Ha visto rivolte, terremoti, incendi e pesti: ecco la quercia più vecchia d’Italia

Mercoledì 11 Ottobre 2017 di Paola Treppo
La quercia più grande d'Italia cresce da 600 anni a Sterpo di Bertiolo
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BERTIOLO (Udine) - Cresce in un minuscolo e meraviglioso angolo del Friuli la quercia più grande d’Italia: alta 21 metri, 7 metri di circonferenza, ha tra i 500 e i 600 anni. Era lì, nel parco di quella che oggi è la tenuta privata della famiglia Venier, nel paradiso verde di Villa Colloredo Venier, già nel 1509, ed è sopravvissuta a tutte le sanguinose lotte tra poveri e ricchi, tra contadini e nobili. È testimone di un tempo in cui, nel piccolo abitato di Sterpo, a Bertiolo, c’era un grande castello, poi dato alle fiamme, distrutto. Oggi, di quel grande complesso fortificato, non c’è più niente. Solo lei, la farnia, e un piccolo muro addossato alla chiesa di San Girolamo, un edificio di gusto veneto, sorto in un secondo momento.

Tra olle di risorgiva e leggende 
La tenuta Venier, famiglia che in paese si occupa della trasformazione della trota, è abitata dai custodi. Resta chiusa per la maggior parte dell’anno al pubblico ma il suo cancello, oltre le olle di risorgiva che la coccolano, sussurrando leggende sulle agane e sui loro capelli rossi, si apre per la messa a Natale, a Pasqua e la terza domenica di maggio, per la festa della Madonna. Allora tutta la comunità è ospite, nel parco e nella chiesa di San Girolamo, di questa laboriosa famiglia del Medio Friuli. Anche grazie alle iniziative di Itineraria, durante l’anno c’è la possibilità di entrare, accompagnati con garbo da guide turistiche autorizzate. 

Un passato sanguinoso 
Passato il grande portone, accanto alla fontana, si scopre la dimora e il suo immenso parco, puntellato da alberi secoli: non c’è sola la grande quercia ma molte altre essenze arboree, come il tasso. I Venier hanno acquistato il complesso nel 1957 e da allora lo hanno curato al meglio. Questo luogo, noto a pochi, ha una storia che sembra una leggenda. Il castello che sorgeva in questo parco più di mezzo secolo fa era abitato dalla nobile famiglia dei Colloredo, da cui il doppio nome della villa. I Colloredo, avevano dato avvio, in zona, a una vasta bonifica, ma le genti dei paesi vicini, che erano i contadini di Virco, Flambro e Sivigliano, si infastidirono: già nella grama povertà, si sentirono invasi. E non era un buon momento.


Il "crudele giovedì grasso"
Siamo infatti in un periodo storico che segnò profondamente la vita del Friuli, quello che oggi si ricorda come “La crudel zobia grassa”, il “crudele giovedì grasso”. A meno di cento anni dall'occupazione veneziana della Patria del Friuli dilagava fra la popolazione il malcontento, causato dai pesanti privilegi esercitati da clero e nobiltà.

Rivolta, incendi, terremoti e la peste 
I primi tumulti cominciarono a verificarsi già nel 1509, proprio a Sterpo di Bertiolo, quando una folla di contadini inferociti e armati prese possesso del castello: cacciò gli abitanti e lo diede alle fiamme. I nobili furono vestiti da pagliacci, derisi, gettati seminudi nei cimiteri. Altri scontri simili si verificarono poi a Spilimbergo, Maniago, Valvasone, Portogruaro, Colloredo, Tarcento. Ci si mise pure la grande pestilenza e un devastante terremoto, entrambi nel 1511, a ridefinire i rapporti sociali e ridisegnare il paesaggio. Il grande terremoto del 26 marzo 1511, di magnitudo 6.9, interessò un'ampia zona montuosa al confine tra Italia e la Slovenia.

Nulla sopravvisse: solo la quercia 
Così finì la storia del castello di Sterpo. Nulla sopravvisse: solo la memoria. E lei, la silenziosa farnia che, a dispetto di scosse, incendi, pesti e rivolte, vive ancora oggi. Le sue amiche più vecchie crescono in Lituania, 1200 anni di età, e in Svezia, da 1200 anni. Il tronco di quella di Sterpo, alla base, è talmente grande che dentro riuscivano a entrarci i partigiani, per nascondersi: fino a tre uomini passavano per un pertugio visibile ancora, coperto dal muschio.

Il colosso vegetale in un borgo di 17 anime
Uno dei suoi rami si è sviluppato così tanto che per sostenerlo è stato necessario costruire una colonna di appoggio. Oggi Sterpo conta appena 17 abitanti. Ci si passa per andare dal vecchio mugnaio, che ha 80 anni, e per una passeggiata tra i corsi d’acqua di risorgiva. Acque magiche, che non superano i 12-16 gradi, che scorrono in boschi magici, i “relitti glaciali”.

Presenze misteriose 
In questa zona, in maggio si vede fiorire, la pinguicula artica, una pianta carnivora alpina, che cresce a 2400 metri di quota. Tesori naturali introvabili, nascosti, rispettati e fatti conoscere poco: «Meglio così, sa - dice un'abitante -, altrimenti questi luoghi perderebbero la loro energia...». Poi la donna se ne va. Scompare in un lampo, così come è apparsa, su un ponticiello. Forse anche lei è una agana, un essere mitico, e si è gettata nell'acqua confondendo i suoi capelli con quelli delle erbe verdi trascinati dalle olle.
Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 17:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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