Infermieri, ammessi agli orali in 124 su 966 domande

Sabato 18 Marzo 2023 di Camilla De Mori
Emergenza organico
Il concorsone regionale per infermieri fa “strage” di candidati alle prime due prove. Dei 966 che avevano presentato domanda (19 per Arcs, 346 per AsuFc, 482 per Asugi e Burlo e 119 per Asfo), a sostenere i test sono stati quasi la metà, poco più di cinquecento persone. E dopo la prova scritta e quella pratica ne sono stati ammessi agli orali “appena” 124, se non sbagliamo i conti. Peccato che i posti messi a concorso con il bando predisposto con l’Azienda regionale di coordinamento fossero 639 (6 per Arcs, 240 per AsuFc, 308 per Asugi e Burlo e 85 per Asfo), più di cinque volte tanto. Ma tant’è. E la scrematura non è ancora conclusa. La Sores resta a bocca asciutta, con nessun idoneo. A quanto pare sarebbero stati ammessi agli orali 47 su 180 candidati per AsuFc, 24 su 80 per Asfo, 53 su 242 per Asugi e Burlo. Una goccia nel mare, insomma. Soprattutto considerando il fatto che la carenza reale, stimata dai sindacati, è di almeno «mille infermieri» in regione (secondo Stefano Bressan della Uil Fpl e Luca Petruz del Nursind), una carenza che, a marzo 2024, dopo pensionamenti e possibili dimissioni (per passare alla sanità privata o veleggiare verso i posti messi a concorso nel vicino Veneto), le due sigle stimano potrebbe salire «fino a 1.500 unità mancanti». Senza contare che «almeno un terzo del personale» ha limitazioni fisiche o altre patologie «che ne condizionano la piena idoneità». Bressan e Petruz si chiedono cosa potrà accadere adesso: «Per garantire le ferie estive ai lavoratori già stremati saremo costretti a chiudere i servizi periferici? Si possono chiedere ulteriori sacrifici a chi lavora turni aggiuntivi nei giorni di riposo? Abbiamo bisogno di risposte concrete per capire come tenere in piedi il sistema sanitario». Per Giuseppe Pennino (Cisl Fp), Andrea Traunero (Fp Cgil), Fabio Pototschnig (Fials) i numeri usciti dalla prima scrematura delle prove concorsuali «dopo mesi che attendevamo una graduatoria regionale di infermieri, indispensabile per compensare la cronica carenza di personale», rappresentano «un risultato molto deludente e preoccupante per tutto il sistema sanitario regionale pubblico». «Non è chiaro a cosa sia dovuta questa débâcle che andrebbe analizzata attentamente. La stessa Arcs dovrebbe spiegarne i motivi. Quello che è certo è che molti dei professionisti non ammessi stanno già lavorando nelle aziende regionali e continueranno a garantire il loro apporto professionale da precari, in attesa del prossimo concorso o di una nuova stabilizzazione». Ma la possibilità che non si nascondono neppure loro è che diversi infermieri potrebbero lasciare il Friuli, dopo aver superato altre procedure selettive (per esempio nel vicino Veneto) in altre regioni. «Forse - secondo Cgil, Cisl e Fials - è il caso di ripensare ai concorsi aziendali anziché centralizzarli a livello regionale».
Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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