Friuli, contro le maxi bollette capannoni al freddo e la settimana corta

Alcune aziende hanno già comunicato la chiusura il venerdì e riduzione di orario

Sabato 24 Settembre 2022 di Loris Del Frate
Fabbrica (foto d'archivio)
3

Diversi imprenditori della regione hanno già messo le mani avanti spiegando ai loro dipendenti che sarà un inverno difficile su due fronti: quello della crisi che sta correndo e che in diverse aziende potrebbe far precipitare gli ordini con ricadute anche sull’occupazione e l’altro problema che è già scoppiato, l’ingigantirsi delle bollette energetiche.

Un mix da far tremare i polsi. Lo sanno bene le organizzazioni sindacali che stanno battendo il territorio per capire fabbrica per fabbrica, capannone per capannone, cosa succederà tra qualche settimana.

La situazione

I primi segnali sono già arrivati: alcune fabbriche medie, almeno una decina, hanno deciso di ricorrere alla cassa integrazione per ottobre. Le segnalazioni sono arrivate prima alle Rsu interne, poi alle segreterie provinciali di Pordenone e Udine. Si tratta di aziende che hanno una media di 50 dipendenti e che in gran parte operano sul fronte della meccanica di precisione. Ma questa è solo l’avanguardia, anche perchè più che la bolletta (che in ogni caso è come minimo duplicata) in questi casi conta di più l’assottigliarsi del mercato e quindi degli ordini in arrivo. Tutto fa supporre che a fine ottobre, inizi di novembre, la situazione diventerà ben più grave con un interessamento decisamente più esteso delle aziende medie e grandi. Electrolux, tanto per fare un esempio, a fronte del perdurare del calo dei volumi previsto anche per i primi mesi del 2023, ha già anticipato che a ottobre saranno richieste giornate di cassa per lo stabilimento di Porcia. Quante? Tutto da vedere. Un altro grosso problema per l’occupazione arriverà quando le imprese più piccole e quelle artigianali, saranno costrette a ridurre la produzione. In questo caso, infatti, non tutti i settori hanno la cassa integrazione. Chi resta a casa, insomma, lo fa senza avere neppure un piccolo paracadute.

Il caro bollette

Per cercare di tirare avanti il più possibile senza dover ricorrere a strumenti assistenziali per il proprio personale, gli imprenditori stanno cercando di fare alcuni piani anche sul fronte della limitazione delle spese. In diversi uffici (anche pubblici) gli ordini di spegnere le luci il prima possibile e di accenderle solo se necessario sono già arrivati da tempo, così come quelli di non lasciare computer accesi o altre apparecchiature che possano consumare energia e far lievitare le bollette. Riscaldamento spento almeno sino a ottobre e poi massimo 19 gradi. Ancora più restrittive le regole nei capannoni industriali dove diversi titolari hanno già avvertito i propri dipendenti che durante l’inverno gli impianti di riscaldamento resteranno spenti o accesi al minimo. Si dovrà lavorare al freddo.

Settimana corta

Un’altra segnalazione raccolta dal sindacato è legata al fatto che la cassa integrazione potrebbe essere utilizzata per l’intera giornata del venerdì in modo da avere la settimana corta. Non è tutto. C’è, invece, chi ha ipotizzato di utilizzare per 15 giorni al mese l’ammortizzatore sociale e chi, ancora, sta pensando di ridurre l’orario giornaliero. Ognuno, insomma, sta cercando la soluzione da adattare alle proprie esigenze. Tutte queste scelte, però, hanno un denominatore comune: producono una riduzione del reddito mensile per i lavoratori. «Credo - spiega Gianni Piccinin della Cisl - che avremo un aumento generalizzato e sempre in crescendo dell’utilizzo della cassa che potrebbe avere il suo massimo verso la metà di novembre. Ci aspettano un autunno e un inverno duri. C’è, insomma, in concreto rischio che arrivino in regione decisi scossoni all’occupazione mettendo in moto una catena decisamente pericolosa per l’economia delle famiglie».

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci