Delitto Gobbato, il killer: «L'ho uccisa
e ho chiesto un passaggio ai vigili»

Sabato 21 Settembre 2013
Nicola Garbino
UDINE - Chiesi un passaggio in auto alla polizia municipale ma mi risposero di no. un momento della confessione che Nicola Garbino rende davanti ai carabinieri, come riportato dall'ordinanza di convalida emessa questa mattina dal Gip Paolo Lauteri.

Garbino racconta: Dopo averla colpita sono rimasto a terra per qualche secondo, stremato dalla fatica per poi rialzarmi e tentare di prendere il telefono della ragazza che era caduto a terra.

Quando, però, l'uomo sente avvicinarsi qualcuno, desiste e fugge. «Ero convinto, però, che sarei stato preso dai carabinieri».



La ricostruzione dell'indagato prosegue con la descrizione minuziosa del pomeriggio: «Per tornare verso la macchina mi sono diretto di nuovo verso il luogo del delitto, ma a un certo punto venni bloccato da un agente della polizia municipale di Tavagnacco».



Questi, lo invita a tornare indietro poiché la zona era presidiata proprio per il delitto. A quel punto Garbino chiede al vigile un passaggio in auto «per tornare verso il parco del Cormor», in direzione del cimitero, «dove avevo lasciato la macchina», ma questi, non accorgendosi di chi aveva davanti, rifiuta il passaggio.



Garbino allora per raggiungere la vettura percorre a piedi anche un tratto della Tangenziale di Udine. «Sono passato anche davanti a un distributore di benzina, pensavo di essere stato ripreso dalle telecamere» di sicurezza dell'impianto.





L'arresto di Nicola Garbino (Video di Tele Friuli)







Per il Gip, il rapimento regge. «Certamente ragionevole è la descrizione dell'obiettivo principale», ovvero il movente del sequestro di persona raccontato da Nicola Garbino.



Ne è convinto il Gip del Tribunale di Udine, Paolo Lauteri che lo scrive nelle sette pagine di ordinanza di convalida con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere dell'uomo. I reati contestati sono tentativo di sequestro di persona per ottenere un riscatto e omicidio volontario, aggravato dal fine di procurarsi l'impunità dal primo reato. Garbino è accusato anche di porto di coltello.



Secondo il Gip, «la determinazione omicida è intervenuta in un secondo momento», quando la ragazza ha urlato. Lauteri riporta che Garbino, nel tentativo di zittire Silvia Gobbato, le mette una mano sulla bocca, ma inutilmente. «Ho pensato che con tutto quel rumore potesse sopraggiungere qualcuno, ho pensato di scappare - ha confessato durante l'interrogatorio, come riportato nell'ordinanza - ma all'improvviso l'ho colpita con una coltellata, credo alla pancia. L'ho quindi colpita con altre coltellate, non ricordo né il numero delle coltellate inferte, penso comunque una decina, né l'esatta ubicazione dei colpi».



Per il Gip il racconto dunque «è denso di particolari», tranne «quando si tratta di descrivere i colpi inferti col coltello, relativamente ai quali sembra quasi colpito da una mezza amnesia, quasi a voler eliminare la fase cruciale dell'azione».



Per il Gip, è fondato anche il movente economico: «Il soggetto è attualmente disoccupato, riferisce di non aver praticamente mai lavorato e di non aver completato gli studi universitari nonostante l'età non più giovanissima. Questo può aver verosimilmente stimolato il desiderio di compiere un gesto che gli avrebbe consentito di lucrare qualcosa».



Il Gip Paolo Lauteri ritiene che Nicola Garbino potrebbe reiterare il reato di omicidio. Lo scrive nell'ordinanza di convalida con cui, appunto, dispone la custodia cautelare in carcere, emessa questa mattina.



Per il Gip, Garbino ha rotto «la barriera che normalmente si frappone tra l'azione e alcune forme di desiderio», barriera che «una volta infranta, rischia di non costituire più quell'ostacolo sicuro che poteva rappresentare prima». È «chiara la configurazione di un pericolo di ricaduta», continua il magistrato nel provvedimento. Dunque, «anche a voler ritenere che Garbino si sia reso conto dell'errore commesso, e confessandosi si è voluto liberare da un peso, l'orrore del fatto e la dimostrata capacità di porre in essere condotte tanto aberranti, non consentono di ritenere sufficientemente efficace la semplice comprensione dell'errore».



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Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 17:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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