Euro 2032, Bruno Pizzul: «Bisognerà portare i tifosi, cosa che non avvenne trentatré anni fa»

"Feci la telecronaca di Corea del Sud-Uruguay e mi colpì vedere gli spalti vuoti. Andò meglio nel 2019 con l'Under 21"

Venerdì 10 Marzo 2023 di Guido Gomirato
Euro 2032, Bruno Pizzul: «Bisognerà portare i tifosi, cosa che non avvenne trentatré anni fa»

UDINE - Bruno Pizzul, 85 anni compiuti l’altro ieri, quasi 70 dei quali a stretto contatto con il calcio dapprima come calciatore nella Cormonese, nella Pro Gorizia, infine a Catania in B e in A; poi, una volta laureatosi in lettere, ha insegnato alle medie di Gorizia sino al 1968, quando vinse un concorso alla Rai e iniziò una carriera giornalistica che gli ha riservato grandi soddisfazioni, diventando l’ideale erede dei maestri cronisti Nicolò Carosio e Nando Martellini.

Sino al pensionamento è stato la “voce” – davvero inconfondibile - del Friuli di cui è un vanto e sono numerosissimi coloro che lo chiamano a ricordare e/o commentare le vicende calcistiche passate e attuali.

«Mi rammarico di non aver mai raccontato la vittoria degli azzurri in una delle due principali manifestazioni, il mondiale e l’ Europeo. Nel 2006, quando la nazionale di Lippi vinse il mondiale in Germania, ero ormai in pensione, mentre le telecronaca di un’altra finale, quella di Madrid nel 1982 tra l’ Italia e la Germania la raccontò Nando Martellini. Ma mi sono però rifatto con le nostre squadre di club che si sono aggiudicate numerosi trofei».

A proposito di Europei, Udine nel 2032 potrebbe essere sede di un girone della manifestazione… «Sarebbe molto bello, il calcio a questi livelli comporta non pochi vantaggi, in particolare come promozione turistica contrariamente a quanto verificatosi in occasione dei mondiali del 1990 in Italia e anche a Udine. Fu un disastro».

Cosa è successo in particolare? «Non ci fu il riscontro turistico, forse qualcuno temeva che i tifosi di qualche nazionale potessero generare incidenti. Non è stato fatto nulla perché arrivassero in Italia al seguito delle rispettive nazionali. Io ho seguito al “Friuli” per la Rai la gara Corea del Sud-Uruguay. Fu un fiasco, lo stadio presentava spalti mezzi vuoti. Mia moglie, che mi aveva accompagnato, era seduta da sola in un settore pressoché deserto. Ma le cose nel frattempo sono mutate, si è attenti alla programmazione turistica e sono convinto che in occasione degli Europei le varie nazioni esporterebbero in Italia e a Udine un numero assai numeroso di tifosi. E comunque, per riempire lo stadio dovrebbero essere invitati gli studenti, come succede ovunque, come non si è verificato 33 anni».

Anche la fase finale degli europei under 21 in svolgimento a Trieste e Udine, dove si svolse la finalissima, fu un successo per la presenza di numerosi fan. «Si, ero presente come semplice spettatore, andò tutto bene, il pubblico non deve mancare in queste manifestazioni così importanti».

La Dacia Arena non potrebbe ospitare una gara degli Europei, la sua capienza non supera i 25mila posti, ma ci sono fondati motivi perché lo stadio possa essere ampliato in grado di ospitare almeno 30mila persone. «Certamente. Aggiungo che conviene a tutti che venga ufficializzata la scelta di Udine. Devono però migliorare i rapporti tra Udinese Calcio e Comune di Udine, che non mi sembra siano idilliaci, altrimenti il sogno svanisce. Alla fine le cose si sistemeranno, verrà trovata la soluzione migliore nell’interesse comune».

Dacia Arena con oltre 30 mila posti andrebbe bene anche per il campionato? «Io credo di sì, anche se gli attuali 25 mia posti mi sembrano del tutto sufficienti. Nel senso che i Pozzo non mi sembra siano “sazi” di calcio, sono ancora molto motivati, ci tengono ad allestire una squadra che soddisfi le esigenze del tifoso-spettatore. Sanno fare calcio. Leggo che c’è interesse da parte di fondi americani per l’Udinese, questa è una dimostrazione di ciò che ho detto; ma sono altresì convinto che i Pozzo non hanno intenzione di mollare, semmai, come è successo a Bergamo con l’Atalanta, potrebbero cedere parte delle loro azioni mantenendo però la maggioranza».

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