Contratti fantasma, al pensionato stangata da oltre 17mila euro dalla finanziaria

L'incubo dopo aver ricevuto la visita di un agente che gli aveva fatto firmare una carta per il dono di una penna

Sabato 21 Maggio 2022 di Camilla De Mori
Contratti fantasma, al pensionato stangata da oltre 17mila euro dalla finanziaria
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UDINE - Oltre diciassettemila euro da sborsare per tre contratti fantasma, mai visti e mai firmati.

Quando un 76enne di Manzano, con un pensione «da 800 euro al mese», si è visto arrivare le lettere di una finanziaria che esigeva il pagamento degli importi (in tre tranche) per materiali «mai richiesti» prima, è caduto dalle nuvole. E subito ha bussato allo sportello dell'associazione di tutela dei consumatori per chiedere un aiuto.


LA VICENDA
Come spiega la presidente di Federconsumatori Erica Cuccu, le lettere erano arrivate alla fine del 2021, ma la vicenda, come poi ricostruito dal pensionato, era partita prima, da una visita all'apparenza di cortesia «di un incaricato di una nota casa editrice italiana, molto blasonata». Durante quell'incontro, l'agente «aveva esibito un omaggio per il pensionato, una penna stilografica, in quanto l'anziano era stato cliente in passato dell'azienda, da cui aveva acquistato delle Monete della lira in argento. Tuttavia, a fronte di questo omaggio, l'incaricato aveva chiesto l'apposizione della firma, che doveva essere unicamente necessaria a dimostrare all'azienda di aver incontrato il nostro assistito e di aver illustrato le nuove proposte commerciali», come ricostruito da Federconsumatori anche nelle missive con la richiesta di spiegazioni inviate alla casa editrice. Ma nelle settimane successive, il pensionato di Manzano aveva ricevuto «una serie di volumi su Dante mai richiesti». Poi, alla fine del 2021 aveva scoperto che era «stato aperto un contratto di finanziamento» con una finanziaria. «A sua insaputa - spiega Cuccu - era stato fatto un piano di rateizzazione per questi tre contratti da 8.601, 3.501 e 5.200 euro, per un totale di 17.202 euro». E la finanziaria a cui il credito era stato ceduto iniziava a chiederne il conto.


LA SOLUZIONE
Subito Federconsumatori si è messa all'opera. A fine gennaio scorso ha inviato la prima lettera alla casa editrice chiedendo copia di tutta la documentazione e disconoscendo il contratto di finanziamento. La società aveva risposto inoltrando una copia fotografica, ma solo di uno dei tre contratti (quello da 5.200 euro). Ma Federconsumatori aveva rilevato che alcuni dati sarebbero risultati «in copia e altri aggiunti successivamente e da mani diverse, come l'Iban, l'importo, il numero delle rate. Si aggiunga inoltre che l'ultima firma, quella che dovrebbe appartenere al correntista, è palesemente apocrifa» e non riconducibile a quella del pensionato. Da qui il disconoscimento dei contratti che l'anziano sostiene di non aver mai sottoscritto, con la contestuale restituzione dei materiali che gli erano stati recapitati ma che non aveva mai richiesto.
Con uno scambio di lettere, nel giro di qualche mese, la vicenda si è conclusa favorevolmente per l'anziano, come spiega Cuccu. «Si è risolto tutto in via stragiudiziale. La società non ha prodotto due contratti su tre e di uno ci ha fornito una copia molto sgranata. Noi li abbiamo disconosciuti. Alla fine, ha stornato tutto e ci ha inoltrato le note di credito». Così l'anziano non dovrà più pagare quel maxi-importo, che lo avrebbe messo in grande difficoltà, viste le entrate limitate su cui può contare. Il lieto fine è arrivato proprio nei giorni scorsi, quando finalmente il pensionato ha potuto tirare un sospiro di sollievo.

 

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