Il castello-simbolo riapre 43 anni dopo il terremoto del Friuli

Mercoledì 18 Dicembre 2019 di Camilla De Mori
Il castello di Gemona riapre
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GEMONA - Quarantatrè anni dopo il sisma che sconvolse il Friuli, Gemona riconquista un pezzo del suo castello simbolo. Domani, infatti, alle 12, con l'inaugurazione della mostra Il Friuli al tempo di Leonardo, introdotta dal critico d'arte Vittorio Sgarbi, le carceri ristrutturate del maniero schiuderanno le loro porte per la prima volta dopo il terremoto del 1976. Ma l'apertura straordinaria per l'esposizione segna solo un altro tassello (dopo i giardini) di un puzzle, se ci si passa la metafora, complesso, a cui mancano ancora alcune tessere chiave. Un iter accidentato, quello del restauro del complesso, avviato con i primissimi interventi di consolidamento negli anni Ottanta, passato sul tavolo di svariati primi cittadini, da Benvenuti ad Urbani e oggi a Revelant, e sinora costato, fatti due conti, quasi sette milioni, fra fondi statali e nostrani. In mezzo, più di qualche stop, per motivi diversi, dalla burocrazia al «fallimento di un'impresa», come ricorda l'attuale sindaco Roberto Revelant. «Dopo il sisma, all'inizio si è pensato a ricostruire le case e le fabbriche, poi è stata avviata la ristrutturazione del castello. Ci sono state molte vicissitudini. Il restauro è nato in sofferenza. Prima, l'impresa fallita, poi i lavori rimasti fermi per moltissimi anni».
IL PROGETTO Revelant, che proprio con l'apertura in anteprima delle carceri ha voluto imprimere un'accelerata «per riutilizzare almeno in parte il maniero», confida di scrivere la parola fine entro il 2022, con la realizzazione della salita meccanizzata e la sistemazione della cosiddetta torate. La progettazione degli ultimi due lotti, spiega, «partirà proprio ora». I fondi ci sono già. «La salita meccanizzata al castello e la Torate richiederanno 2,350 milioni che abbiamo già ottenuto dalla Regione: auspichiamo che i lavori per questi ultimi lotti possano iniziare a fine 2020 o ad inizio 2021. Li vorremmo completare entro la fine del 2022. Attualmente stiamo facendo la progettazione. Per ora abbiamo completato il lotto delle ex carceri e sono in fase di completamento le opere legate alla corte interna, che auspichiamo possano concludersi entro la seconda metà del 2020». 
«Vogliamo che il castello diventi un luogo simbolo anche per l'offerta turistica e culturale che possiamo esprimere. Vogliamo dargli un respiro sovracomunale - prosegue Revelant -. Lo useremo come contenitore culturale. Ci sono cinque piani e quattro livelli utilizzabili, in cui pensiamo di realizzare esposizioni, ma anche, per esempio, dei convegni. Dopo il terremoto questa, con la mostra, è la prima volta che i gemonesi possono entrare nel loro castello. Abbiamo voluto accelerare per la riapertura con questa mostra, finanziata dalla Regione con circa 40mila euro e cofinanziata dal Comune per altri 50mila circa, senza aspettare il completamento del restauro, perché questa realtà possa contribuire al rilancio del centro storico e ad attrarre turisti e visitatori, anche nei periodi di minor affluenza, come quello invernale». Da qui anche la scelta di far intervenire Sgarbi. «È un critico d'arte di livello e abbiamo voluto inserire la sua lezione-spettacolo dedicata a Leonardo nella stagione teatrale (questa sera al Teatro Sociale di Gemona ndr). Abbiamo approfittato della circostanza perché si fermi un giorno in più». E, assicura Revelant, «non percepirà alcun cachet per la presenza alla mostra». Un'esposizione che, tiene a precisare il Comune, ha visto il supporto delle università di Chicago, Udine, Trieste e della Biblioteca ambrosiana di Milano, e che vedrà fra i suoi pezzi da novanta la Madonna con bambino di Cima da Conegliano.
L'ASSESSORE Ad applaudire all'ultimo scatto del percorso del castello ritrovato ci sarà anche l'assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli. «La progettazione sul futuro utilizzo del maniero va avanti da quando è cominciata la ricostruzione, che è stata lentissima e lunghissima. Ma finalmente ci siamo. A cosa dovrà essere destinato? Sarà il Comune a dirci come ha attualizzato le vecchie idee: a noi va bene. Massima autonomia al Municipio, quindi, e massima disponibilità nei confronti del Comune di Gemona, che so che ha attenzione anche alla sostenibilità economica», un requisito imprescindibile per l'assessore.

 
Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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