UDINE - «Come nella maggioranza delle carceri italiane anche a Udine c'è un serio problema di sovraffollamento, si registra una carenza di educatori, ma anche di polizia penitenziaria e funzionari amministrativi». Lo ha detto oggi a Udine la presidente di Nessuno Tocchi Caino, l'ex parlamentare radicale Rita Bernardini, al termine della visita alla casa circondariale del capoluogo friulano, ultima tappa dell'iniziativa "Il Viaggio della speranza" in Friuli Venezia Giulia, percorso organizzato dall'associazione che ha toccato le principali carceri della regione.
Parlando ancora delle criticità rilevate nella Casa circondariale di Udine, Bernardini ha evidenziato che «i detenuti sono 103 per gli attuali 58 posti a disposizione». «Altri 28 posti ora inagibili - ha spiegato - saranno pronti tra un mese circa dopo la ristrutturazione di un'area, e sono in corso anche altre ristrutturazioni per ottenere spazi che la direttrice reggente, Tiziana Paolini, oggi a Belluno e a scavalco a Udine, pensa di dedicare all'area trattamentale, quindi ad attività per i detenuti». «Altri fatti critici - ha proseguito Bernardini - sono la presenza di diversi casi psichiatrici e di tossicodipendenza, che certamente non possono essere curati in carcere, e la carenza di educatori: a Udine ce n'è uno solo, ed è in formazione».
Nella visita, la delegazione di Nessuno Tocchi Caino è stata accompagnata dall'avvocato Raffaele Conte, presidente della Camera Penale di Udine. «Abbiamo anche potuto incontrare i detenuti di una sezione - ha riferito Conte - che ci hanno spiegato i loro problemi, e tutto sommato la situazione del carcere di Udine non è pessima, perché il carcere è stato ristrutturato nei primi anni 2000 quasi completamente, anche se ora comincia a mostrare qualche segno». L'impegno della Camera Penale friulana sarà «continuare a monitorare la situazione», ha spiegato ancora Conte, «specialmente nel mese di agosto veniamo a fare una visita perché è il mese più difficile in carcere», e cerchiamo di «intervenire in certe situazioni problematiche che segnaliamo». Tra queste, ha evidenziato, la forte carenza di organico lamentata dalla Polizia penitenziaria. «Gli agenti operativi dovrebbero essere 115 e invece gli sono 65», ha riferito.