Elezioni Fvg, rischia di saltare alleanza tra Pd e M5S. Capozzella: «La tossina è Debora Serracchiani»

Duro il consigliere del Movimento che attacca duramente la capogruppo Pd per le sue uscite

Domenica 15 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
Elezioni Fvg, rischia di saltare alleanza tra Pd e M5S. Capozzella: «La tossina è Debora Serracchiani»

Una uscita improvvida, uno scivolone o come pensano malignamente i 5Stelle un tentativo, seppur rabberciato di mettere il cappello su quanto sta accadendo in Friuli Venezia Giulia sulla strada del voto regionale? A questo punto poco importa, perché quello che conta veramente è il fatto che l’ex presidente della Regione, Debora Serracchiani, oggi capogruppo Pd alla Camera, sta rischiando di mandare alle ortiche il faticoso accordo che i Dem e i 5Stelle stanno cercando di mettere nero su bianco per correre alleati alla prova elettorale di aprile.

Ma cosa ha detto la Serracchiani l’altra sera? «Fra Pd e M5S ci sono delle tossine ancora da buttare fuori. Andremo al voto su tre Regioni e in due siamo in alleanza, Lombardia e Friuli. Io credo che Conte si debba prendere delle responsabilità, quando si vuol costruire il fronte progressista e si pensa di farlo da soli non funziona». Secco il primo commento di Mauro Capozzella, consigliere regionale pronto al secondo mandato.


L’AFFONDO
«L’unica tossina che io vedo è la Serracchiani. Se vuole strozzare il bambino in culla lo dica chiaramente. Noi non abbiamo alcun problema. In Friuli Venezia Giulia abbiamo accolto con responsabilità le richieste di Conte: evitare la candidatura di Patuanelli impegnato a Roma e non ricandidare i nostri tre bravissimi consiglieri uscenti perchè al secondo mandato. Se però questa assurda ingerenza continua, non ci mettiamo nulla a chiedere una deroga a Conte e a candidare un nostro consigliere uscente alla presidenza. Così correremo da soli. Noi siamo pronti a fare anche quello».


LA SPALLATA
Capozzella va giù diretto come un Tir. «Tutti hanno deciso di fare un passo indietro. Per noi del Movimento 5Stelle, lo dico con franchezza, è stato complicato e lo è ancora. Abbiamo però deciso di sederci al tavolo della coalizione con convinzione perché abbiamo visto che tutte le altre forze politiche hanno fatto un passo indietro. Anche se manca l’ufficialità, sarà un componente di una lista civica a guidare l’alleanza, Massimo Moretuzzo, il Pd lavorerà insieme a noi e alla coalizione per inglobare i nostri dieci punti, non c’è il Terzo polo e a quel tavolo tutti, pur con esperienza diverse, hanno lavorato e lavoreranno per dare risposte ai bisogni reali dei cittadini. Ma è ancora un campo minato. Se non si capiscono queste cose e non si capisce che in queste ore cruciali non si deve interferire, allora mi sorge il dubbio che ci siano altri fini».


LA SCOSSA
Ma non è ancora tutto. Già, perché il consigliere Mauro Capozzella si concede anche le ultime due spallate. «Oltre a tutto questo, tanto per far capire quanto è delicato il momento, aggiungo che l’altro giorno, in pieno tavolo di trattativa, è arrivata la notizia che a Roma il Pd aveva depositato una mozione per l’elezione diretta delle Province. Siamo rimasti di sale. A febbraio arriverà in aula la proposta dell’assessore Roberti per la ricostruzione delle Province in regione. La nostra posizione è contraria e a parole anche il Pd del Fvg è su questa rotta. Dopo quanto accaduto a Roma, però, mi viene da chiedere come si comporteranno i Dem in consiglio regionale. Mi aspetto che il segretario Renzo Liva chiarisca come stanno le cose. Infine invito il candidato presidente in pectore, Massimo Moretuzzo, una volta che il suo incarico sarà ufficiale, a ricordare - come fece il suo predecessore, anche lui autonomista, Sergio Cecotti - che i “visitors” non sono graditi e che possono restare ben lontani. Ricordo che con quello slogan decisamente gradito alla gente friulana, Cecotti diventò presidente della Regione. Infine - conclude il consigliere regionale - posso aggiungere che la coalizione dovrà lavorare, almeno sul fronte della sanità e su quello dell’autonomia regionale, per sistemare i problemi dei cinque anni di governo in cui, guarda caso, governò come presidente Debora Serracchiani».


IL COORDINATORE
In campo anche il coordinatore regionale dei 5Stelle, Luca Sut che pur riconoscendo l’inutilità dell’uscita dell’ex presidente, usa l’estintore per cercare di spegnere sul nascere l’incendio. «Non si capisce perché Debora Serracchiani debba prendersi la briga di parlare di cose alle quali non ha partecipato. Lei non c’era al tavolo e quindi non ha alcun senso quello che ha detto. Ha solo messo in difficoltà il segretario regionale del Pd, Renzo Liva che invece ha cercato in tutti i modi di trovare un accordo sul quale stiamo lavorando insieme. Penso - ha concluso - che sia meglio se la capogruppo Pd alla Camera se ne stia lontana. A Roma».

Ultimo aggiornamento: 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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