Reparti Covid senza medici, caccia a venti camici bianchi:«Tutti quelli che fanno domanda sono i benvenuti»

Mercoledì 19 Ottobre 2022
Mancano medici per assistere i malati Covid

UDINE - L'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale a caccia di medici ex Usca per assistere le persone contagiate dal Covid a casa loro e seguirle durante il decorso della malattia. Come spiega il direttore sanitario di AsuFc, David Turello, ne servono almeno venti in provincia per coprire tutti i turni, ma certo l'Azienda non dirà di no a nessuno in un periodo di carenza cronica di professionisti come questo. «Tutti quelli che fanno domanda sono i benvenuti», dice infatti Turello.

L'AVVISO
I soldi, sono quelli messi in assestamento la scorsa estate dalla Regione per permettere la prosecuzione del servizio dal 1. luglio scorso al prossimo 31 dicembre. Con il 30 giugno, infatti, sono cessati gli effetti del decreto emergenziale nazionale 18 del 17 marzo 2020. Ma il problema dei malati Covid da assistere a domicilio non è cessato. Le condizioni restano le stesse delle (ormai superate) Usca, per i camici bianchi: per loro è previsto un compenso di 40 euro lordi l'ora.

La procedura di raccolta di manifestazioni d'interesse, appena pubblicata (e in vigore fino al 31 dicembre), segue (peraltro a distanza di quasi 2 mesi) l'accordo stretto con i sindacati dei medici di medicina generale il 19 agosto (e approvato dalla giunta il 26 agosto). Con la formazione dei nuovi elenchi che saranno prodotti da questo nuovo bando cesserà così il ricorso alla graduatoria che era stata formata dopo un altro avviso, approvato il 18 luglio (e contestato da alcuni sindacalisti dei medici di base). Destinatari dell'ultimo avviso, i medici titolari o supplenti di continuità assistenziale (le guardie mediche), quelli che frequentano il corso Ceformed e, «in via residuale», i semplici laureati abilitati e iscritti all'Ordine. Sarà ritenuto requisito preferenziale l'esperienza maturata durante la pandemia in base al numero di ore prestate come Usca.

DISTRETTI
Gli incarichi, di 24 ore a settimana, riguarderanno tutti i nove distretti, in uno o due turni da sei ore al giorno, nella fascia dalle 8 alle 20. Per otto (Tolmezzo, Gemona, Tarcento, Cividale, San Daniele, Codroipo, Cervignano e Latisana) sono previste 6 ore al giorno su 7 giorni, mentre per Udine sono 12. In fase di avvio ogni turno di 6 ore sarà al mattino (dalle 8-9 e alle 14-15) tranne che nel capoluogo, dove è previsto anche un turno pomeridiano, dalle 13-14 alle 19-20. Preventivati anche i supplenti. Come si legge nell'avviso, «in caso di insufficiente disponibilità dei medici» in ciascun distretto «il direttore sanitario può chiedere che un professionista, su base volontaria, sia impegnato» su più ambiti. I medici sono attivati dai dottori di famiglia, dai pediatri o dal Distretto, «nelle more dell'attivazione delle Uca». La regia è nelle mani dei direttori di Distretto. A ciascun professionista, oltre a mascherine e altri dispositivi di protezione, l'Azienda assegnerà anche un'auto aziendale, oltre all'attrezzatura (con saturimetro e tamponi).

IL SINDACATO
Stefano Vignando (Snami Fvg) ricorda che «il servizio è incluso nei livelli essenziali Lea, quindi va garantito nel pieno e dovuto rispetto di norme e contratti. È interesse delle Aziende, infatti, far sì che il 118 non debba andare a casa dei pazienti positivi e magari portarli in Pronto soccorso perché hanno bisogno di una visita medica. La norma prevede una ex Usca per ogni Distretto formata da due o più medici ogni 50mila abitanti. Quindi i distretti minori dovrebbero averne almeno 2 e Udine 3-4. Non dovrebbe esistere discrezionalità che invece, dalle segnalazioni che ricevo, sarebbe utilizzata ora in alcuni casi per gli ex Usca che finora continuavano a operare su base volontaristica. Non esiste che lavorino a discrezione del distretto, che se ci sono pochi pazienti, per esempio, si scelga di attivarne uno solo invece che due». Vignando ricorda che lo Snami «ha impugnato il decreto di AsuFc del 18 luglio che disponeva che il servizio fosse svolto da medici convenzionati, pescando fra camici bianchi di continuità a rapporto orario dandogli compiti non concordati. L'Azienda purtroppo non ha fatto nulla per ritirare il provvedimento in autotutela e ora ci vedremo in Tribunale».

 

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