svarione sul toponimo), e la valanga di commenti sui social, anche la Commissione regionale pari opportunità presieduta da Dusy Marcolin si è indignata per la «squallida e volgare locandina» usata per promuovere la Festa goliardica, nata negli anni ‘70, ma soprattutto per il “contest” allusivo a tema ortofrutticolo, invitando gli organizzatori a «rispettare tutti i generi in egual maniera, a non tradurre una tradizione antica in una spregevole pagliacciata» e a cancellare «questa volgare e raccapricciante competizione». Bacchettata anche dal presidente del consiglio Fvg Piero Mauro Zanin. I più sorpresi sono stati proprio gli organizzatori. «La Festa degli uomini - ha spiegato il referente Andrea Berra - esiste da 45 anni e la gara di mangiatrici di banane da sei. Questa è la prima volta che si scatenano tante polemiche. Resto alquanto perplesso».

LE VOLONTARIE

Le volontarie donne che lavorano alla Festa degli uomini, chiamate alla spicciolata da Berra, sono sorprese più di lui. E, talvolta, anche un po’ contrariate da tanto clamore. Ma la consigliera comunale non trova svilente, da donna, questa gara con le donne bendate e inginocchiate? «No, le ragazze che partecipano sono tutte volontarie - ricorda Ivana -. Non si obbliga nessuno a far nulla. Queste ragazze vengono per farsi una risata. Non c’è nulla di volgare. Sono donna e mi considero femminista. Non di quelle femministe che scendono in piazza, ma di quelle che difendono le donne licenziate e che si battono contro gli stereotipi di chi fa pubblicità degli pneumatici con il sedere delle donne in mostra». Insomma, prosegue, «nessuna è costretta a partecipare. È la festa di un piccolo paese a cui servono fondi per fare, fra le altre cose, la Befana dei bambini. Monteprato avrà una settantina di abitanti, stando larghi». La denatalità è un cruccio ancora. Come lo spopolamento. Anche la giovanissima Gioia Fattor, 19 anni, volontaria da 4 alla Festa degli uomini di Monteprato, è sorpresa delle polemiche. «Se trovo svilente la gara delle mangiatrici di banane? No, svilente è la parola sbagliata. Io lo trovo un divertente intrattenimento. Non mi sento offesa come donna. Nessuno obbliga nessuno o nessuna a partecipare. Quelle che si iscrivono lo fanno per divertimento». Caterina Casagrande, di Cimadolmo, che passa «mezzo anno» nel Trevigiano e mezzo anno a Nimis, è arrivata dal Veneto «a fare la volontaria per farmi quattro risate». Per lei, che ci lavora da quasi dieci anni, la Festa degli uomini «non è assolutamente una festa volgare. Abbiamo avuto ottimi riscontri per questa bellissima manifestazione goliardica. Il prossimo anno abbiamo deciso che aggiungeremo oltre alle ragazze mangiatrici di banane anche gli uomini che mangiano la patata», dice. E Berra concede: «I mangiatori di patate? Se proprio proprio, da più parti, compresa la Commissione pari opportunità, ci si chiede di aprire la festa a tutti i generi... Ormai finiremo il programma. Abbiamo un altro anno di tempo per pensare ad altri eventi che possano essere più inclini, a favore di tutti».

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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