Coronavirus, contagiata operatrice della centrale del 118 in Fvg

Mercoledì 25 Marzo 2020
Una riunione nella sala operativa della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia a Palmanova

UDINE - Il coronavirus colpisce anche chi offre la sua voce per rispondere ai cittadini sul fronte dell’emergenza. Un’operatrice, della provincia di Udine, della sala operativa regionale Sores di Palmanova, che gestisce il servizio emergenza del 118 in Friuli Venezia Giulia è risultata positiva al Covid-19. Rientrata a casa, al termine di un turno di notte ha accusato un po’ di febbre, le è stato fatto il tampone per precauzione e poi è risultato positivo. La notizia è arrivata lunedì sera a Palmanova, come spiega il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, che si trovava proprio nella città fortezza, nel quartier generale della Protezione civile.
«Intorno alle 21 – racconta – ci è arrivata la comunicazione che una dipendente della Sores era risultata positiva. Era a casa, non in servizio. Era stata in servizio alcuni giorni fa. Subito siamo andati dai ragazzi e li abbiamo informati. Abbiamo richiamato il direttore della centrale e abbiamo organizzato il trasferimento, che in gergo si chiama switch, fra Protezione civile e ospedale di Palmanova, perché la centrale Sores continuasse a lavorare».

LE PRIME MISURE
Sono stati attivati i 4 posti nella stazione di back up nel nosocomio e altri 2 al piano inferiore, nella sede della Protezione civile (la centrale gemella è a Brescia, che ora ha altri guai) ed è immediatamente scattata l’operazione di sanificazione dei locali. «La centrale Sores – spiega Riccardi – è stata sanificata nel corso della notte, poi è ripartita» e gli operatori sono rientrati al loro posto. Nel giro di 4 ore la situazione è stata risolta senza intoppi. 

TAMPONI PER TUTTI
«Il servizio è ripartito nella sede Sores una volta sanificata. Sono stati fatti i tamponi a tutti quelli che sono entrati in contatto con la dipendente risultata positiva. Li ha fatti Gianna Zamaro, che è medico (il direttore centrale salute ndr), per capire come siamo tutti sul fronte. Gli esiti dei tamponi sono arrivati – diceva ieri sera Riccardi all’ora di cena – e non ho segnali di positività». La dipendente risultata positiva lavora, come tanti altri sanitari, anche con l’elisoccorso regionale, intorno a cui ruotano una cinquantina di persone.

L’ELISOCCORSO
Giulio Trillò, responsabile dell’elisoccorso, spiega che «anche a me è giunta la notizia. L’operatrice risultata positiva partecipa alle attività di elisoccorso ma lo fa in maniera saltuaria, perché il nostro servizio privilegia la partecipazione di personale di tutta la regione. Da quanto mi risulta, da un po’ non era presente. Nel servizio ruotano una cinquantina di persone: gli infermieri fanno 3-4 turni a settimana, i medici 2-3. All’elisoccorso abbiamo da tempo messo in atto tutte le possibili strategie di prevenzione: chiunque entri in zona elisoccorso è sottoposto alla misurazione della temperatura, viene osservato il massimo distanziamento sociale, ci sono le mascherine e tutto quello che si può fare per minimizzare il rischio. Puntiamo al rischio zero. Siamo tutti sotto pressione».

PREOCCUPAZIONE
«La situazione non è semplice» esordisce invece così l’ordine degli infermieri di Udine alla notizia di un focolaio di Covid-19 al Gervasutta di Udine. «L’operatività è un aspetto che, nel quadro generale della gestione di un paziente Covid-19m ha la sua importanza e spesso ne è la parte fondamentale – dichiara il presidente dell’Opi Udine, Stefano Giglio - Gli infermieri in questo momento stanno facendo uno sforzo immane nel cercare di assolvere a tutte le richieste imposte da chi si occupa di organizzazione. Ma proprio tali aspetti organizzativi spesso vanno a creare punti di criticità e intoppi che in questo momento non ci possiamo permettere di affrontare. Siamo in continua difficoltà con i materiali, i presidi, le tecnologie, i Dpi (Dispositivi di protezione individuale) e se a questo aggiungiamo punti di cadute nel sistema rischiamo il tracollo. I casi evidenziati di contaminazione fra gli operatori di ogni categoria, dimostrano che alcuni problemi ci sono. Se non poniamo freni a queste situazioni rischiamo di essere gli untori di un processo che poi non avrà fine».
 

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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