La dipendenza da gioco d'azzardo in Friuli Venezia Giulia è per tre quarti declinata al maschile con età superiore ai 40 anni e attualmente si sta via via aggravando mentre scemano le drastiche restrizioni indotte dalla pandemia da Covid 19. Lo certifica la relazione allegata al nuovo Piano di contrasto a tale dipendenza elaborato dalla Direzione centrale Salute della Regione e approvato dalla Giunta su proposta del vicepresidente Riccardo Riccardi.
L'INDAGINE
Il documento, predisposto dal direttore prevenzione, sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, Manlio Palei, e dalla referente regionale per il gioco d'azzardo patologico, Cristina Meneguzzi, muove le mosse dalla condizione nazionale del fenomeno e focalizza la realtà locale: prende le mosse da uno studio compiuto di recente dal Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell'Università di Udine, che ha esaminato 772 giocatori equamente distribuiti fra giocatori su strutture fisse e giocatori sul web. Ebbene emerge una minore incidenza della spesa per gioco nel periodo immediatamente successivo alla prima ondata pandemica per tutte le tipologie di giocatori ad esclusione dei giocatori online, che hanno mantenuto gli stessi livelli di spesa del periodo pre-pandemico, contro una netta flessione di spesa per gioco nei luoghi fisici. Secondo l'indagine universitaria friulana, appare evidente che gli habitué del gioco in luoghi fisici, a seguito della pandemia, siano passati solo in minima parte al gioco online e che le due popolazioni di giocatori su strutture fisse e online restino ben distinte. Come del resto attestato a livello Italia da uno studio elaborato dal Consiglio nazionale delle ricerche. La Regione sottolinea, inoltre, che la modalità virtuale risulta quella che induce a giocare più frequentemente, con sessioni di gioco più lunghe e una spesa maggiore.
LA SITUAZIONE
La fotografia della situazione sul territorio del Fvg è di per sé tutt'altro che allegra: «Nel 2020 gli utenti con dipendenze comportamentali in cura ai Servizi della Regione sono stati 510 (481 dei quali in carico per problematiche legate al disturbo da gioco d'azzardo), di cui il 77,23% di sesso maschile». Dal 2012 al 2020 i cittadini alle prese con tal genere di dipendenza ha manifestato una crescita costante fino al 2018, allorché si è assistito a una battuta d'arresto confermata nell'annata seguente. Nel 2020, con lo scoppio della pandemia e l'introduzione delle relative restrizioni, le persone assistite sono diminuite del 15%: i giocatori d'azzardo abituati a cimentarsi con strutture fisse non potevano più fruirne in tempi di lock-down. Non solo: secondo gli esperti della Regione, molti giocatori costretti all'astinenza dalla pandemia si sono autoconvinti, spesso ingannevolmente, di essere riusciti a liberarsi dalla dipendenza dal gioco. E se è vero che tale tendenza al ribasso ha trovato conferma anche nel 2021, con una contrazione dell'utenza pari al 23,9%, passando dai quasi 500 utenti della fase pre-pandemica a 366 persone, ora invece si rileva una ripresa vigorosa del fenomeno, che tuttavia attende ancora un'affidabile elaborazione precisa dei dati. In ogni caso, i nuovi utenti sono in crescita fin dal 2015 e nel corso dell'anno passato sono risultati il 22,3% dell'utenza totale. Si registra annota la Regione - «un incremento relativo del rapporto nuovi utenti/totale utenti rispetto al 2020, quando i nuovi ingressi rappresentavano il 19,8% del totale».