Il caso Udinese, Dal Cin: «Nessuna cessione, per i Pozzo questo club è la vita»

Il patron Gianpaolo rappresenta la proprietà più longeva d'Italia dopo la dinastia degli Agnelli alla Juve

Mercoledì 18 Gennaio 2023 di Guido Gomirato
Il caso Udinese, Dal Cin: «Nessuna cessione, per i Pozzo questo club è la vita»

UDINE - La notizia è arrivata ieri mattina all'improvviso, con il quotidiano torinese Tuttosport: Udinese (e parte del Watford) in mano a due fondi d'investimento americani a partire dal primo luglio, con la famiglia Pozzo fuori dal club.

Secca la smentita da parte della società: Tutto falso.


LE CERTEZZE
«Conosco Gianpaolo Pozzo e la moglie, la signora Giuliana, quindi credo di poter smentire anch'io la notizia secondo cui il patron è intenzionato a cedere l'Udinese senza dover attendere quella del club». Chi parla è Franco Dal Cin, già general manager dei bianconeri ai tempi di Teofilo Sanson e di Lamberto Mazza, protagonista dell'acquisto di Zico nel maggio del 1983, quando era il miglior calciatore del mondo. Dal Cin, dopo aver lavorato con l'Inter dalla primavera del 1984 al giugno 85, era tornato per un paio di anni in Friuli con la gestione dei Pozzo. Fu proprio lui, all'inizio del 1986, a contattare l'attuale proprietario, allora contitolare della Freud, che si dimostrò subito disponibile a rilevare le azioni di Lamberto Mazza. «L'Udinese per Gianpaolo Pozzo e per la sua signora è una questione di cuore - ribadisce -. Quindi ritengo che sia impossibile che possano perdere il controllo della loro squadra. Non è una questione di soldi, sia ben chiaro. Del resto non credo abbiano di questi problemi, oltretutto dopo aver ceduto la stessa Freud. Si tratta invece di una ragione di vita, di emozioni, di passione, di entusiasmo. Anche di delusioni, è chiaro. Ma lo ripeto: l'Udinese è la loro vita». Quindi? «Sanno gestire nel modo migliore il club, che sotto la loro guida è cresciuto non poco. Senza contare che alla loro età non credo abbia senso mettersi da parte. Cosa se ne fa, il patron, dell'affare? Dei soldi? Le soddisfazioni le ha dall'Udinese, dal comportamento della squadra, dai risultati che ottiene e dai tifosi». Ma anche il denaro, nella vita, conta parecchio. «In questo caso - assicura Dal Cin - passa in secondo piano. Aggiungo che lui e la signora Giuliana sono in condizione di poter fare ancora meglio. Non escludo che lo splendido stadio che sono riusciti a costruire con soldi propri possa essere ultimato, in un futuro non lontano, con l'allestimento un'altra serie di servizi, come palestre, negozi e piscina, per completare il loro capolavoro».


GLI ALTRI
Però un club sano piace. «Ovviamente non mi meraviglio, se qualcuno è interessato all'Udinese - ammette -. Ma non vedo speranza per chi tratta. In un futuro più lontano non so cosa potrà succedere, perché non conosco bene il figlio Gino, che i fatti mi dicono molto bravo, impegnato nella crescita dell'Udinese e del Watford. Quindi non posso fare previsioni a lungo termine, ma qui entriamo in un discorso che al momento non ha senso affrontare. Ciò che conta è che l'Udinese è gestita molta bene, con oculatezza, intelligenza, grande amore, passione e competenza». Anche Franco Dal Cin in passato aveva provato ad acquistare la società dei Pozzo. Era il 1991 e trattava per conto della Diadora. Le provò tutte, ma non ci fu niente da fare. Allora capì che l'Udinese è davvero una questione di vita, per tutta la famiglia Pozzo. A partire dall'81enne patron, il più longevo d'Italia alla guida di un club, dopo gli Agnelli che però rappresentano una dinastia.


IL MODELLO
Ha superato in questa speciale classifica Silvio Berlusconi, Achille Lauro, Paolo Mazza, Renato Dall'Ara, Domenico Luzzara e Luigi Ridolfi, quest'ultimo alla guida della Fiorentina prima della Seconda guerra mondiale. Qualche mese prima del tentativo di Dal Cin ci aveva provato Maurizio Zamparini. Nella serata dell'11 giugno 91 sembrava che ce l'avesse fatta. Ma la notte portò consiglio a Pozzo, che decise di rimanere: con l'Udinese in B non voleva lasciare da perdente. Da allora il club è cresciuto e il suo modo di fare calcio è diventato un modello ispiratore.
 

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